Storie di Napoli fra vicoli e facebook
Rivisitazione in chiave quasi esclusivamente partenopea del precedente spettacolo (Un caffè napoletano corretto al Brasile), l’ultima piece teatrale firmata e interpretata dalla coppia Albanesi-Polimei, Storie di Napoli … in salsa latino-americana, è andata in scena l’11 aprile alla “Casa Internazionale della Donna” nel caratteristico quartiere romano di Trastevere.
Nello spettacolo precedente c’era una pari presenza del mondo latino-americano e di quello partenopeo, sia nei testi sia nelle musiche. Una delle tre protagoniste femminili era brasiliana e raccontava le sue storie brasiliane, seguite da celeberrimi ritmi brasiliani; mentre una seconda era napoletana e raccontava le sue storie napoletane, seguite da brani tratti dal classico repertorio della canzone napoletana. La terza protagonista, italiana del nord, rappresentava il “diverso” dai due mondi brasiliano e partenopeo, la quale però, malgrado l’ostentata astiosità anti-meridionale, non riesce a sottrarsi al fascino di quelle atmosfere “meridionali” – separate soltanto dall’oceano ma vicine nell’anima – e scopre alla fine che, guardando l’animo umano, Brasile, Napoli e l’Italia del nord diventano emozionalmente un unico luogo, fatto degli stessi struggenti sentimenti di malinconia e nostalgia. Insomma, una dimostrazione scenica del poter essere uguali nel diverso, resa emotivamente evidente con la riuscita fusione fra ritmi brasiliani e melodie partenopee.In Storie di Napoli … in salsa latino-americana, invece, è la Napoli dei vicoli che occupa per intero la scena, lasciando intuire la sua vicinanza al mondo latino-americano attraverso una delicata presenza di ritmi tipici di quelle terre d’oltreoceano. Lo spettacolo stesso si apre con il classico tango Historia de un amor e propone nel seguito brani di bossa nova (Ah que serà, Insensatez) e samba (Tristeza, Tem mais samba).I testi dello spettacolo raccontano la Napoli dei vicoli, con le sue piccole storie di grande umanità. Storie comuni, che crescono all’ombra di grandi sogni, raccontate con ironia e comicità dalle tre protagoniste femminili: Maria, interpretata da una napoletanissima Teresa Polimei, che sbarca il lunario dando lezioni di ballo e spera di trovare un amore giovane chattando su facebook; Antonella, interpretata da una simpaticissima Antonella Raimondi, sedicente giornalista che però sogna di essere una grande diva del cinema muto; Jasmine, intepretata da una frizzante e giovanissima Anita Arena, insegnante precaria in cerca della sua identità professionale e sentimentale. Il tema di fondo dello spettacolo è ancora una volta l’uguaglianza nella diversità. Questa volta non sono più i sentimenti ad accomunare tre luoghi geograficamente lontani ma è l’irrinunciabile bisogno di sognare ad occhi aperti il comune denominatore dei tre personaggi femminili, questa volta tutti italiani ma diversi caratterialmente e culturalmente. Maria, Antonella e Jasmine non possono fare a meno di coltivare segretamente le loro aspirazioni più profonde nelle quali credono di poter trovare un totale appagamento, ma è soltanto un sognare ad occhi aperti.Un lavoro nel complesso godibile, che ha confermato la validità della formula recitativo-musica sperimentata con grande successo nel precedente spettacolo di due anni fa, in un felice intreccio di melodie napoletane e ritmi latino-americani, interpretati con autentica professionalità dalla bellissima voce di Carla Costigliola con l’accompagnamento musicale di Mario Albanesi alla chitarra e Fabio Colatosti alle percussioni, e brevi sketch recitati con grande bravura dalle tre protagoniste femminili. Molto apprezzata dal pubblico la dedica da parte dei musicisti a Pino Daniele, del quale è stato proposto da Mario Albanesi un adattamento della canzone Alleria in chiave di bossa nova.
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