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Stagione del teatro vascello settembre – dicembre 2021

Stagione del teatro vascello settembre – dicembre 2021
Settembre 09
17:46 2021

STAGIONE

settembre – dicembre 2021

MAI PIU’ SOLI

 

Dal 24 settembre al 10 ottobre 2021 martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

PENG di Marius Von Mayenburg

traduzione Clelia Notarbartolo

con Fausto Cabra, Gianluigi Fogacci, Sara Borsarelli, Giuseppe Sartori, 

Anna C. Colombo, Francesco Giordano

e con la partecipazione di Manuela Kustermann

scene e disegno luci    Marco Giusti

scenografa collaboratrice Alessandra Solimene
video   
Paride Donatelli
suono   Dario Felli
realizzazione scene   Danilo Rosati

costumi a cura di Francesco Esposito

aiuto regia Paolo Costantini

assistente alla regia volontario Luca Nencetti

regia Giacomo Bisordi

produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello
con il contributo di NuovoImaie

 

Nella sua continua ricerca di nuove drammaturgie e di approcci alla scena, il Teatro Vascello ha scelto, per l’apertura della prossima stagione teatrale 2021-2022, di presentare al pubblico italiano la prima edizione di Peng, commedia scritta da Marius Von Mayenburg nel 2017 per la Schaubühne di Berlino all’indomani dell’elezione di Donald J. Trump negli Stati Uniti d’America.

Cercando di essere fedeli alla visione di Mayenburg per cui “il teatro dovrebbe essere un luogo in cui non sentirsi al sicuro”, con Peng si costruisce un’atroce metafora politica, un’indagine drammatica sulla nascita di una nuova generazione di uomini forti, leader politici pregni d’amore incondizionato per le proprie nazioni, capaci di dare risposte molto semplici a problemi incredibilmente complessi.

L’allestimento, pensato come un adattamento alla realtà italiana della commedia di Mayenburg, sarà costruito come un documentario teatrale con una compagnia di sei interpreti, diretta da Giacomo Bisordi e formata da Fausto Cabra nel ruolo di Peng, Gianluigi Fogacci e Sara Borsarelli in quello dei genitori, Giuseppe Sartori di un reporter d’assalto, Anna Chiara Colombo e Francesco Giordano, interpreti di dieci figure differenti, da una dottoressa fedele ad Ippocrate ad un’ostetrica narcisista, da un venditore d’armi sfuggito agli anni ‘80 ad una vittima ripetuta di violenza domestica.

Un bambino fuori dal comune o semplicemente un mostro nutrito dall’ipocrisia dei propri genitori? Mostruosità che pervade questa commedia dimentica delle regole e che lascia agli spettatori l’onere della risposta.

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti

info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/peng/160364

 

 

Dal 19 al 24 ottobre martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

ECHO – CHAMBER

Liberamente ispirato a L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett

di Leonardo Manzan e Rocco Placidi

con Paola Giannini

disegno sonoro Filippo Lilli

Luci Paride Donatelli e Giuseppe Incurvati

regia Leonardo Manzan

Produzione La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello, Elledieffe, Teatro Verdi Pordenone

 

Echo-Chamber, liberamente ispirato a L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett, Manzan si confronta con un classico del teatro contemporaneo. Tra ironia e disincanto, mentre il “nastro della vita” si riavvolge, riaffiorano i ricordi del passato e avanzano le speranze per il futuro. “Appena finito di sentire quel povero cretino per il quale mi prendevo trent’anni fa, difficile credere che abbia mai potuto essere tanto coglione. Grazie a Dio sono cose finite, ormai.” Samuel Beckett

 

Una tarda sera nel passato, solo nella sua tana, Krapp registra il primo nastro. La fine è nota. Krapp è un clown. Un giovane clown alle prese con il primo tassello della sua opera monumentale. Nella tana non ci sono ancora le scatole delle vecchie bobine.

Lentamente Krapp posiziona i microfoni, uno dopo l’altro, finché non si ritrova in trappola.

I microfoni lo circondano, lo puntano, pronti a captare ogni parola, ogni verso, ogni passo, inciampo, respiro, a catturare ogni tremito della sua voce.

Krapp esita. Poi li accende.

Il giovane Krapp parla a un clown di trent’anni più vecchio, gli parla delle sue speranze, illusioni, entusiasmi. Krapp che si registra parla al sé stesso del futuro. Così dà inizio a un falso dialogo. Da questo momento in poi tutto sarà registrato e, a suo piacimento, riprodotto, presente in una continua ripetizione. Come in un’eco. Un’eco che può accendersi e spegnersi. Krapp si registra. Si riascolta. Non si riconosce.

Registrare la propria voce e riascoltarla è un gesto di tutti i giorni. E come tutti Krapp prova vergogna, compiacimento, approvazione. Cancella le parti che trova sgradevoli, sovrascrive le frasi incompiute, riprova finché il risultato non lo soddisfa, finché non si riconosce in quello che ha detto, in come lo ha detto. Così fa Krapp.

Lo spettacolo è incentrato su questa dinamica di registrazione e ritrasmissione della voce del protagonista. Krapp Seleziona le frasi migliori, se esita, ripete, scarta i toni che non gli piacciono, incide e sovrascrive su sé stesso. Grazie al montaggio dei suoi pensieri, delle sue speranze incerte e confuse crea la sua identità, il suo personaggio.

Il risultato appare completamente diverso dalla fonte originale. Krapp ora si riconosce.

Strato dopo strato, memoria dopo memoria, si forma una barriera di suoni, un’eco che avvolge, protegge, rassicura. L’eco di Krapp nella sua tana. Ma la tana di Krapp, che è un clown, è il teatro. Così la voce di Krapp, catturata dai microfoni, richiama altre voci. Si distinguono, anch’esse registrate, le voci degli spettatori che si sommano a quella di Krapp, le opinioni del clown si mischiano alle chiacchiere del pubblico che fin dall’inizio era nelle stesse condizioni del protagonista, cioè sotto tiro dei microfoni. Così le speranze, gli entusiasmi, le delusioni, i racconti, i falsi dialoghi, arrivano a essere indistinguibili, a coincidere, e fanno dell’intero teatro una camera d’eco, una eco-chamber.

La metafora dell’eco-chamber è utilizzata per quelle situazioni in cui si viene a contatto solo con idee che ci rassicurano delle nostre scelte e ci confermano nelle nostre opinioni, idee che ripetiamo e che ci vengono ripetute, che accogliamo senza il minimo dubbio perché sono, o ci sembrano, nostre. Idee di cui non ci interessa né la verità né la verosimiglianza, ma la riconoscibilità. Per questo Krapp costruisce la sua prigione in una camera d’eco, perché cerca disperatamente di riconoscersi. Come noi, quando andiamo a teatro.

Una tarda sera nel futuro, Krapp riascolterà il nastro di trent’anni prima. Nonostante tutto, non si riconoscerà. Krapp, intanto, mangia una banana. Due banane.

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Leonardo Manzan, romano classe 1992, si diploma come attore all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo

Grassi di Milano nel 2015.

Esordisce come autore, regista e interprete con lo spettacolo It’s App to You – o del solipsismo con cui vince numerosi premi e riconoscimenti.

Si è rivelato tra i giovani talenti alla Biennale di Venezia aggiudicandosi nel 2018, con Cirano deve morire, il primo premio della Biennale College Teatro – Registi under 30.

Invitato nuovamente alla Biennale nel 2020 presenta Glory Wall che vince il premio come miglior spettacolo della Biennale di Venezia. Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/echo-chamber/160362

 

 

 

 

