Stand by Me 1 e 2
Dallo spiritual alla canzone popolare, storie di un successo planetario.
Charles Tindley è stato un compositore gospel leggendario. Autore di By And By e I’ll Overcome Some Day (più tardi conosciuta come We Shall Overcome), nel 1905 realizza Stand By Me, uno spiritual che sarà inciso per la prima volta nel dicembre del 1922 da Magdalene Tartt Lawrence. Ma il disco non sarà distribuito prima della fine del 1923, o forse, dei primi del 1924. A confermare la data incerta è un annuncio pubblicitario che appare sulla rivista ‘Crisis’, nel maggio del 1924. Il disco della Lawrence è pubblicato per l’etichetta Paramount (matrice G05091) e Stand by Me esce come lato B del 45 giri His Eye Is On The Sparrow.
I crediti stampati sull’etichetta però contengono un errore, e il nome Tindley appare come “C. A. Lindley”. Nel 1948 la canzone viene incisa da ‘sorella’ Matthews, una predicatrice evangelica, la cui interpretazione s’avvicina di più ad una fusione tra il gospel e il blues rurale: quel blues originario sulla cui struttura il compositore di inni Charles Tindley costruì l’ossatura degli spirituals. Anthony Heilbut – musicologo ed autore dell’opera monumentale The Gospel Sound, Good News and Bad Times – analizzando la canzone, scopre che il brano ha una melodia che è una variante del blues (costruita su 17 tempi) anche se la sua forma si rifà alla tradizione del gospel funebre, che lo studioso classifica sotto la categoria di blues anabattista. Negli anni ’50 Elder Wilson incide una versione blues di Stand By Me, ma arricchendola dalla presenza di due armoniche: una novità rispetto alle esecuzioni degli spirituals degli anni ’20 e ’30 che raramente prevedevano l’utilizzo di questo strumento. Esiste anche una versione informale di Stand By Me, che Elvis Presley realizzò nell’aprile del 1959, durante il suo soggiorno in Germania. Il 25 maggio del 1966 Elvis la registra in studio, mentre l’incisione ufficiale del pezzo compare nell’album Amazing Grace, una raccolta di tutte le canzoni sacre interpretate da Presley, pubblicato dalla RCA nell’ottobre del 1994.Quella di Stand By Me, la canzone popolare che risuona sulle chitarre di tutto il mondo, invece, è tutta un’altra storia.
Scritta e interpretata da Ben E. King (al secolo, Benjamin Earl Nelson), della Stand by Me originale porta solo il titolo. Il singolo, nel ’61, consacra Ben E. King al successo. La ristampa della canzone (del 1986) viene pubblicata in occasione dell’uscita nei cinema dell’omonimo film (Stand by Me – Ricordo di un’estate), tratto da un romanzo di Stephen King. La canzone, composta da Ben E. King, insieme a Jerry Leiber e Mike Stoller, s’ispira a un brano gospel dal titolo omonimo degli Staple Singers (1955) e contenuto nell’album (This May Be The Last Time),ma è dalle corde soul-pop di King che nasce il pezzo musicale ultra-famoso e reinterpretato da una miriade di artisti.
Secondo ‘History of Rock’, Ben E king, quando scrisse la canzone, non pensava d’interpretarla ma di farla incidere ai Drifters. In quel momento, King si trovava in studio per registrare il suo singolo Spanish Harlem, ma i produttori, Jerry Leiber e Mike Stoller, gli chiesero se avesse altre canzoni pronte da suonare e King, allora, rispose: «Certo: Stand by Me», eseguendone al piano la versione strumentale: l’unica parte della canzone esistente, fino a quel momento. La musica piacque talmente ai due, che Ben E. King tornò in studio per registrarla. Mike Stoller lavorò all’armonia e agli arrangiamenti, King perfezionò la linea melodica e, insieme a Jerry Leiber, scrisse anche il testo. Il singolo primeggiò nelle classifiche americane (R&B charts e Top Ten). Dopo due anni, apparve come settima traccia dell’album King’s Don’t Play That Song (1963). La progressione armonica del brano musicale è molto semplice (da tutti associata al classico “giro di DO”): ha poco a che vedere con la struttura che caratterizzava l’antico gospel degli Staple Singers che l’aveva ispirata. Ma sarà stato per merito di questa sua semplicità o forse della sua immediatezza che, negli anni, Stand By Me ha contato un interminabile numero di cover. La più nota è sicuramente quella di John Lennon (1975). La più contesa è Pregherò, interpretata da Celentano e con un testo, attribuito ad A. Del Prete, del quale Don Bachy e Ricky Gianco rivendicano ancora la rispettiva paternità. La più inaspettata è quella incisa da Cassius Clay (proprio il pugile) che nel 1963 realizza un album per la Columbia (I Am the Greatest!) e, tra gli altri brani, fa posto anche alla sua personalissima Stand By Me.
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