Supervampiro contro l’abuso di antibiotici
Supervampiro contro l’abuso di antibiotici: ma bisogna chiamare in causa anche il consumo di carne.
Spot supervampiro contro l’uso smodato di antibiotici?
Ottimo, ma educhiamo anche ad evitare il consumo di carne
e altri cibi animali, dato che, in Italia e nel mondo, la
principale causa dell’antibiotico-resistenza è l’utilizzo
di questi farmaci negli allevamenti.
18 gennaio 2018
E’ notizia di questi giorni che è in partenza una nuova campagna informativa per educare sul corretto utilizzo degli antibiotici, attraverso un sito, un opuscolo e lo spot televisivo con Ricky Tognazzi sui “supervampiri”.
Quello dell’antibiotico resistenza è sicuramente un grave problema: è stata definita nel 2016 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite “la più grande minaccia alla medicina moderna”, in quanto l’abuso di antibiotici e altri antimicrobici, sia negli esseri umani che negli animali, causa lo sviluppo di nuovi ceppi di batteri capaci di resistere all’azione dei farmaci esistenti. In questo modo, quando poi è necessario l’utilizzo di un antibiotico salva-vita, esso può non funzionare: già oggi muoiono 25 mila persone l’anno nell’Unione Europea, che non possono essere curate a causa dell’inefficacia degli antibiotici esistenti.
Indipendentemente dal contesto in cui gli antibiotici si utilizzano (per curare le persone, gli animali da compagnia, o per prevenire le epidemie negli animali dall’allevamento) il problema colpisce tutti, non si tratta di compartimenti stagni, perché quando gli antibiotici vengono usati in modo smodato, i batteri si “adattano” a sopravvivere ai nuovi farmaci, che poi diventano inefficaci per tutti: umani e animali.
Per questo, lo studio nutrizionistico on-line VegExpert.it invita a non dimenticare che il maggior utilizzo di antibiotici, in Italia e nel mondo, viene fatto negli allevamenti di animali per la produzione di carne (incluso il pesce, perché la gran parte del pesce venduto arriva da allevamenti intensivi), latte e uova e quindi il modo più efficace per combattere l’antibiotico-resistenza è quello di diminuire, o meglio ancora eliminare, il consumo di questi prodotti.
Negli Stati Uniti si utilizzano negli allevamenti l’80% degli antibiotici prodotti in totale, ma l’Italia non è da meno, dato che arriva al 71%. Per questo, le Nazioni Unite hanno riconosciuto l’utilizzo di queste sostanze negli allevamenti come la maggior causa dell’antibiotico-resistenza.
Se non si pone un freno all’abuso di antibiotici, è stato previsto che entro il 2050 si arriverà a 10 milioni di morti l’anno, un numero che supera quello dei decessi per tumore. “Vista la gravità della situazione”, affermano i professionisti di VegExpert, “vale davvero la pena di cambiare dieta, specie tenendo conto che passando a un’alimentazione a base vegetale i vantaggi per la salute sono davvero molti e si tratta di un cambiamento molto facile da effettuare”.
Pochi mesi fa è stato pubblicato sulla rivista Science uno studio che affrontava proprio il problema dell’abuso di farmaci negli allevamenti (Reducing antimicrobial use in food animals, Science 29 Sep 2017: Vol. 357, Issue 6358, pp. 1350-1352; DOI: 10.1126/science.aao1495): esso spiega che tale smodato utilizzo di antibiotici avviene in parte per promuovere la crescita degli animali allevati, ma soprattutto come sostituto a basso costo di misure igieniche impossibili da applicare negli allevamenti che confinano in piccoli spazi un numero enorme di animali. Animali tenuti in condizioni di tale affollamento e sofferenza che non sarebbero in grado di sopravvivere senza farmaci e sostanze chimiche di vario genere.
D’altra parte, con gli attuali consumi di carne, il numero di animali allevati è per forza di cose elevatissimo. Per questo, una delle soluzioni suggerite dall’articolo su Science è di ridurre drasticamente il consumo di carne: con una riduzione di circa l’80% rispetto al consumo medio dei paesi industrializzati si potrebbe diminuire del 66% l’utilizzo degli antimicrobici negli allevamenti.
E ancor di più si potrebbe fare passando a una dieta 100% vegetale, eliminando così del tutto il problema degli allevamenti. Come scelta individuale è quella in grado di donare la salute migliore, essendo basata su cibi “nutrizionalmente densi”, senza colesterolo e grassi animali e ricchissimi di nutrienti preziosi. Una dieta che consente di prevenire sovrappeso e obesità e le malattie che costituiscono le principali cause di morte: malattie vascolari, tumori, diabete, ipertensione.
Concludono i nutrizionisti di VegExpert.it: “Con un’alimentazione 100% vegetale si può mangiare in modo sano e gustoso, senza rinunciare al piacere della buona tavola e alle proprie abitudini: non servono cibi particolari o costosi, anzi, gli ingredienti sono quelli della tradizione mediterranea e costano meno di carne e formaggi. Basta solo cambiare un po’ i propri piatti abituali e imparare che esistono nuove ricette, è facile! E’ un’alimentazione consigliabile in ogni fase dalla vita: dallo svezzamento, all’infanzia, all’età adulta e nella terza età, anche in gravidanza e in allattamento, e adatta alla pratica sportiva di ogni genere.”
Comunicato di VegExpert, lo studio nutrizionistico a distanza specializzato in alimentazione 100% vegetale.
info@VegExpert.it – www.VegExpert.it
Credits foto: di libero utilizzo, da freestocks.org su Unsplash – in alta risoluzione: https://unsplash.com/photos/nss2eRzQwgw
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento