Sud Sudan: Save the Children, brutale uccisione del guardiano di una scuola dell’Organizzazione
L’uomo è stato colpito da un proiettile e ucciso sul colpo da un numero imprecisato di uomini armati mentre proteggeva il complesso scolastico
Save the Children è scioccata e profondamente addolorata per la morte del guardiano di una scuola che lavorava per l’Organizzazione, avvenuta la sera di domenica 20 giugno nello Stato dell’Equatoria Orientale, in Sud Sudan. Due membri dello staff di Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – erano già stati uccisi all’inizio di quest’anno.
Il guardiano della scuola è stato colpito da un proiettile e ucciso sul colpo da un numero imprecisato di uomini armati, mentre proteggeva il complesso scolastico dopo l’orario di lavoro. Gli uomini armati hanno saccheggiato la scuola, rubando anche il materiale scolastico.
Dal momento che l’attacco è avvenuto la sera, i bambini non erano presenti in quel momento.
“Siamo profondamente addolorati e dispiaciuti per la perdita di un collega che è stato ucciso in servizio e condanniamo questo atto di violenza insensato. Le nostre più sincere condoglianze vanno ai suoi familiari, amici e colleghi. Gli operatori umanitari mettono a rischio la loro vita al servizio dei bambini e delle famiglie in Sud Sudan e questa non è un’eccezione. Save the Children condanna l’uccisione di qualsiasi operatore umanitario e chiede che i responsabili siano portati davanti alla giustizia” ha dichiarato Rama Hansraj, Direttore di Save the Children per il Sud Sudan.
Save the Children e i suoi partner attualmente supportano 382 scuole e spazi di apprendimento in tutto il Sud Sudan, fornendo istruzione a 95.000 bambini.
“Siamo rimasti scioccati nell’apprendere che questo atto di violenza è avvenuto in una scuola. Tutti i bambini hanno il diritto di accedere a un’istruzione sicura e di sentirsi al sicuro, e nessun bambino dovrebbe temere danni fisici a scuola o durante il tragitto. Chiediamo al governo del Sud Sudan di intraprendere tutte le azioni necessarie per proteggere gli operatori umanitari nel paese e per garantire che le scuole siano particolarmente sicure. Deve esserci un deterrente per i responsabili per evitare i continui attacchi contro i civili, compresi i bambini, e devono essere ritenuti responsabili ai sensi delle leggi sud sudanesi e delle leggi regionali e internazionali applicabili” ha continuato Rama Hansraj.
Secondo l’Ufficio ONU per gli Affari Umanitari (OCHA), un totale di 128 operatori umanitari, per lo più sud sudanesi, hanno perso la vita mentre fornivano assistenza umanitaria alle persone dallo scoppio del conflitto nel 2013.
Save the Children lavora in Sud Sudan dal 1991 con e per i bambini, le loro famiglie e comunità. L’Organizzazione fornisce ai bambini accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e al supporto nutrizionale, e fornisce supporto alle famiglie per la sicurezza alimentare e l’assistenza ai mezzi di sussistenza. I programmi di protezione dell’infanzia sostengono i bambini vulnerabili, compresi i bambini non accompagnati e separati dalle famiglie e quelli colpiti da violenze, oltre a sostenere i diritti dei bambini a livello nazionale, statale e comunitario. Salviamo la vita dei bambini. Combattiamo per i loro diritti e li aiutiamo a realizzare il loro potenziale.
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