STUPORE IN ROSSO
Una nebbia si alza e percorre tutto il sistema. Passa per i castelli, si infiltra nelle fessure delle pietre e passa per le antiche finestre dirute. Avvolge i ruderi e li attraversa, quelli di antichi castelli e dei muretti a secco nelle campagne. Non di meno, accarezza le staccionate in legno. La notte è di un nero tangibile, la luna è piena e si sente l’ululato dei lupi. Il gufo bubula. Non manca l’umidità, il freddo e il gelo sui muretti, le strade, i tetti e sui carretti. La nebbia passa per il monte, tra gli alberi, nei villaggi, tra le tombe di antichi cimiteri. Dal Monte Pellegrino sembra che un falco senza testa, forse un fantasma, percorre tutto il Golfo, si alza di quota, vede l’antica capitale del regno dall’alto, ci gira intorno per tre volte, realizzando tre cerchi concentrici, poi svanisce. Nel frattempo la nebbia ha raggiunto le coste e coperto l’antica capitale. Ombre si aggirano per i vicoli, dove un gatto nero, nel vederle, miagola con decisione ma non è spaventato. Forse aspetta qualche ratto… Nel frattempo la nebbia si dissolve contro il palazzo reale, da cui emerge una grande luce e delle voci e rumori d’altri tempi: fantasmi medievali? Poi la nebbia riprende il suo corso e avvolge la Cattedrale. Fanno la comparsa anche i pipistrelli che attraversano vicoli, piazze, etc. Ecco il falco riemergere, questa volta con la testa, vola sopra la Cattedrale e poi, giù in picchiata. Nella cappella, la tomba in porfido rosso è sorvegliata dai quattro leoni. Il falco, ora è posato su di essa. Immobile, osserva la lastra di porfido rosso che fa da coperchio al sarcofago. Il falco ha assunto la postura da caccia, come se stesse sul pugno del suo falconiere e aspetta. Ad un tratto, il falco becca per tre volte sul coperchio del sarcofago ma nell’imminenza non succede niente, poi stranamente, il coperchio del sarcofago si muove: ha uno spostamento di tre centimetri da una estremità. Era ancora notte e, un contadino, sentendo dei rumori, andò a controllare il campo: vide che dall’oscurità emergeva una zucca intagliata con sguardo minaccioso. Corse in casa e vi si barricò. La mattina seguente, appena deposta una rosa ai piedi del sarcofago, notarono che il coperchio del sarcofago non era in linea ma, per il resto, la giornata scorse in maniera regolare: bambini che giocavano con trottole di legno, in piazza il teatrino di pupi e tre signore, in nero, che stavano sedute fuori i cigli delle proprie abitazioni, mentre svolgevano delle faccende, la prima disse: «Ma questa notte cosa c’è stato?», la seconda le rispose: «Mio marito si è preso una paura nel campo…» e la terza disse: «Dai, preparatevi che andiamo in Cattedrale per Ogni Santi e poi andiamo a raccogliere i fiori per la Commemorazione dei defunti al cimitero…»
Foto: zucca intagliata presso Palazzo Annibaldeschi, Monte Compatri (2023).
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