Dall’9 al 14 novembre martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

SPELLBOUND 25

9-10 novembre 2021 martedì, mercoledì ore 21

DANCING PARTNERS

Dancing Partners è un progetto in rete avviato nel 2013 per la promozione della danza contemporanea da parte di un team di artisti consolidati di diverse nazionalità. Concepita come iniziativa itinerante, DP fa tappa in ognuno dei Paesi coinvolti (Spagna, Germania, Inghilterra e Italia) in cui a seguito di una residenza temporanea, luogo di scambio e confronto tra i vari artisti nella sede della Compagnia ospitante, sono programmate performance laboratori, incontri, dibattiti con il pubblico stesso e con gli studenti avvicinati nelle attività di formazione del progetto. DP ha così non solo un fine di promozione del lavoro degli artisti coinvolti, ma un forte radicamento nei territori toccati con attività di formazione di settore oltre che del pubblico. I partner sono Thomas Noone Dance (Spagna), Norrdans (Svezia) e Company Chameleon (Inghilterra) e Spellbound Contemporary Ballet (Italia) . Le diverse componenti,  si trovano a lavorare e mescolarsi in progetti dove il comune denominatore sulla condivisione di un pensiero artistico comune prevale sull’etichetta del singolo ma soprattutto dove l’aspetto della pluralità porta a sostenere iniziative diffuse per l’avvicinamento del pubblico e la promozione della cultura contemporanea: show case in strada, lezioni e incontri presso scuole e università, laboratori per bambini così come per adulti e prove aperte sono solo alcuni dei contenuti che DP accosta alle rappresentazioni di spettacolo nei diversi paesi coinvolti. Dal 2018 il progetto ha avviato un nuovo processo di indagine creativa rivolto a programmi di co-creazione tra le quattro compagini già sperimentati a seguito di due residenze rispettivamente in Svezia e Spagna, modello che si propone di esportare anche in altre geografie attingendo così alle diverse influenze artistiche delle diverse identità locali nell’approcciare la creazione. Dal 2021 nel tour italiano il progetto DP accoglie il collettivo Frantics, un ensemble fortemente caratterizzato dalla vocazione artistica di comporre per pubblici diversi e per formati differenti come la natura di DP sostiene.

 

NOTE SULLE COMPAGNIE OSPITI 

THOMAS NOONE DANCE (SPAGNA)

Thomas Noone Dance (TND) è una compagnia di danza contemporanea che porta in scena il lavoro dell’omonimo coreografo Noone con l’obiettivo di costruire un’emozionante danza fisica. Dalla sua nascita, nel 2001, TND ha sviluppato uno stile inconfondibile che coniuga un’elevata capacità tecnica dei ballerini a una ricerca su un linguaggio capace di suscitare emozioni utilizzando il corpo come mezzo di espressione artistica andando a produrre oltre 32 creazioni tra spettacoli di formati maggiori e piece per famiglie. Dal 2008 infattila compagnia è sempre più attiva in progetti socio-culturali utilizzando la danza come strumento di integrazione e coesione, con particolare interesse per i giovani e la danza inclusiva. Dal 2006 TND è diventata compagnia residente al SAT! Theatre, passaggio che ha permesso un notevole ampliamento del repertorio e la messa in scena di nuove iniziative con lo scopo di esplorare obiettivi culturali e socio-educativi diversi per creare ulteriori metodi per comunicare con il pubblico.

 

FRANTICS DANCE COMPANY (GERMANIA)

Frantics è un collettivo di danza sperimentale con sede a Friburgo / Berlino. Dal 2013 seguendo la lor visione artistica comune, i co-fondatori hanno iniziato la loro ricerca spaziando nel B-boying, Hip-hop, Acrobatica e danza contemporanea.

Nel 2014 presentano “Praesens” come primo progetto teatrale, nel 2015 “Senz” cui ne è seguito un tour internazionale tra Italia, Spagna, Germania e Nord Macedonia.

Nel 2016 il prestigioso teatro “Sophiensaele” ha offerto loro un finanziamento per creare “Last” che ha debuttato al Tanztage Berlin 2017. Questo lavoro è stato rappresentato in Spagna, Italia, Germania, Grecia e Taiwan. Alla fine del 2017, hanno collaborato con la compagnia taiwanese “Les petite choses” per la produzione “13”.

Nel 2019, prende vita “Last Space” con il sostegno del festival “Dance days Chania”. Nel 2020 hanno vinto il primo premio a Burgos-New York e il secondo premio al 34° concorso internazionale di Hannover con “Space”, creazione che è stata anche invitata al Mash 2021 (Israele). La specialità del linguaggio degli autori/performers è tracciata da rapidi cambiamenti, blocchi, isolamenti e movimenti esplosivi, un vocabolario che poi si inserisce fortemente in una profonda cornice teatrale dove tutti questi elementi sono integrati per trasmettere allo spettatore storie e immagini, anche le più profonde, che risiedono nel loro inconscio.

 

COMPANY CHAMELEON (INGHILTERRA)

“Come un camaleonte cambia colore, così anche noi cambiamo il nostro: il contesto – che sia un quartiere popolare o un palco – il medium – sia film o performance dal vivo – attraverso tutti i diversi stili in cui operiamo cerchiamo sempre di scoprire nuovi modi di rappresentazione.”

