Sono lontane le estati coi botti che hanno portato alcune precedenti Giunte ad accumulare un ‘botto’ di passività. Ora, complici crisi generali e locali, si vive coi piedi per terra, ma non è male. L’amministrazione comunale per la sua parte (più che altro di promozione ed indirizzo), e molte associazioni, hanno comunque animato la città con iniziative culturali e turistiche di livello, puntando spesso, anche in questo caso, sulla disponibilità individuale o di gruppo e sulle risorse interne. Una specie di cultura del km (ed anche dell’euro) zero. Funziona, non solo al mercato o al ristorante. Il punto di partenza è stato il recupero con restauro della splendida Villa Bernabei, donata al Comune dalla vedova di Bruno Bernabei deputato alla Assemblea Costituente. La villa ed il suo giardino sono ora uno dei punti di riferimento privilegiati per incontri ed attività culturali.
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È stato interamente girato a Rocca Priora il film presentato in anteprima al MACRO Testaccio lo scorso 21 Luglio. Una prima visione, TH3PIT, che ha riscosso un clamoroso successo di presenze oltre che l’apprezzamento di molti registi famosi. Si tratta di un soggetto di Lorenzo De Luca per la regia di Filippo De Masi, roccapriorese da ormai molti anni, che, adoperando il paese e la sua gente, ha messo a conoscenza del pubblico un problema annoso che riguarda i social network e l’alienazione dalla realtà: si parla di giovani che giungono ad isolarsi nella propria cameretta, usando solo il computer. Questa patologia è nata in Giappone, dove il 20% di ragazzi soffre di Hikikomori (Autoisolamento): stanno tutto il tempo su internet, non escono più, dormono e si lavano poco, i genitori gli passano da mangiare attraverso la porta. In caso di brusca interruzione del computer, si può arrivare al suicidio.
Stavolta l’appuntamento è alle quattro del mattino di venerdì 15 luglio sul piazzale davanti alle scuole elementari. Il pullman è lì che ci attende: carichiamo i bagagli e prendiamo posto.
È ancora buio. Qualcuno dorme, altri ascoltano la musica con le cuffiette… l’atmosfera è tranquilla. Qualche sosta per bere un caffè e mangiare un panino e fare due passi e nel primo pomeriggio giungiamo a Tesero in Val di Fiemme. Montagne magnifiche, altissime, vere signore del cielo coperte di verde e a tratti brulle, di roccia grigia e rossiccia. I loro profili si fissano negli occhi e lì restano anche quando si distoglie lo guardo. Ovunque balconi con cascate di fiori bianchi, fucsia e viola. Aria finissima.
I valligiani sono quieti e riservati ma facciamo loro simpatia con la nostra presenza vivace, interessata e divertita.
Nella fresca serata di domenica 24 luglio, dopo 1600 anni di sonno, l’antico Anfiteatro, fatto costruire da Settimio Severo sul colle di Albano, si rianima di suoni, luci e colori e nell’arena esplodono le emozioni dell’Edipo Re di Sofocle, la tragedia per eccellenza dell’antichità; messa in scena dal “Circolo degli Scipioni MMIX” con la regia e l’interpretazione del giovane talento pavonense Simone Giustinelli, che ha saputo far rivivere agli spettatori che riempivano gli oltre trecento posti a disposizione il pathos di quello che molti definiscono come il primo ‘giallo’ portato su un palcoscenico teatrale. Edipo scopre, tra antiche profezie e nuove rivelazioni, di aver ucciso il padre e di aver sposato la madre, dalla quale ha avuto due figlie. Il dramma si compie quando la regina Giocasta si toglie la vita ed Edipo, per la disperazione, si acceca e viene costretto all’esilio, povero e infelice.
È stato presentato a Frascati lo scorso 16 luglio, presso “Alchimie” (rivendita di prodotti biologici con uno spazio dedicato a mostre d’arte ed incontri culturali) in via Principe Amedeo n. 12-16, il libro della Arduino Sacco Editore dal titolo Quella ballata ignorante per destini comuni. Autori sono due giovani pugliesi, Mino Danuzzo e Massimiliano Arena. Come loro è pugliese il protagonista del romanzo di nome Luca. La storia è raccontata in prima persona dal medesimo ed è ambientata nella sua terra di Puglia, a partire dagli anni ’80 quando è ancora bambino, per poi concludersi in Bolivia, dove egli va – come spiega – con la speranza di incontrare la sua donna ideale, attratto sia dalla storia del popolo andino che abita questo Paese (con i suoi eroi nazionali Bolivar, Sucre e Che Guevara), sia dalla bellezza del paesaggio, con la maestosa cordigliera delle Ande, che dalla capitale boliviana La Paz arriva a specchiarsi nelle acque limpide del lago Titicaca. Il protagonista, così, all’inizio dell’opera ci introduce nella Puglia dei grossi latifondisti, dove scopre che le truffe allo Stato sono all’ordine del giorno (ad es. finte assunzioni di braccianti e contributi mai versati all’INPS per ottenere poi assegni di disoccupazione, il tutto con la connivenza di uffici pubblici e della politica).
Il partito degli ‘onesti’.
L’Angelino Supertrim, neo segretario del PDL ha evocato un ‘partito degli onesti’. Delle due, l’una: o vi entreranno il 99,99% degli italiani (chi è che si dichiarerà disonesto nel nostro Paese?) oppure resterà più o meno deserto. Intanto il loro Papa è finito al fresco, speriamo vi finiscano tanti altri…accoliti!
Ladri ma…onesti.
La ‘manovra’ finanziaria non è che la solita stangata per chi già paga tasse e balzelli da una vita senza adeguati servizi e nemmeno qualche piccola gratificazione. Eppure il satrapo imperante mentre ha smesso di dire che la “crisi è alle nostre spalle” (per forza, guardava solo la bisaccia che ha davanti!) continua a ripetere che “non sono state messe le mani nelle tasche degli italiani”. Anche qui delle due, l’una: o gli italiani non hanno più le tasche visto che non hanno più soldi, oppure si sta usando la tecnica dei ladri provetti, talmente bravi che non ti accorgi che non si fanno accorgere che ti stanno derubando!
Apre i battenti l’Università Popolare per la Cooperazione Internazionale che si pone come obiettivo quello di mettere a disposizione dei cittadini conoscenze ed esperienze, nell’ottica di un continuo scambio, anche tra diverse culture. Con l’Upcoi si potrà imparare in un ambiente amichevole, impiegando solo poche ore alla settimana, senza spendere una fortuna, e con la possibilità di partecipare a eventi, manifestazioni, rassegne e presentazioni. Le attività sono programmate nel corso dell’intero anno e sono aperte a tutti, indipendentemente dall’età e dal titolo di studio. I corsi riguardano le più varie materie, dalle lingue alla storia, dalle attività artistiche alle tematiche sociali, dal giornalismo al marketing e tanto altro. Il consiglio direttivo ha eletto all’unanimità presidente la dottoressa Enrica Cammarano. L’anno accademico dell’Università Popolare per la Cooperazione Internazionale inizia il 17 ottobre, mentre le iscrizioni ai corsi si aprono nella sede di corso Matteotti 28 a settembre.
Michelangelo Pistoletto, fino al 15 agosto, MAXXI, via Guido Reni, 4a, tel. 06.39967350.
Nature, MAXXI e il bosco tessile, MAXXI, fino al 21 agosto, via Guido Reni, 4a, tel. 06.39967350.
Il sogno fotografico, Franco Angeli pittore e poeta, 1967-1975, fino al 4 settembre, Mercati di Traiano, via IV Novembre, 94, tel. 06.0608.
Che Guevara fotografo e Cuba italiana, fino all’11 settembre, Museo di Roma in Trastevere, p.zza S. Egidio, 1/b, tel. 06.0608.
L’Arte dell’Unità d’Italia, fino all’11 settembre, Museo Castel Sant’Angelo, l.tevere Castello, 50, tel. 06.6819111.
Nerone, l’ultimo imperatore, ai Fori Imperiali, fino al 18 settembre, via Frangipane, 34, tel. 06 679 6246.
All’altare di Dio: Giovanni Paolo II, fino al 25 settembre, Musei Capitolini, p.zza del Campidoglio, 1, tel. 06.0608.
Sabato pomeriggio 2 luglio a Controluce Point. Apparentemente la normale presentazione di un libro di poesia, in realtà e nella sostanza un evento complesso, nel senso positivo del termine, ricco di personalità, immagini e suoni che hanno confezionato per ognuno un regalo intimo indimenticabile. Il libro, Gocce di emozioni, Edizioni Controluce, è la prima raccolta di poesie data alle stampe da Armando Guidoni, scienziato che per oltre quaranta anni ha svolto attività di ricerca nel CNEN – poi divenuto ENEA – coordinando importantissimi ed innovativi progetti di rilievo internazionale. Sembrerebbe l’altra faccia dello scienziato, una evasione, un diversivo compensatorio. Vedremo che non è così: il ragionamento, l’indagine, i concetti raggiungono una liricità pura, ma permangono e si impongono come strumento per raggiungere il cuore delle cose, l’essenza della vita, rappresentata, appunto, da gocce di emozioni che, da personali, per il miracoloso gioco della poesia quando è tale, si trasformano in universali. La cronaca vede una sala stracolma di un bellissimo pubblico, molti gli amici, e l’intervento come relatore di Aldo Onorati, che ha scritto un sublime saggio-introduzione per il libro, di Antonio Botticelli che ha corredato l’opera di dipinti e disegni, di Marco Battaglia che insieme ad Antonio ha accompagnato le varie fasi con musiche originali, ed infine di Consuelo Zampetti per le letture.
Il monito dato qualche mese fa dal Comune ai cittadini non è bastato a regolare il traffico in paese. Si trattava di una minaccia scritta e affissa ai muri da parte dei vigili di multare a distanza chiunque sostasse in maniera contraria a quanto previsto dal codice della strada. Nessuna multa è stata fatta, se non sporadicamente. Arrivato il periodo estivo e raddoppiate le auto, il comando della polizia municipale, perennemente composto da tre unità, non riesce a fare fronte alla mole di lavoro a cui è esposto; a nulla sono valse le proteste degli abitanti che lamentano il mancato servizio, a nulla le risposte da Palazzo Savelli che ripete di non avere i soldi necessari per assumere qualcuno.
Sempre interessante ed emozionante trovare ai Castelli una rassegna d’arte collettiva, in questo caso contemporanea, promossa da StudioArteNemi di Ivana Barscigliè. L’occasione apre le porte di Palazzo Ruspoli, Sala delle Armi, e finalmente è possibile varcare il confine del cortile interno che in dicembre ospita un bel presepe tradizionale. Il Palazzo, seppure spoglio di tutti gli attributi che ne facevano una dimora nobile nei secoli andati (affreschi, arazzi, mobili), mantiene un suo fascino per l’occhio attento che osserva prima le mura disadorne, poi rimbalza sulle opere in mostra ed è ri-catturato dalle pareti chiare e nude. Nella Rassegna ogni percorso ci consegna lo sguardo dell’artista; chi cerca contaminazioni materiche, chi indaga la cronaca, chi mette su tela denuncia e sdegno, chi costruisce sguardi fra artista e pubblico, oppure tenta ancora di dipingere un mondo che forse non esiste più se non come condizione interiore.
