Storia del Duomo di Monte Compatri e centenario Padri Rosminiani
Nel medioevo ci si riferisce a Monte Compatri come luogo fortificato, con la torre baronale degli Annibaldi, che nel 1825 divenne campanile (alta circa 30 metri) poiché il campanile della chiesa, crollato, divenne in seguito cappella della Madonna di Loreto, e con la chiesa baronale dedicata a S. Brigida.
Fatiscente sotto il cardinale Scipione Borghese (1577-1633), sotto Paolo V Monte Compatri fu elevato a principato, il cardinale fece costruire una chiesa nuova a una sola navata, tre cappelle per lato e il soffitto a cassettoni in legno. Del progetto probabilmente se ne occupò l’arch. Rainaldi. La chiesa fu dedicata a Maria Assunta. E’ riportato che, il primo altare a sinistra era dedicato a Maria Maddalena e un suddito britannico nel 1650 (Tomas Keitlanus) dopo aver pregato presso l’altare ivi posto, si convertì al cattolicesimo.
Agnese Colonna nel XVIII sec. d.C. dotò la chiesa di suppellettili e reliquie.
Nel 1773 il cardinale Duca di York la consacrò poiché in precedenza era solo benedetta.
Lo juspatronato dei Borghese sulla chiesa durò sino al 1815 e subentrò la comunità. Comunque, nell’800 la chiesa era non solo in stato precario ma insufficiente per accogliere i fedeli per il fatto che gli abitanti erano aumentati.
Nel 1828 l’arch. Bracci presentò due progetti: il primo prevedeva l’ampliamento della chiesa aggiungendo una cappella per lato (quattro e non più tre nel totale); l’altro prevedeva invece la trasformazione della chiesa a croce latina. Si decise di realizzare il secondo progetto. Comunque, c’era anche l’idea di realizzare una nuova chiesa “fuori le mura”.
Nel 1853 l’arch. Benedetti redasse un progetto per eseguire i lavori necessari a seguito della realizzazione della volta reale che sostituì il vecchio solaio in legno.
Nel 1856 fu incaricato l’ing. Gui per redigere un piano di esecuzione e nel 1866 il progetto del Bracci fu affidato all’arch. Carimini e s’iniziarono i lavori di ampliamento che comportarono la perdita dell’oratorio, del cimitero all’inglese, delle scuole dei fanciulli, della sacrestia e di parte del piazzale.
Nel 1881-1882 fu portata a termine la cupola e la porta d’ingresso laterale. Il sig. Luigi Nardella la fece intonacare e fece erigere l’altare maggiore, tutto a sue spese.
Benedetta e aperta al pubblico nel 1884, la chiesa era priva di sacrestia e, nel 1885 il capo mastro sig. Giovanni Gentili presentò il progetto per la realizzazione della stessa.
Nel 1885 fu demolito il Piazzale dell’Olmo, prospiciente alla parte nuova della chiesa.
Nel 1899 Monte Compatri subì un terremoto che provocò gravi lesioni, la volta in parte crollò e la chiesa fu chiusa. I lavori furono eseguiti grazie a monsignor Dario Ciuffa, il cardinale Serafino Vannutelli, al Comune, molti padri si impegnarono per eliminare il terrapieno esistente tra la torre e la chiesa e tra il 1899 e il 1901 l’arch. Leonori completò i lavori necessari e la chiesa fu aperta ai fedeli il 9 giugno 1901 con solenne consacrazione. In questo periodo, tra i lavori, fu effettuata la copertura in piombo della cupola e del catino absidale e livellato il pavimento che rispecchiava il dislivello dell’ampliamento, dove l’ampiamento della chiesa aveva un pavimento di novanta centimetri più basso, grazie all’intervento dell’arciprete Alessandro Preziosi.
Il Duomo fu poi completato da altre personalità e famiglie: il sig. Luciano Ciuffa donò l’altare della Cappella del Crocifisso, la famiglia Carli sistemò l’altare maggiore presso il Sacro Cuore, il card. Michele Lega e la sig. Amalia Lanzi Carli realizzarono i saloni parrocchiali (occupano lo spazio tra l’attuale campanile e la chiesa), i coniugi Martorelli Calisto e Rufina Moscatelli regalarono l’altare di S. Giuseppe.
Nel 1928 la torre campanaria fu restaurata e furono sistemate le campane grazie all’impegno di don Romeo Martorelli.
Anni fa, il pittore compatrese Arduinio Transerici restaurò in parte i due altari del transetto e l’altare maggiore, trasportato in avanti secondo le nuove norme liturgiche.
Chiusa di nuovo nel 1999 per lavori di consolidamento è stata riaperta nel 2004. I lavori, in quest’ultima fase, hanno riguardato il consolidamento della volta e il rifacimento delle coperture; per la navata centrale la sostituzione del tetto in legno e il consolidamento del cordolo perimetrale; per il transetto la sostituzione del tetto di legno; per l’abside delle iniezioni.
L’esterno della chiesa è impreziosito in parte con pietra sperone locale (facciata, finestre serliane, capitelli, etc.), mentre, al suo interno, sono presenti capitelli, colonne di ordine gigante e diverse tele: l’Assunta del Gagliardi, la morte di San Francesco del Passignano, la Madonna con Bambino e San Sebastiano, San Francesco, San Giorgio e San Giuseppe del Vanni e opere anche dell’artista locale Petrarca.
Officiata inizialmente dal clero secolare di estrazione locale per la maggior parte, poi affidata ai padri Giuseppini e, dal 1923, ai padri Rosminiani.
Monte Compatri vanta il fatto di essere la prima parrocchia rosminiana in Italia e quest’anno è stato celebrato il centenario. La Parrocchia dei Rosminiani ha organizzato, per il centenario, una serie di eventi scanditi in mesi di attività: l’attribuzione del teatro parrocchiale a Don Narciso; in data 18/06/2023 è stato ordinato Sacerdote nel Duomo Padre William che ha conosciuto e ascoltato le parole di Don Narciso su Monte Compatri e i suoi cittadini. Nello stesso giorno la benedizione del Vescovo della Diocesi di Frascati dell’ulivo posto nella aiuola sita in Via Capocroce (Piazza Manfredo Fanti) grazie al contributo di cittadini per l’acquisto e l’attività dell’Archeoclub di Monte Compatri e, dopo tali eventi, è stata effettuata una grande festa nella Piazza del Duomo. Poi la commedia “Natale al basilico” e l’opuscolo “100 anni dei Rosminiani a Monte Compatri”.
Foto: lato destro dell’ampliamento della chiesa che occupò il posto del cimitero, dell’oratorio, delle scuole dei fanciulli, della sacrestia e parte del piazzale.
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