La compagnia Chameleon, fondata e diretta da Anthony Missen e Kevin Edward Turner crede nel Dance Theatre come metodo fondamentale per il cambiamento sociale. Il loro lavoro permette allo spettatore di sperimentare l’arte della danza, affrontando in modo creativo i problemi e le difficoltà. La compagnia Chameleon porta dunque in scena storie, racconti e archetipi alla vita con bellezza, forza e intensità. Il loro lavoro ha lo scopo di colmare il divario tra la danza teatrale contemporanea, gli artisti e il pubblico. L’ispirazione per il loro lavoro è di ampio respiro: osservazioni sociali, domande sulla condizione umana, identità e concetti astratti. 

 

 

 

SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET (ITALIA)

Spellbound nasce nel 1994 per volontà di Mauro Astolfi cui si è aggiunta alla guida dopo due anni Valentina Marini. Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori di eccellenza, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano internazionale, convincendo le platee dei principali Festival di Europa, Asia, Americhe.  L’esperienza di oltre 25 anni in ambito professionale ha rafforzato il know how di un team consolidato di professionisti capace di accogliere progetti di produzione con una spiccata vocazione all’internazionalizzazione.

Le attività di Spellbound infatti, oltre alla centralità autoriale del coreografo Mauro Astolfi, elencano iniziative come la coproduzione “Pa|Ethos” a firma del coreografo tibetano Sang Jijia in rete con Fabbrica Europa, Scuole Civiche Paolo Grassi, Marche Teatro, Bejing Dance Festival, “La Mode”, installazione a firma di Tomoko Mukayiama e Tojo Ito che ha inaugurato il National Taichung Theater a Taiwan, la performance“Re-Mark” a firma di Sang Jijia in rete produttiva con Fondazione Fabbrica Europa, CCDC Hong Kong, Versilia Danza, il progetto “Collapse” a firma di Francesco Sgrò, la  coproduzione “Vivaldi Variations” in partnership con Grand Theater de Luxembourg, la rete europea Dancing Partners e l’ultima creazione per il venticinquennale che vanta le prestigiose firme ospiti di Marco Goecke e Marcos Morau. Le attivita’ di produzione sono inoltre sostenute dal MIC a partire dal 2000

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

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11-12-13-14 novembre 2021 giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

SPELLBOUND 25

coreografie di Marco Goecke, Marcos Morau e Mauro Astolfi

UNKNOWN WOMAN

Coreografia Mauro Astolfi

Interprete Maria Cossu

Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli

Disegno Luci Marco Policastro

Costume Anna Coluccia

Musiche AAVV

Durata 14’

Per Maria,

Unknown Woman è un racconto serio ed immaginario allo stesso tempo, è un raccoglitore di memorie e di pensieri di quello che è accaduto con un’artista importante in 20 anni di collaborazione e di condivisione. Io e lei abituati in questi 20 anni a raccontarci alcune cose segrete attraverso dei movimenti, dei portatori sani di verità, una rubrica disordinata dove ho dovuto leggere e rileggere appunti per capire la donna e l’artista.

Forse ci siamo capiti solo in una sala prove e sul palcoscenico di un teatro, ma come si fa a capire un’artista? inseguirla è stato possibile solo con gli occhi e con il cuore, ogni altro modo ti confonde ancora di più e ogni volta devi quasi ricominciare dall’inizio, come ci ripresentassimo e ci chiedessimo per la prima volta il nome. Non so dove finisce l’immaginazione e quanto invece ho imparato da lei in questi 20 anni.

Da sconosciuti siamo ancora in sala, ci osserviamo, ci regaliamo e ci rubiamo cose, ma ci conosciamo bene e per questo camminiamo ancora insieme. (Mauro Astolfi)

 

WONDER BAZAAR

Coreografia Mauro Astolfi

Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele,

Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti

Assistente alla Coreografia Alessandra Chirulli

Set e luci Marco Policastro

Realizzazione costume Anna Coluccia

Musiche AAVV

Durata 35’

Wonder bazaar è un avamposto di una umanità servo assistita da una tecnologia desueta, un emporio a buon mercato dove cercare di riparare i danni di una vita che non si riesce a capire e a controllare.

Ognuno accartocciato su sé stesso, dove i rapporti umani ormai ridotti al minimo lasciano spazio ad una fiducia cieca e priva di senso nei confronti di una macchina che, anche se spenta e non funzionante, dà sicurezza.

Ma tra i macchinari e gli scaffali c’è chi trova un rimedio per gli afflitti da angoscia esistenziale e lavora ad un progetto misterioso, forse un azzardo, ma per tentare di ribaltare l’alienante mondo contemporaneo. Un sistema ormai perfetto di produttività meccanica, scaffali pieni di testimonianze di felicità mia raggiunte.

Wonder Bazaar è uno studio ibrido tra passato e futuro dove smettere di girare in tondo in una fitta matrice di abitudini, dove si verifica l’incapacità di condividere emozioni reali con gli altri. La meraviglia di questo bazaar è che proprio in questo cimitero di macchinari non più funzionanti o semi funzionanti si ritrova un senso di fede non più verso qualcosa o qualcuno all’esterno di noi: proprio qui paradossalmente si risolvono teoremi importanti sul senso della vita al di fuori della connessione con le macchine e ci si ricorda che le macchine sono state costruite da noi. (Mauro Astolfi)

 

Pausa tecnica

 

 

 

“ÄFFI“

Coreografie, set e costumi Marco Goecke

Interprete Mario La Terza

Assistente alla coreografia Giovanni di Palma

Disegno luci Udo Haberland

Musiche Johnny Cash

Riallestimento per Spellbound Contemporary Ballet

Durata 12‘

“Äffi”, una delle creazioni di maggior successo internazionale di Marco Goecke, è stata inserita nel repertorio dello Scapino Ballet di Rotterdam nel 2006, ed è stata eseguita da Tadayoshi Kokeguchi nel 2006 a Istanbul e nel 2008 a New York. Sebbene Arman Zazyan, Damiano Pettenella, William Moore, David Moore, Robert Robinson, Mischa van Leuven e – finora unica donna – Katja Wünsche hanno studiato l’assolo, la performance più memorabile è quella del fenomenale Marijn Rademaker, protagonista della prima, che nel 2006 gli è valso il prestigioso premio teatrale tedesco “Der Faust” (“The Fist”) come “Best Dance Performer”, assegnato per la prima volta quell’anno. Spellbound Contemporary Ballet è la sola compagnia di produzione italiana da avere in repertorio questa creazione.

Basato sulla grammatica della tecnica classica anche il gesto di Goecke ma fortemente contaminato dalle espressioni del tanztheater tedesco: «Il motore del mio lavoro è l’angoscia, può diventare una fonte di speranza. Rendere l’angoscia visibile e palpabile per trasformarla in bellezza», dice Goecke nel documentario rivelatorio A fleur de peau, realizzato da Manon Lichtveld e Bas Westerhof, nel quale l’artista ci porta dentro

la passione per il teatro scoperta a 14 anni, gli attacchi di panico, iniziati da giovane, la meraviglia della creazione. «Sfuggire dal corpo, scappare dai propri limiti è quello che cerco di fare con i movimenti veloci del mio vocabolario», spiega l’artista.

 

Intervallo

 

MARTE

Coreografia Marcos Morau in collaborazione con I danzatori

Assistente alla Coreografia Lorena Nogal Navarro

Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele,

Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti

Set e Costumi Marcos Morau

Disegno Luci Marco Policastro

Musiche AAVV

Durata 25’

Nonostante i suoi 37 anni, Marcos Morau pensa a tutto ciò che ha lasciato e a tutto ciò che non potrà mai più essere. Oggi ricorda il momento in cui tutto era possibile, quel momento in cui la realizzazione e il fallimento sono raggiunti in tutto il loro splendore e tutto è vissuto come se il mondo si scontrasse domani.

Marte oltre al Dio della guerra, lo è della passione, della sessualità, della perfezione e della bellezza e dà titolo al nuovo lavoro dell’autore con sede a Barcellona per Spellbound Contemporary Ballet.

Marte rappresenta quel pianeta vuoto e ostile che attende di essere colonizzato da un gruppo di giovani in una sorta di celebrazione nell’Europa del XXI secolo, con tutta la forza della sua gioventù e del suo desiderio come forza motrice. Un luogo dove nessuno vuole essere lasciato indietro e il futuro è visto come un labirinto confuso, pieno di rassegnazioni, delusioni e nuovi conflitti, e dove l’unica guerra che si combatte è quella che li mette di fronte a un mondo che avanza così velocemente da non poter continuare.