A Rocca di Papa, tra i molteplici preparativi che impegnano una coppia di futuri sposi e delle loro mamme, oltre agli abiti, i confetti e le bomboniere, non possono mancare ‘e ciammelle. Una tradizione che pareva caduta in disuso qualche anno fa, come le serenate sotto la finestra della sposa, e che invece ha ripreso piede alla grande: ora questo prodotto è entrato ufficialmente a far parte dell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Lazio. La notizia è stata diramata in questi giorni dall’Arsial (Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’Agricoltura del Lazio) in seguito all’undicesima revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Con il prodotto nuziale di Rocca di Papa, insieme ad altre nove referenze del Lazio, tra cui la Tellina del Litorale Romano, la Pera Spadona di Castel Madama e l’Olio monovarietale extravergine di Rosciola, sale così a 376 il numero complessivo delle registrazioni della Regione. Grande la soddisfazione nell’Amministrazione comunale di Rocca di Papa: il prodotto verrà ora inserito nel circuito di manifestazioni ed eventi promozionali in Italia e nel mondo creando così nuove opportunità di far conoscere il nostro territorio, il folclore e la storia della nostra città. Ma torniamo alle nostre ciammelle :
Bella sorpresa, sabato 23 mattina, per chi, uscito da casa sotto un cielo grigio e capriccioso, ha incontrato i colori della festa in città. È folclore, l’espressione più genuina e toccante dei popoli. Il “Festival Internazionale del Folklore”, all’ottava edizione, organizzato dall’Associazione “‘O Stazzo” in collaborazione con l’Associazione “Palio delle Decarcie”, la Pro-Loco Velitrae, e con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura, riprende e rimette in moto l’iniziativa di Giovanni Ponzo, studioso di folk e fondatore nel ’75 della Compagnia “‘O Stazzo”. «Tutto è stato organizzato grazie all’interessamento degli sponsor. Non abbiamo potuto ospitare i gruppi partecipanti, che sono in tournèe in Italia e in Europa, per una questione economica, altrimenti sarebbe durato più giorni», dice Gianpaolo Grigioni, componente del gruppo organizzatore, già evidentemente soddisfatto per quanto ottenuto.
Venerdì 15 luglio, presso lo stadio “Giovanni Scavo”,si è svolta la decima edizione del Meeting internazionale di atletica leggera “Città di Velletri”, appuntamento annuale che è ormai diventato un riferimento per l’atletica in Italia. In onore del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, una spettacolare cerimonia d’apertura introduce l’inizio delle competizioni vere e proprie. Si sono esibiti gli allievi della “Velitrae”, seguiti dalla sfilata in costumi d’epoca del “Palio delle Decarcie” e dall’alzabandiera eseguito da un picchetto di allievi marescialli della scuola “Salvo D’Acquisto” di Velletri. Questa edizione ha battezzato anche il Trofeo giovanile delle Regioni, al quale hanno preso parte 6 rappresentative regionali italiane (Trentino, Toscana, Marche Campania Puglia e Lazio) per la categoria allievi e allieve, con la partecipazione di circa 120 giovani atleti, tra i migliori a livello nazionale, i quali hanno dato vita a 16 prove in tutto, otto maschili e otto femminili. La vittoria complessiva è andata alla rappresentativa laziale, seguita dal secondo posto della Toscana e del terzo posto delle Marche.
La prima sorpresa è stata lo scenario splendido sul terrazzo di Palazzo Sforza Cesarini: un grandangolo naturale per ammirare quanto di meraviglioso può creare la simbiosi uomo-natura, tra geometriche variazioni di tetti e terrazzi del centro storico e la visione incantata dello ‘specchio di Diana’, il lago di Nemi. Già da lì le “LIBRazioni” (questo il nome del progetto di questo ‘gruppo di lavoro’) hanno preso corpo e la mente si è poi lasciata cullare in un caleidoscopio di emozioni e sentimenti scaturiti dalle musicalità dei versi, delle note, e dalla calda voce della cantante Marina Macchia, accompagnata al flauto da Davide Grottelli e alla chitarra da Laura Tiberi. “ … il mio FOLLE AMORE”, incontro con Maria Lanciotti, questo il titolo dell’evento, organizzato dall’Associazione culturale Colle Ionci di Valeriano Bottini, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura della cittadina castellana.
Cornice della manifestazione il Parco Wojtyla (ex Parco del Romito). Dove c’era una discarica ora c’è un luogo suggestivo recuperato, dopo decenni di abbandono, alla collettività, ‘una scenografia vivente’ che farà da cornice ai più importanti eventi dell’estate monticiana 2011. Qui si è svolto, dal 6 al 10 luglio, il Premio “Città di Monte Compatri”, terza Rassegna di Teatro Amatoriale dei Castelli Romani e del Lazio. Una manifestazione nata per scommessa da un’idea di Armando Guidoni, presidente dell’Ass. Photo Club Controluce, e raccolta con lungimiranza dall’amministrazione comunale che sostiene e accompagna l’iniziativa non solo sotto l’aspetto economico, ma anche organizzativo. Grande soddisfazione esprime, sulla scia del discorso introduttivo di Guidoni nella serata finale, il Consigliere delegato alle politiche culturali Mauro Ansovini, votato completamente alla causa: «Siamo cresciuti. Serietà e impegno da parte di tutti, risultati ottimi ed evidenti se anche il tg3 Lazio ha segnalato la manifestazione». E prima di passare alla premiazione si assiste ad un breve spaccato degli spettacoli in concorso, fra i cui pregi va annoverata varietà e originalità delle proposte, frutto anche di un buon lavoro preselettivo della Giuria.
Giunta alla sua 5a edizione, la Festa dell’Europa, organizzata dal Circolo Femminile di Amicizia Europea (CFAE), è stata celebrata sabato 7 maggio u.s., presso l’hotel Domus in via Tuscolana, 15 in Frascati alla presenza del sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso, della sig.ra Vincenza Rufo presidente del CFAE, del dr. Massimo Barra dal 2009 presidente della Commissione Permanente della Croce Rossa e Mezzaluna Internazionale e della dott.ssa Rita Sassu, ECP, Europe for Citizens Point Italy, Istituto presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’evento prevedeva la conferenza a cura del dr. Barra, dal titolo Il movimento internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Internazionale, la presentazione della pubblicazione Fostering the Dialogue between Citizens, Civil Society organization, National and European Institution realizzato a cura della dott.ssa Sassu e la proiezione del film Henry Dunant. La Croce Rossa, regia di Dominique Othenin- Girard.
Nel 2015 si andrà da Roma a Milano in poco più di due ore con un “Frecciarossa” ogni dieci minuti. Nel 2011 non riusciamo ad andare da Zagarolo a Roma in trenta minuti con un frecciadilatta che porta passeggeri ammucchiati anche sul portabagagli, come Fantozzi quando accompagna il Semenzara a Montecarlo. Martedì 21 giugno, infatti, come se non bastassero le quotidiane lotte, il santo protettore delle Ferrovie s’è alzato tardi ed è successo il caos. Un episodio eclatante su tutti che purtroppo non riveste carattere di eccezionalità ma che, per questa disastrata linea, ormai non fa più notizia. Il treno 3358 proveniente da Caserta che sarebbe dovuto partire alle 8.02 da Zagarolo si è fermato tra Colleferro e Valmontone, ma nessuno dei convogli successivi lo ha superato, rimanendo imbottigliati sulla linea. I passeggeri si sono ovviamente via via accumulati e poco prima delle nove, per evitare ulteriori attese, un treno che non si è capito da dove sia passato è stato fatto fermare eccezionalmente. La ressa tuttavia è stata indescrivibile: spinte selvagge, parole grosse, mani troppo alte, nervi troppo scoperti, e come ovvia conseguenza una donna vittima della calca ha avuto un malore.
Dal 23 al 25 giugno si è svolta la 14° edizione del Ciampino Jazz Festival, tradizionale kermesse artistica diventata appuntamento fisso per gli amanti della musica e della cultura jazz. L’evento si è aperto nel pomeriggio di giovedì 23 con la conferenza stampa di presentazione, che si è svolta presso la sala “Iqbal Masih” del Municipio di Ciampino, nella quale sono intervenuti – sottolineando il valore e lo spessore culturale ed artistico del festival – il Sindaco Simone Lupi, l’Assessore alla Cultura Emanuela Gentile, i direttori artistici, M° Antonello Crescenzi e Prof. Domenico Soriani, e gli artisti Denise King, Olivier Hutman, Giorgio Rosciglione, Gegè Munari, Gianluca Lusi, Pierpaolo Principato, Marcello Rosa, Andrea Verlingieri. Ad aprire la rassegna artistica, sempre giovedì, ma alle ore 21.00, presso la Sala Convegni del Comune di Ciampino, dove si è svolta l’intera manifestazione, il gruppo emergente dal repertorio bossa nova – jazz “The ‘A’ Train Jazz Ensemble”, composto da Frank Aghedu (voce), Nicola Tarriello (tromba), Paolo Forni (piano), Mauro Cerizza (contrabbasso), Mattia Sibilia (batteria).
Lo scorso 3 giugno la città ha aperto le porte o, forse, sarebbe più opportuno dire ha “sgomberato le strade” al passaggio del V Motoraduno Nazionale di Kawasaky Custom & Cruiser organizzato dal gruppo VROC Italy (Vulcan Riders Owners Club), coadiuvato dalla XIIIª Legione Roma che si è occupata dell’organizzazione logistica dell’evento.Questa volta i riders si sono dati appuntamento nella Capitale per trascorrere 4 giorni, dal 2 al 5 giugno, alla scoperta della Città Eterna e del fascino inebriante dei Castelli Romani. Erano circa 350 i “legionari” provenienti da tutta Italia e poi ancora dalla Germania, dall’Olanda, dal Belgio, dalla Polonia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e dalla Cecoslovacchia, tutti uniti da questa grande passione e da uno stile di vita on the road.Nel programma della prima giornata era prevista una “passeggiata fuori porta” alla scoperta dei Colli Albani e una tappa assai suggestiva è avvenuta a Monte Porzio Catone dove sono stati accolti con molto entusiasmo dall’azienda vitivinicola Cantina Cerquetta e dove hanno ricevuto un particolare benvenuto anche dal Sindaco della città Luciano Gori.È proprio qui che verso le 10.30 di venerdi 3 giugno il viale che conduce all’ingresso dell’azienda si è illuminato dello scintillio diffuso di quei veicoli a due ruote così particolari, quasi mitici, ma talmente affascinanti da lasciare senza fiato.
La Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini ha appena ultimato un complesso intervento di messa in sicurezza dei versanti
Nell’ambito degli incontri con gli autori, promossi dal BASC (Biblioteca Archivio Storico Comunale) di Frascati, curati dalla direttrice Rosanna Massi, il 26 aprile u.s., presso la Sala degli Specchi di Palazzo Marconi, è stato presentato Lucio De Felici, commediografo, memoria storica frascatana. «In questa festa in omaggio e onore del grande scrittore frascatano Lucio De Felici – chiosa Rosanna Massi – occorre dire che spesso le persone che hanno un grande valore non sono ben conosciute; ma questo non è il caso di De Felici, un autore poliedrico che ha scritto, agli inizi della sua carriera, sketch teatrali tra i quali il più famoso è Cosa dite del 1954, curato dalla casa editrice Ancora. Tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta ha fondato la casa editrice Tusculum in collaborazione con Italo Alighiero Chiusano, con la quale hanno visto la luce lavori di autori famosi italiani e testi che potevano essere rappresentati in vari teatri. Alle opere teatrali di De Felici hanno fatto seguito i romanzi, i testi storici e la collaborazione con il mensile locale Il Tuscolo nel quale scrive le vicende del nostro territorio e oggi è veramente un onore per il BASC rendergli un omaggio con tutti voi».
La legge prevede la presenza di un agente di Polizia Locale ogni quattrocento abitanti. A San Cesareo, in base ai quattordicimila residenti, dovrebbero essere trentacinque. In realtà sono dieci. Bastano queste cifre per far capire in che condizioni sono costretti a lavorare gli operatori al comando del Magg. Guido Scarpato, che devono occuparsi dei più disparati compiti. Sarebbe infatti assai riduttivo pensare ad un “vigile urbano”, come si chiamavano una volta, semplicemente come colui che eleva contravvenzioni. Nei fatti, le attività cui sono chiamati gli agenti spaziano nei campi più diversi, come ad esempio da quelli di polizia amministrativa quali accertamenti o verifiche per il Tribunale dei Minori, giudiziaria, e stradale in caso di controllo del territorio o infortunistica. Occorre poi occuparsi delle richieste dei vari Enti sovracomunali, ed eseguire indagini di qualsiasi tipo, come quelle urbanistiche.
In un dedalo di viuzze dal fascino antico riecheggiano musiche dal sound moderno e ricco di contaminazioni. Questo si ripete
Dei risultati del questionario predisposto dal Forum si possono fare molte letture. Guardando il grafico, che rappresenta i dati in percentuale, si nota una commistione un po’ nevrotica tra percepito e reale. Il territorio dei Castelli Romani presenta notevoli superfici fra bosco, pascolo e moltissime aree private in generale non liberamente fruibili dai cittadini. Così in realtà ci si muove in tanti in un ambito abbastanza ‘ristretto’ (paesi, ville pubbliche) e ciò che rimane a disposizione dell’ambiente naturale, a causa del grosso impatto antropico è spesso trascurato o sporco. Un esempio su tutti, il lago Albano: per quanto ci si sforzi di pulire i marciapiedi, la nuova area emersa fitta di alberi e arbusti è abbrutita dall’immondizia. Alcuni paesi non sono così puliti; molte emergenze storico artistiche sono lasciate alle erbacce per gran parte dell’anno. Il dato sulla mobilità sembrerebbe seguire un po’ lo stesso percorso: ci si muove su un circuito generale ad anello (giriamo attorno al vecchio cratere vulcanico) ormai con molte vie di penetrazione interne (tante aperte a scapito dei boschi e subito infestate dal degrado).
Il primo luglio è arrivato in città il 22° Giro d’Italia femminile internazionale. Un evento di gran rilievo, appena un po’ snobbato dai media per la questione, purtroppo nota, delle ‘impari opportunità’ Infatti il valore sportivo è identico a quello del più celebrato giro maschile: 136 partecipanti, di ogni nazionalità, per 17 squadre. Anzi le cicliste straniere sono in maggioranza, e vengono veramente da tutto il mondo: Australia,USA, Olanda, Russia, Svizzera, Germania, Brasile, Inghilterra, Belgio, Svezia, S. Africa, Spagna, e altre nazioni. Il Giro del 150° dell’Unità d’Italia è partito da Roma ed arriverà a Torino dopo 10 tappe, naturalmente con montagne importanti e crono finale. Questa prima frazione Roma-Velletri, di 86 km, ha attraversato gli altri Castelli, con GPM a Castel Gandolfo, e, dopo un circuito locale di 8 chilometri ripetuto 4 volte, si è conclusa in Piazza Cairoli, sotto la trecentesca Torre del Trivio.
Tradotto è “Quaranta dita” e, a completare, from Hungary to Italy, naturalmente “dall’Ungheria in Italia”. Semplicemente: in un interessante scambio culturale, quattro eccellenze, tra i giovani pianisti ungheresi, tengono concerti in Italia, e, in autunno, giovani pianisti italiani di valore restituiranno la visita in Ungheria. L’operazione, giunta alla seconda edizione, tra selezioni ed esibizioni si sviluppa nell’arco di due anni, ed è stata ideata ed organizzata dalla Associazione Culturale Colle Ionci di Velletri, con la collaborazione della Ambasciata della Repubblica di Ungheria in Italia, quella presso la Santa Sede, la Radio Vaticana, il Comune di Tivoli, l’Accademia Ludus Tonalis, La Festa della Musica, Electe Subotica, Sistema Bibliotecario Castelli Romani.
L’amore per la propria città è qualcosa che nasce dentro ciascuno di noi, una molla che fa scattare ricordi, emozioni, sensazioni, colori, profumi, contraddizioni e sogni. Riaffiorano dal passato immagini, a volte sbiadite ma intense, a volte dalle sfumature accese, che richiamano momenti non solo della nostra vita trascorsa, ma istanti fissati per sempre nelle parole, nei racconti, nei sospiri, negli sguardi di qualcuno che in modo indelebile ce li ha impressi nell’anima. Attimi di un sogno che sfuma in lontane realtà; ma se gli occhi si chiudono chiaramente si accende nel presente con voci, suoni, strepitii, baccani, versi, sussurri. In Aria antica il professor Aldo Onorati ha fatto rivivere tutto ciò, sottolineando in ogni parola l’amore e la nostalgia di un passato che lo ha visto crescere tra odori di mosto impregnato nei vicoli della vecchia “Arbano Paese”, tra rovi ad essiccare e vociare di bimbi: un fermo immagine un po’ sbiadito di donne dalle lunghe vesti intente in cerchio a fare la calza, animali da soma, asini e muli, di ritorno dai campi, vigneti il cui frutto già ribolliva nei mosti e il vento freddo e tagliente portava tra i vicoli l’inebriante profumo.
Sulla spinosa questione della “Villa di Massenzio” è intervenuto il sindaco Pietro Panzironi al fine di chiarire il punto di vista dell’amministrazione comunale in seguito alle varie polemiche che hanno accompagnato l’importantissimo ritrovamento archeologico di questa villa romana d’epoca imperiale del II-I sec. a.C., rinvenuta più di un anno fa in via Monte di Casa. «Recuperare e valorizzare la Villa di Massenzio non è solo un obiettivo politico di questa amministrazione, ma soprattutto un preciso dovere morale nei confronti di una comunità e della sua storia. Vogliamo tutelare e salvaguardare la Villa e i suoi tesori. Giorno dopo giorno vengono alla luce splendidi mosaici, mura intonacate, decorazioni marmoree che dimostrano l’estrema importanza archeologica del sito. Il comune, da solo, non è ovviamente in grado sostenere tutte le spese di scavo e cura dei reperti affiorati. Per questo motivo, con delibera di Giunta n. 68 del 27 aprile 2010, abbiamo approvato un progetto di recupero dell’area archeologica richiedendo contestualmente al Ministero per i Beni Culturali un contributo di 1milione e 791mila euro per finanziare l’intervento, inserendolo in un contesto che prevede, oltre ad insediamenti privati, servizi pubblici e privati, la costruzione del nuovo complesso parrocchiale dedicato a San Giuseppe.
Cosa c’entra “dentro un quadro dell’Infiorata”? C’entra … Perché in questo caso, non è soltanto il calarsi, il compenetrarsi, l’entrare metaforico in una tela che ci dà emozioni e suggestività, è proprio il calarsi materialmente, fisicamente, “in un quadro di fiori”. E se sulla strada che conduce dentro il quadro c’è un luogo in cui i ricordi del trascorrere del tempo diventano, da materia, evanescenza virtuale, se c’è un posto in cui si rimane soli tra tanta gente e la solitudine si fa profonda, se c’è un posto che sembra sospeso nel tempo, questo luogo è l’interno di un quadro mentre vi si lavora. E sì, perché il quadro di cui si parla ed in cui ci si cala è di 77 metri quadri. Un quadro di fiori sul selciato di una strada, una miriade di petali di tanti colori che in modo organico o scomposto, ma nel migliore dei modi possibile, ricoprono i sampietrini, di una strada intera, via Italo Belardi. Un’opera d’arte che si ripete in questo paese, ormai, da oltre due secoli, dal 1778.