Suicidio
La lama vicina,
l’acqua che cola.
Il gatto che dorme
nella roba sporca
tra le lenzuola.
Il tempo passa,
ma finirà.
Il rispetto per quel gesto
davanti alla sacralità.
La fine del sogno.
Il treno arrivato all’ultima fermata,
mentre i passeggeri sono già scesi.
L’acqua che scende
sui i tempi finiti:
le illusioni,
gli amori
e i sorrisi gentili.
La freddezza del momento.
Il non-senso dell’immagine
riflessa allo specchio
mentre alle sue spalle s’apre
il varco dell’oblio.
Le dita precise che impugnano
il manico,
il biglietto d’addio sul tavolo.
La lama
lacera la pulsazione più profonda,
là dove il battito vive
per gioie nascoste.
La luce si sfuoca,
il sangue che esce.
I ricordi lontani
e tanti rimpianti.
La stanza che gira,
la vita si chiude,
il cane che abbaia
là fuori
al suo ex padrone.
Un bagliore dolce
che accoglie lo sguardo,
poi tutto è rapito
dall’indigeno nero.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento