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Nella sala ToniUCCI di Castel Gandolfo, il direttore artistico Giorgio Tomassi coordina una varietà di talenti, intuendo con successo le nuove forme emergenti. Lo spettacolo Stella di Periferia di Emiliano Stella, senza azione scenica, anima il palcoscenico di una nuova forma di arte contemporanea, genuina, lontana dalle logiche di mercato, che si afferma con umiltà e forza. Un tipo di musica con cui il pubblico può facilmente sintonizzarsi per il suo realismo.  

Simone Cristicchi è il punto di partenza di questa particolare forma artistica, accendendo nel cantautore romano, l’idea di convertire in avanspettacolo i rumori della vita, che grazie al suo talento artistico, si trasformano in musica e poesia. Le storie sono cariche di una tristezza senza riscatto e diventano l’anima degli stornelli costruiti su uomini e donne dimenticati nelle case popolari di Pomezia, costruite per sopperire gli esuberi di Tor Bella Monaca. Emiliano Stella, suona, canta e racconta in versi, le vite di gente di quartiere che hanno accompagnato la sua  prima giovinezza, dove gli amici, le uscite in motorino e i paesaggi incolti e contaminati dai rifiuti sono la cornice dell’unica vita possibile. I suoi racconti diventano il salvavita di esistenze che riprendono la forma  e il colore dei sentimenti: persone che aspettano solo di essere riconosciute. Fiori nati sulla strada. Emiliano Stella denuncia il divario sociale, preservando la dignità dei poveri del quartiere che conservano il loro fascino, nonostante tutto. Vite spezzate in una catena umana di emarginazione, raccontati come professionisti della sopravvivenza. I testi delle canzoni sono poesia cruda, spietata che parlano dell’orrore, della miseria e dell’ignoranza che costringe a lottare contro un destino già scritto. Le melodie si adattano ai rumori della strada e gli stornelli sono quadretti animati dai suoni dei clacson, l’odore dello smog e il linguaggio della strada. Lontano dal sentimentalismo consolatorio, traghetta gli spettatori nel mondo angoscioso e duro di periferia delle nostre città e sull’urgenza di ridare dignità al vicino trasfigurato. Lo spettacolo è gradevole, significativo e profondo per un momento di cultura.