Suonali ancora! – Arbeit Macht Frei, 1973
Quando la società non era ancora formattata e il conflitto sociale non completamente sterilizzato, si poteva creare e ascoltare musica come quella del gruppo degli Area: un po’ troppo arcigna e rigorosa forse per orecchi odierni, ma al contempo aperta e, ovviamente, del tutto sganciata dagli inconfondibili miasmi del ‘già sentito’, dalle profonde banalità baciate di cuore/amore e dai fenomeni, fintamente libertari, da baraccone, mal sopportati e aspramente dileggiati allora, oggi così diffusi e largamente accettati.
Una coerenza e una giustezza di fondo, messa in pratica fin da questo loro primo disco, con l’uso del recitato e le possenti e misteriose diplofonie di Demetrio Stratos che si fanno musica e in qualche modo la superano, assecondandola. E quel brano, Luglio, Agosto, Settembre (nero), scandaloso e non strumentalizzabile omaggio al popolo palestinese, dalle ancestrali sonorità arabo-ortodosse che diverrà la punta di lancia del percorso internazionalista degli Area e che varrà al gruppo l’ostracismo dalle radio e le televisioni dell’epoca.
Musica espansa, che non si lascia classificare volentieri. Non progressive, più free jazz, avendo però alcune caratteristiche e molte influenze dell’una e dell’altra. Non fallaci ‘impressioni di settembre’ né tristi carrozze di Hans, ma la consapevolezza forte, una sorta di shining extra-musicale, che qualcosa di nuovo e insieme di tremendo stia per accadere… nelle periferie del mondo come a Baggio, a Quarto Oggiaro, a San Basilio, a Pomigliano d’Arco, o nei campi profughi di Beirut.
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