Storia dei giorni natalizi nei Presepi Monticiani
Entriamo nell’arco medioevale e subito ci accorgiamo che sono state messe delle luci e una musica natalizia diffusa per cui, considerato l’ambiente storico, sembra di entrare in un’altra realtà. Cerchiamo i locali dei presepi. Troviamo subito il primo e vediamo in esso numerosi presepi di ottima fattura. Una piantina ci mostra tutti i locali in modo preciso e constatiamo che sono tutti vicini, poiché quest’anno sono tutti riuniti nel Borgo Ghetto. Allora proseguiamo. Nelle numerose cantine siamo accolti da componenti del Borgo Ghetto, che ci mettono subito a nostro agio offrendoci dolci e buon vino; in qualche cantina ci offrono anche salcicce e del buon vino rosso caldo. L’accoglienza è ottima. Restiamo, poi, meravigliati nel vedere tanti bei presepi in molte cantine sistemate con gusto. Sono proprio bravi questi ghettaroli! Non posso stilare una graduatoria dei presepi, perché son tutti belli, ma quello grande, realizzato in una grotta mi ha colpito particolarmente. Chiediamo chi l’ha fatto e in coro dicono che è opera del Borgo Ghetto. Il presepe è pieno di case, casette, castelli, personaggi, luci ecc….c’è anche una cascata con un laghetto… che bello! Ritengo che una bellezza così, dovrebbe rimanere sempre visibile, ma sappiamo che i locali sono stati dati, per l’occasione, in prestito dai legittimi proprietari, allora che fine farà? Ci hanno lavorato tanto!!!. Su un libro per le firme annoto che è un peccato rimuoverlo ed invito le autorità a interessarsi in merito affinché non sia smontato o quantomeno sia custodito bene. Finito il percorso presepiale, scendo in piazza, e diffondo la notizia subito a tutti. «Aho! A Ghetto au fattu bei presepi e so proprio tanti , stau roperti fina a lu sei de’ Gennaio e pò lu tre Gennaio fau pure quillu Vivente, chissà comm’e sarà ?». Mi hanno poi riferito che durante gli altri giorni hanno fatto anche le salsicce e pancetta alla brace. Ma quanti sono i ghettaroli per fare tutto questo?
Arrivato il 3 Gennaio, alle 17.30, m’incammino verso il Borgo Ghetto percorrendo lo “stradone” (via Placido Martini) e mi accorgo che molti altri hanno avuto la mia stessa idea; tutti vanno a vedere il “Presepe vivente”. Le macchine sono tante e girano e rigirano in cerca di parcheggio, credo che difficilmente lo troveranno.
Alle 17.50 entro dall’Arco medioevale e m’incappo in qualcosa d’insolito per i nostri tempi… alcune persone stanno aiutando una figura vestita di azzurro a salire su un asino. Un asino vero! Ma certo, sono Maria, Giuseppe con l’asino che dovrebbe accompagnarli verso Betlemme! Allora sono tornata davvero indietro nel tempo! Quanta gente! Mai visto il centro storico così popolato! Cerco di intrufolarmi tra la gente per trovare un posto ma tutti mi spingono, vogliono vedere, scattare foto, fare riprese. Dagli altoparlanti viene comunicato che il Presepe vivente incomincia alle 18.00 e fornisce indicazioni sul percorso di Giuseppe e Maria. Dalla musica di sottofondo, una voce inizia a raccontare la storia …..e mi riporta porta immediatamente ricordare i tempi lontani. Mi fa rammentare quando ero bambina, prima della cena di Natale, mi mettevano sulla sedia e recitavo la poesia di Natale che la maestra ci aveva fatto preparare, finito questa, papà alzava il piatto e sotto trovava una letterina con le mie richieste a Gesù Bambino, sempre, con la promessa di essere più buona; poi ci scambiavamo abbracci e iniziava il cenone con tutta la famiglia, ed io ricevevo la piccola, ma quanto mai desiderata, mancia. Che bei ricordi… Ma ormai sono dentro questa meravigliosa atmosfera e non solo io; vicino a me tutti meravigliati assistono al cammino Magico. Non voglio perdermi nulla… allora seguo il corteo. Alla prima locanda, Giuseppe chiede ospitalità per