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Stasera al Teatro Parioli di Roma i giovani dell’OISMA

Dicembre 19
10:44 2022

Al Teatro Parioli di Roma il 19 dicembre lo spettacolo “Alla ricerca della romanità perduta”, organizzato da OISMA APS – Associazione di promozione sociale per l’autismo e la neurodiversità

Stasera al Teatro Parioli di Roma i giovani dell’OISMA insieme a Banfi, Paiella, Rivera e Dado, per una serata all’insegna della charity

Con loro sul palco anche tanti artisti affermati, a partire dal padrino Lino Banfi che, con i ragazzi OISMA APS e la Dott.ssa Rosaria Ferrara aprirà la serata, che vede la direzione artistica di Fabrizio Sabatucci, Paolo Mastrorosato e Roberto Deidda

 Solidarietà, sensibilizzazione, sorrisi: al Teatro Parioli di Roma lunedì 19 dicembre alle ore 21 andrà in scena lo spettacolo “Alla ricerca della romanità perduta”, organizzato da Seconda Stella, impresa sociale, in favore dell’Associazione di Promozione sociale OISMA. È per la seconda volta che i ragazzi di queste due realtà cavalcheranno il prestigioso palco del Parioli non solo per esibirsi, ma anche per parlare di sé e far conoscere la condizione autistica. 

TUTTI GLI ARTISTI SUL PALCO – Con loro sul palco anche tanti artisti affermati, a partire dal padrino Lino Banfi che, con i ragazzi OISMA APS e la Dott.ssa Rosaria Ferrara aprirà la serata, che vede la direzione artistica di Fabrizio Sabatucci, Paolo Mastrorosato e Roberto Deidda. Le performance, poi, saranno animate live dall’artista Antonino Federico. Con loro sul palco anche tanti artisti affermati, come Max Paiella, Andrea Rivera, Dado, Cristiana Vaccaro, Fabrizio Sabatucci, Antonio Giuliani, Gabriele Linari, Gianluca Crisafi, Fabrizio Giannini, Sequestrattori, Fabiana Bruno e la voce di Ughetta D’onorascenzo. Per la parte musicale, al piano troviamo Gabriele Barettini, Pino Caronia al violino.

 LO SPETTACOLO – Risate, poesia e luci si mescolano. È il tempo magico del Natale, raccontato con allegria, leggerezza ed ironia. Infatti, ai nostri giorni, la riflessione è divenuta quasi marginale e le nostre città nell’atmosfera natalizia si distinguono per essere luoghi pieni di frenesia, corse ai regali, cenoni, parenti che improvvisamente scopriamo di avere! Allora perché non immaginare uno spettacolo che tra diversità, ironia e riflessioni non ci porti “alla ricerca dell’Umanità perduta?”. 

“Sarà uno spettacolo, tra il sacro e il romano, di matrice comica e pungente – spiega Fabrizio Sabatucci – che gioca sulla visione surreale di immaginare un Natale a Roma dove Giuseppe e Maria arrivano per festeggiare il compleanno del loro figlio, uno studente fuori sede. Vagando per le vie della Capitale alla ricerca di una dimora per il figlio, incontrano vari personaggi, come Dado, Giuliani, Paiella e Rivera. Con loro emergeranno i problemi di Roma: traffico, concitazione dei giorni di festa e regali da scegliere”.

 OISMA e SECONDA STELLA – Sono due realtà che collaborano per portare avanti progettualità ben precise nell’ambito della neurodiversità con grande attenzione all’autismo. Oltre a diversi momenti di divulgazione e riflessione, le due realtà si occupano di intervento precoce nell’ambito della neurodivergenza e di laboratori pomeridiani per adolescenti e giovani che favoriscono l’inclusione sociale e lavorativa. I laboratori attraverso l’arte, il doppiaggio, il teatro, la cucina o lo sport vanno a favorire la costruzione di ambienti inclusivi che, troppo spesso, gli autistici faticano a trovare.

 “OISMA e SECONDA STELLA  sono due realtà del terzo settore che lavorano per, ma soprattutto con, bambini, ragazzi e giovani neurodivergenti, parallelamente su due regioni – dichiara la Dott.ssa Rosaria Ferrara, docente a contratto “La Sapienza” – Nelle nostre sedi di Roma e Battipaglia (SA) è infatti possibile accedere a svariati servizi, tra cui laboratori di inclusione sociale per adolescenti e giovani autistici in cui si creano spazi di vita inclusivi in cui i ragazzi sperimentare attività di vario genere, anche l’uscita al pub, sempre affiancati da operatori e pari. La vittoria più grande è che i nostri spazi non sono semplicemente riabilitativi, bensì sono luoghi di vita, socializzazione ed amicizia”.

 

 

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