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Storia di uno strumento in pieno fiorire

Storia di uno strumento in pieno fiorire
Ottobre 01
02:00 2007

Un AccordionLa storia della fisarmonica inizia negli anni venti dell’ottocento e si svolge soprattutto in territorio europeo e in parte di quello nordamericano. La fisarmonica di oggi è il frutto di un continuo rinnovamento dello strumento che riassume in sé quattro caratteristiche: è aerofono a mantice, portatile, a tastiera, ad ance libere. In Italia il primo esemplare di fisarmonica (l’accordion) arriva solo negli anni 50 del XIX secolo. La leggenda narra che nel 1863 un pellegrino austriaco chiede ospitalità ad un contadino marchigiano, Antonio Soprani. Il pellegrino porta con sé un piccolo accordion ed il figlio di Antonio Soprani, Paolo Soprani, ne resta subito affascinato, tanto da supplicare l’austriaco a regalarglielo. Dopo aver smontato l’Accordion e averne compreso i meccanismi di funzionamento, Paolo Soprani inizia a produrlo artigianalmente; si esibisce come suonatore di saltarello e come venditore di fisarmoniche. Il nuovo strumento viene presto accolto con interesse e simpatia e si avvia a diventare uno strumento popolare. Ma è solo a partire dal primo dopoguerra che la sua diffusione si allarga con maggiore decisione. Nei primi 25 anni del ‘900 viene definitivamente sviluppata la fisarmonica a bassi precomposti, sia con la tastiera destra cromatica (a bottoni), sia con il modello a pianoforte e per la prima volta viene creato un genere musicale specificatamente dedicato alla fisarmonica: il musette. Oltre alla tastiera destra, abbiamo la tastiera sinistra, il mantice e i registri. Per il fisarmonicista i due elementi determinanti nella creazione del suono sono il mantice e la tastiera. Il mantice ha la funzione di produrre l’aria, che serve a far vibrare le ance per la produzione del suono: è il polmone della fisarmonica. La tastiera di sinistra è composta da 120 bassi (a bottoni). I registri sono dei pulsanti che selezionano le variazioni timbriche in entrambe le tastiere e traspongono i suoni dello strumento di una ottava (8 note) sopra o sotto. Momento fondamentale nella storia della fisarmonica è il passaggio, a partire dagli anni 60, da strumento popolare a strumento da concerto a bassi sciolti destinatario di musica colta originale. Con questo nuovo strumento è possibile suonare, con la tastiera sinistra, libere melodie su diverse altezze, permettendo all’esecutore di eseguire composizioni in stile polifonico (+ voci) e non solo. Il progresso tecnico-costruttivo della fisarmonica da concerto ha facilitato, negli ultimi 15 anni, la crescita di interesse da parte di innumerevoli compositori, i quali riconoscono all’attuale strumento notevoli potenzialità foniche ed espressive. Fra i tanti meritano di essere citati i maestri: Franco Donatoni, Bruno Bettinelli, Boris Porena, Sergio Calligaris, Luciano Chailly, Sergio Scappini, Corrado Rojac e così via… L’insegnamento in Italia è avvenuto sempre nelle scuole private e con grande difficoltà questo strumento è riuscito ad entrare in qualche conservatorio. Durante l’anno scolastico 1984/85 presso il conservatorio “Gioacchino Rossini”di Pesaro è stato istituito il primo corso straordinario ad ausilio didattico di fisarmonica, tenuto dal pianista, fisarmonicista e compositore Sergio Scappini. Nell’anno successivo fu attuato un corso sperimentale nella sezione ad indirizzo musicale della Scuola Media “Paolo Soprani” di Castelfidardo. Sono queste le tappe principali che portano al definitivo ingresso durante l’anno scolastico 1993/94 con il Decreto Ministeriale del 13 Aprile 1992 della fisarmonica classica nei conservatori: “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto, “Luigi Cherubini” di Firenze, “Gioacchino Rossini” di Fermo e Pesaro, “Niccolò Piccinni” di Bari. È stato quindi redatto anche un programma didattico, da maestri di chiara fama quali: Sergio Prodigo,Claudio Calista, Fausto di Cesare e Salvatore di Gesualdo, che prevede un piano di studi della durata di 10 anni. I didatti di fisarmonica puntano negli ultimi decenni soprattutto ad un insegnamento capillare dell’interpretazione e viene data grande importanza alle varie tecniche esecutive che riguardano l’uso del mantice, dei registri e del tocco sulla tastiera. Meritano di essere citati alcuni tra i migliori concertisti e docenti dei nostri Conservatori, di mia conoscenza, che hanno contribuito con le loro performance a portare questo nobile strumento nelle più prestigiose sale da concerto e in quasi tutti i teatri d’Italia: Adriano Ranieri (Conserv.di Frosinone) Cesare Chiacchiaretta (Conserv.Lecce) Adolfo del Cont, Francesco Palazzo (Conserv Bari) e Massimiliano Pitocco docente di fisarmonica presso il Conservatorio S.Cecilia in Roma, nonché mio attuale insegnante… al quale vorrei mandare, se mi permettete, un forte abbraccio e un caloroso ringraziamento per i suoi efficaci ed essenziali consigli…
La fisarmonica classica a bassi sciolti è destinataria di una letteratura originale e d’avanguardia e ciò grazie alla sua validità, completezza e alle sue ampie possibilità tecniche ed espressive. Come strumento solista vanta una lunga tradizione, ma è solo da alcuni decenni che dimostra la sua duttilità, integrandosi e dialogando alla pari con gli altri strumenti della tradizione, sia nelle musiche da camera che nei concerti con accompagnamento dell’orchestra. Ma per chi ama il jazz? Ora mi potrei dilungare all’infinito e invece vi voglio incuriosire: serve un computer, una rete internet e andate nel sito YOU TUBE, sezione video, e cercate di Renzo Ruggeri o Renzo Ruggeri Student’s e rimarrete sbalorditi!! A mio avviso è il miglior rappresentante italiano di questo genere… troverete se siete bravi anche il video di un suo allievo, Mario D’amato, vincitore del Campionato del Mondo categoria Varietè….
Non voglio dimenticare la posizione di prestigio che occupa nelle orchestre di musica da ballo, in questo campo è stato e sarà sempre lo strumento principe; con una fisarmonica elettronica, dotata di interfaccia midi, è possibile collegarsi a expander e tastiere musicali e realizzare esecuzioni orchestrali affascinanti. Dando un saluto ai miei colleghi, ai miei compagni di conservatorio, a tutti i miei amici fisarmonicisti, ai miei piccoli allievi, a tutti i lettori , mi auguro di aver arricchito con delle notizie interessanti la cultura personale di tutti noi riguardo la storia della fisarmonica, che è tuttora in corso e nel pieno del suo fiorire; ed auguro un buon divertimento e buon lavoro a tutte quelle persone che vorranno, in futuro, accostarsi a questo formidabile strumento che è la passione della mia vita………Viva la Fisarmonica!!!

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