una notte a un oste, logicamente in costume, ma il ristoro è negato; iniziano a suonare i rintocchi delle campane… sembrano quelle del nostro campanile. Poi il corteo s’incammina verso altre locande, tra vicoletti e stradine del Borgo, in un’atmosfera particolare… e tutti seguono attentamente….. La scena della richiesta di alloggio si ripete per altre quattro locande… sempre negativa… Dopo gli undici tocchi delle campane Maria e Giuseppe, ricordo bene dalla poesia che stanno rievocando, ci dovrebbe essere una capanna che li accoglie. Infatti, entriamo tutti in piazza Fanti e la troviamo tutta piena… Altra gente silenziosa ed emozionata sta aspettando. Dall’alto di un palazzo un fascio di luce avvolge Giuseppe e Maria sull’asinello che a fatica riescono a passare tra la folla. Entrano nella piazzetta, dove nella penombra vedo altri personaggi in costume che stanno compiendo dei lavori, forse sono dei contadini, sembra di stare in una piccola Betlemme. Maria e Giuseppe entrano in una capanna ricostruita molto attentamente, si chiude una tenda… la musica si fa sempre più dolce… tutti restiamo in attesa di qualcosa… Suonano le campane di mezzanotte… Improvvisamente si sentono dei vagiti… sì, sì, dei vagiti, e la musica irrompe con un maestoso Gloria in excelsis Deo… si apre la tenda… È NATO… Maria ha in braccio il Bambinello con Giuseppe a suo fianco… vedo anche il bue e l’asinello… non faccio in tempo a riprendermi da questa immagine che inizia a nevicare sulla capanna… mi emoziono… ma non sono la sola, vicino a me c’e gente che piange… e la musica melodicamente continua a estasiarci.
Tutti i personaggi, quindi, vanno ad adorare il Bambinello e dopo un po’ ritornano al loro posto. Il narratore del racconto elenca i mestieri che i vari personaggi rappresentano e una alla volta, messi in evidenza dalla luce segui persona, portano un proprio dono al bambinello. Con disinvoltura e bravura ben quindici mestieri sono impersonificati: dalla sempre presente massaia al tradizionale bottaio e vinaioli monticiani. Il cuore mi batte velocemente, sono proprio emozionata. Si accende la cometa con la sua lunga coda che avvolge tutta la piazzetta…. Avvivano tre magi (bei vestiti, complimenti!); adorano il bambinello e con loro si raccoglie tutto il popolo del presepe. Finita l’adorazione, tutti i personaggi si girano verso la gente e improvvisamente, qualcuno mi dà un foglio con una canzone monticiana. Viene annunciato che i personaggi canteranno la canzone di tradizione monticiana Quando nascì lu ninnu a Betlemme e tutti i presenti sono invitati unirsi a loro Ricordo lontanamente questa canzone e inizio a cantare con gli altri …e la canto tutta. Poi si ode il canto “Tu scendi dalle stelle…….”.
Purtroppo, come per tutte le cose, avviene una fine. Ho trascorso un’ora e posso dire che non è stato bello, ma bellissimo!!!.
Gli organizzatori ringraziano tutto il pubblico… poi, il sig. Sindaco ringrazia i componenti del Borgo Ghetto per la loro disponibilità e tutti i presenti per la partecipazione numerosa. Siamo noi che dobbiamo ringraziare questi ragazzi, i quali, volontariamente hanno organizzato oltre cinquanta presepi e un centinaio di natività per quindici giorni nelle svariate cantine, e poi per aver rappresentato in modo meraviglioso ed emozionante questo presepio vivente.
Il giorno dopo, nella solita piazza, era tutto un parlare del presepe vivente….. Tutti raccontavano l’emozione provata. Questa rappresentazione monticiana davvero è stata sentita! Dispiace solo per i tanti visitatori, che non trovando un parcheggio sono andati via. A loro dico di ritornare il prossimo anno. Di certo, avranno anche loro la possibilità di fermarsi, vedere e gustare il nostro Centro Storico.
Grazie Borgo Ghetto.
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