STRATEGIA NAZIONALE PER L’ECONOMIA CIRCOLARE: A CHE PUNTO SIAMO?
Con un certo orgoglio, Velletri 2030 può vantarsi di aver trattato ampiamente il tema dell’Economia Circolare nel Rapporto “Velletri 2030 – Un idea di futuro sostenibile- ed. 2017” (scaricabile dal sito web dell’Associazione), e poi a più riprese nelle News e con Seminari dedicati, anticipando di qualche anno il dibattito oggi sulle prime pagine di tutti i quotidiani, senza condizionamenti ideologici.
L’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030, “Consumo e produzioni responsabili” ci richiama sul fatto che ad oggi le risorse consumate dalla popolazione mondiale sono più di quelle che gli ecosistemi sono in grado di fornire. Affinché lo sviluppo sociale ed economico possa avvenire in un quadro di sostenibilità, la nostra società dovrà modificare in modo radicale il proprio modo di produrre e consumare beni. Un contributo al conseguimento di questo Obiettivo può darlo l’Economia Circolare.
Il concetto di Economia Circolare ha radici profonde, ma non si può ricondurre a un singolo padre o a una specifica data di nascita. Convenzionalmente si fa risalire la sua comparsa alla fine degli anni ’70, quando accademici e uomini di affari iniziarono a discutere dell’argomento. Con Economia Circolare, si intende un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore. I principi dell’Economia Circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale è fortemente dipendente dalla disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili e a basso prezzo. In contrasto con l’attuale disponibilità di energia e materie prime.
E’ di questi giorni il decreto del Ministro Roberto Cingolani per l’adozione della “Strategia Nazionale per l’Economia Circolare”. E’ un documento programmatico all’interno del quale sono individuate le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare. Documento scaricabile da QUI , o se si preferisce link: https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/PNRR/SEC_21.06.22.pdf
Senza la pretesa di riassumere in poche righe un Documento di 159 pagine, riportiamo di seguito uno dei messaggi che riteniamo di maggiore rilevanza.
Il ruolo della scuola e dell’educazione: Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità globale dell’Agenda 2030 e l’attuazione del processo della transizione ecologica evidenziano il ruolo cruciale dell’educazione, poiché, parallelamente alle misure coordinate che dovranno essere attuate dai Governi, dovranno mutare anche i modelli di comportamento e gli stili di vita dei cittadini. L’educazione ambientale, pertanto, assumerà sempre maggiore importanza in ragione della consapevolezza che solo attraverso la formazione di una nuova cultura si potrà rispondere concretamente all’emergenza del pianeta. Al riguardo, la scuola rappresenta un fondamentale luogo di crescita culturale delle nuove generazioni, e deve, pertanto, essere in prima linea nel promuovere conoscenze, competenze, comportamenti responsabili e azioni virtuose per la transizione ecologica e la sostenibilità. In ambito scolastico, quindi, occorrerà prevedere che il tema dell’economia circolare trovi adeguatamente spazio all’interno dei programmi curriculari dell’Educazione Civica, introdotta nell’insegnamento di tutti i cicli scolastici a seguito della legge 92/2019, affinchè gli studenti giungano ad acquisire la capacità di un uso consapevole dei beni e delle risorse naturali nella vita quotidiana, evitando gli sprechi, quali ad esempio lo spreco dell’acqua e degli alimenti; comprendano l’importanza del riciclo e del riuso e della raccolta differenziata dei rifiuti; si orientino verso stili di vita che privilegino l’uso efficiente delle risorse energetiche, in particolare da fonti rinnovabili, ad esempio scegliendo forme di mobilità sostenibile. Sostenere lo sviluppo di competenze verdi dovrà essere un impegno che riguarda tutto il percorso formativo, per creare una generazione di professionisti e operatori economici verdi, dall’istruzione primaria a quella tecnica professionale, rafforzando la formazione sulle competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), in particolare per le donne in modo da colmare il divario di genere, integrando le considerazioni ambientali e climatiche nei percorsi formativi, promuovendo l’apprendimento interdisciplinare per superare il divario tra settori formativi formalmente separati. Oltre alle competenze tecniche, saranno sempre più necessarie quelle trasversali come il pensiero critico, la creatività e l’adattamento al cambiamento in ambienti complessi.
E a Velletri che si fa per l’Economia Circolare? Uno dei passi fondamentali è la raccolta differenziata “porta a porta”. Visitando il sito web di Volsca Ambiente e Servizi SpA, Società che gestisce i rifiuti di quattro Comuni: Velletri, Genzano di Roma, Albano e Lariano, si leggono valori di raccolta differenziata nell’intervallo 75 – 80% nei Comuni per i quali la Società svolge il servizio di raccolta. Si potrebbe fare di più? Sicuramente si, lavorando sul lato “Consumatori”. Lo sviluppo dell’Economia Circolare deve riguardare tanto il miglioramento dell’efficienza nelle produzioni, quanto il cambiamento dei modelli di consumo. E’, quindi, necessario intervenire sulle tipologie e modalita’ di consumo e sui comportamenti dei consumatori, anche affrontando aspetti generali come il concetto di benessere, i modelli culturali, l’etica. Non si può prescindere dalla necessità di fare acquisire maggiore consapevolezza alle persone per meglio comprendere le ricadute che una determinata scelta di acquisto o determinati comportamenti provocano sull’ambiente e sull’economia. Per sostenere più efficaci azioni di prevenzione, occorrerà anche adottare misure atte a favorire il riuso dei prodotti e la riparazione per il riutilizzo dei medesimi. Come? Sviluppando una rete strutturata e diffusa di Centri per il Riuso comunali, definendo anche un modello funzionale, organizzativo e gestionale comune e condiviso. Qualcosa del genere si ritrova sul sito della Volsca Ambiente e Servizi, con il portale della differenziata JUNKER.
E’ un percorso lungo, che richiede del tempo e una crescita di consapevolezza da parte dei cittadini – consumatori. Il ruolo della scuola e dell’educazione è fondamentale.
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