Piacere, desiderio e tensione sono gli elementi centrali di questo progetto. Un conflitto tra l’individuo e la collettività, tra il presente e un futuro incerto, tra la materia organica e la tecnologia, dove si rivela una nuova concezione della forma astratta.

 

Produzione Spellbound realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e Regione Lazio – Dipartimento Cultura, Politiche Giovanili e Lazio creativo in collaborazione con Ambasciata di Spagna a Roma e in coproduzione con MilanoOltre e Cultur Partner. Direzione Artistica Mauro Astolfi – Direzione Generale Valentina Marini

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti

info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/spellbound-25/160368

 

 

Dal 16 al 21 novembre

martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

UNA COSA ENORME

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli

con Marta Meneghetti, Roberto Montosi

produzione CrAnPi, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Fondazione Sipario Toscana

in corealizzazione con Romaeuropa Festival

Fabiana Iacozzilli – una delle artiste più interessanti della sua generazione, Premio della Critica 2019 – nel suo nuovo lavoro, fresco di debutto, alla Biennale Teatro di Venezia riflette, su un tema intimo e personale come quello della maternità.

È lecito desiderare di non essere madre? E cosa succede se per uno spietato gioco dello stare al mondo ci ritroviamo a essere madri comunque?

Partendo dai testi di Sheila Heti e della sociologa Orna Donath, la regista esplora le zone più recondite dell’identità femminile tra cultura, natura e istinto personale dando vita a uno spettacolo che lei stessa definisce «una creatura strana, in bilico tra il desiderio e il rifiuto di creare». Fabiana Iacozzilli, regista-drammaturga che porta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica e sulle potenzialità espressive della figura del performer collabora dal 2013 con CrAnPi e il Teatro Vascello di Roma e dal 2017 con Carrozzerie N.O.T. Nel 2002 si diploma come regista presso l’Accademia “Centro internazionale La Cometa” dove studia tra gli altri con N. Karpov, N. Zsvereva, A. Woodhouse. Dal 2003 al 2008 è regista assistente di P. Sepe e assitente di Luca Ronconi e nel 2008 fonda la compagnia Lafabbrica della quale diventa direttrice artistica. Nel 2011 viene selezionata per partecipare al DIRECTOR LAB, progetto internazionale organizzato dal LINCOLN CENTER (Metropolitan di New York). Dallo stesso anno diventa membro del LINCOLN CENTER DIRECTORS LAB. Tra i suoi spettacoli: “Aspettando Nil” con il quale vince l’Undergroundzero Festival di New York; “La trilogia dell’attesa” vincitrice del Play Festival (Atir e Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa); “Da soli non si è cattivi”. Tre atti unici dai racconti di T. Tomasulo e “La classe_un docupuppets per marionette e uomini” che vince il bando di residenze interregionali CURA 2018, debutta in prima nazionale a Romaueropa. Festival 2018 e vince il Premio In-Box 2019, il Premio della Critica 2019 e ottiene quattro nomination UBU 2019: miglior spettacolo, migliore regia, miglior scenografia, miglior progetto sonoro (vinto da Hubert Westkemper).

 

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti

info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

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Dal 23 al 28 novembre dal martedì al venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17

ANTICHI MAESTRI

di Thomas Bernhard traduzione Anna Ruchat

drammaturgia Fabrizio Sinisi

regia Federico Tiezzi

Personaggi e interpreti:

Reger Sandro Lombardi, Atzbacher Martino D’Amico, Irrsigler Alessandro Burzotta

scene e costumi Gregorio Zurla

luci Gianni Pollini

regista assistente Giovanni Scandella

fonico Alessandro Di Fraia

video Nicola Bellucci

direzione tecnica Tommaso Checcucci

produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi / Associazione Teatrale Pistoiese Centro di produzione teatrale in collaborazione con Napoli Teatro Festival Italia

 

Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, un uomo — un musicologo — si siede e guarda un famoso quadro di Tintoretto. Scopriremo che compie questo rito, ogni due giorni, da più di trent’anni. Un secondo uomo — uno scrittore — più giovane, osserva il primo uomo che guarda il quadro. Un terzo uomo — uno dei custodi della Pinacoteca — osserva entrambi.

È questo il diagramma del romanzo Antichi Maestri, qui trasformato da Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi (già pluripremiato per il bernhardiano L’apparenza inganna) in un vero e proprio studio teatrale sulla funzione dell’arte, i limiti della bellezza, la nevrosi della modernità, l’angoscia della solitudine.

Opera conclusiva di un’ideale “trilogia delle arti”, Antichi Maestri è un romanzo del 1985 dedicato all’arte figurativa, preceduto da Il soccombente (1983), dedicato alla musica, e da A colpi d’ascia (1984), incentrato sull’arte drammatica. Il libro fin dalla sua prima edizione riporta il sottotitolo, non trascurabile, di Commedia. Bernhard, difatti, innesca un feroce divertissement verso quello che lo scrittore austriaco considera simbolo dell’ipocrisia per eccellenza: l’essere umano.

«Ho immaginato uno spettacolo sul vedere, sulla visibilità — scrive Federico Tiezzi — ho voluto riflettere, analizzare attraverso questo racconto mirabile i procedimenti della visione teatrale, elemento centrale del nostro linguaggio. Di quadro sempre si tratta, anche se scenico. Fare teatro interrogandomi nello stesso momento sul linguaggio del teatro. Come fece Chopin, attraverso i suoi Études, in cui venivano analizzate le possibilità tonali e armoniche del pianoforte, facendo musica. Come fece Seurat in pittura attraverso il pointillisme. Fu Franco Quadri, molti anni fa, a suggerirmi il romanzo di Bernhard, sapendo della mia formazione storico-artistica. A lui, a quasi dieci anni dalla scomparsa, questo spettacolo è idealmente dedicato».

 

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com

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Dal 30 novembre al 5 dicembre

martedì – mercoledì – giovedì – venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17

Tavola tavola, chiodo chiodo…

un progetto di Lino Musella e Tommaso De Filippo
tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
uno spettacolo di e con Lino Musella
musiche dal vivo Marco Vidino
scena Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti
suono Marco D’Ambrosio
ricerca storica Maria Procino
collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo
assistente alla regia Melissa Di Genova
costumi Sara Marino
fotografie Mario Spada
produzione Elledieffe, Teatro di Napoli-Teatro Nazionale

 

Ha debuttato lo scorso ottobre in Prima Nazionale al San Ferdinando – il Teatro di Eduardo – Tavola tavola, chiodo chiodo… una nuova produzione di Elledieffe e dello Stabile di Napoli con Lino Musella, autentico talento della scena, tra i più apprezzati della sua generazione, vincitore – tra gli altri – nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore. A ‘dare il là a questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano e andato in scena solo per poche repliche a causa della chiusura dei Teatri, sono state le tante riflessioni emerse, durante la pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti.

“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”.

Tommaso De Filippo – impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia – ha appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena.

L’attore dà dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, al discorso al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando; ad affiancarlo in scena il maestro Marco Vidino che esegue dal vivo musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.

“Tavola tavola, chiodo chiodo – continua Musella – sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43.  Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua.

Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti

info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/tavola-tavola-chiodo-chiodo/160370

 

 

Dal 10 al 19 dicembre martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

PORTE – prove aperte per un debutto rimandato

di Flavia Mastrella Antonio Rezza

con Antonio Rezza

e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini, Enzo Di Norscia, Maria Grazia Sughi

(mai) scritto da Antonio Rezza

habitat Flavia Mastrella

assistente alla creazione Massimo Camilli

disegno luci Daria Grispino

organizzazione Marta Gagliardi

macchinista Andrea Zanarini

una produzione RezzaMastrella – La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello di Roma

 

Antonio Rezza e Flavia Mastrella sono di casa al Vascello. Artisti eclettici sempre pronti a sbigottire scelgono, in quest’anno così particolare, di aprire – in via del tutto eccezionale – le prove al loro affezionato pubblico che potrà assistere a una delle fasi di realizzazione del loro ultimo lavoro.  

“Come si possono riempire le cose vuote?  – scrivono i due in una nota – È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista? Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, smarrisce il suo regno, così in terra e non in cielo. L’uomo fa il verso alla belva. Che lui stesso rappresenta. Senza rancore”. 

Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti

info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/porte/160365

 

 

21-22-23 dicembre martedì, mercoledì, giovedì h 21

BALLETTO DI ROMA direzione artistica Francesca Magnini

ASTOR Un secolo di Tango

CONCERTO DI DANZA

Con Mario Stefano Pietrodarchi bandoneón e fisarmonica

e i danzatori del Balletto di Roma Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Serena Marchese, Francesco Moro, Lorenzo Petri, Giulia Strambini

concept Luciano Carratoni

coreografia Valerio Longo

regia Carlos Branca

musica Astor Piazzolla

arrangiamenti e musiche originali Luca Salvadori

light designer Carlo Cerri

costumi Silvia Califano

Produzione BALLETTO DI ROMA

con il contributo del MIC

Il progetto è sostenuto dalla Regione Lazio

con il Fondo Unico 2021 sullo Spettacolo dal Vivo con il patrocinio di Repubblica Argentina

La Compagnia del Balletto di Roma inizia un nuovo viaggio tra le suggestioni e le sonorità del tango in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921), autore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte nata a fine ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires. Sorto dall’esigenza di comunicare tra culture, lingue e tradizioni diverse, il tango ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e qual è stato il percorso che ha indissolubilmente unito umanità distanti in un comune “non luogo”, oltrepassando oceani e confini. Proprio il mare è il fil rouge che unisce o separa nuovi mondi e speranze: uno spazio immenso da attraversare dove si rischia di perdersi; vortice di riflussi e moto ondulatorio che scandisce il ritmo di partenze e ritorni. Astor, nuova produzione del Balletto di Roma, è un “concerto di danza” in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, emergono come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. Un soffio, un respiro, quasi una parola, ci sveleranno la fragilità dell’uomo Piazzolla, ma anche quella di tutti noi che abbiamo subìto oggi una distanza forzata, una relazionalità dematerializzata, un contatto interrotto, una vita spezzata. In scena, ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi e dalle preziose immagini di Carlo Cerri, Valerio Longo porterà otto danzatori del Balletto di Roma a compiere un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci e fusioni saranno al centro di azioni coreografiche intense, astratte e fuse in quel moto ondulatorio magico del bandoneón. La parola chiave sarà “coraggio”: quello declamato dai testi immortali di Jorge Luis Borges nei suoi tanghi e milonghe, così come quello dello stesso Piazzolla, che ha rotto gli schemi della musicalità del “tango viejo” per arrivare al “nuevo tango” che tanto lo ha reso celebre nel mondo. A curare tutti gli elementi compositivi di quest’opera/concerto sarà la maestria e l’esperienza di Carlos Branca, regista argentino di spicco sulla scena internazionale e profondo conoscitore dell’uomo Piazzolla. Astor rievoca i sentimenti degli odierni viaggiatori del mondo, l’umanità intera, andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango, per rafforzarne energie, desideri e palpitazioni tutte contemporanee. Un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: primo atto d’amore dopo una violenza che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di stringersi e ritrovarsi. Prezzi €20 intero, €18 ridotto over 70, €15 ridotto studenti

info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com  Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/astor/160367

 

28-29-30 dicembre (danza vascello dei piccoli) h 17

IL PICCOLO RE DEI FIORI

FIABA PER MUSICA OMBRE E DANZA

Nuova produzione 2021 / coproduzione Balletto di Roma e Teatro Gioco Vita

 

Nuova produzione “Il piccolo Re dei Fiori” è il testo di Květa Pacovská intorno al quale si sono ritrovate due storiche strutture del teatro e della danza come Balletto di Roma, che ha celebrato nel 2020 i sessant’anni dalla fondazione, e Teatro Gioco Vita che nel 2021 celebra i cinquant’anni e che, alla fine degli anni Settanta, ha incontrato il teatro d’ombre dando un contributo originale alla nascita del teatro ragazzi. Questo progetto intende esplorare una forma di contaminazione tra linguaggi come la danza, l’ombra e la musica, pensandola espressamente per i più piccoli.
“Il piccolo Re dei Fiori” è una fiaba. Della fiaba c’è il classico “C’era una volta” e anche l’immancabile “Re” che però qui è piccolo e curioso, vive in solitudine, ama il suo giardino e ha le tasche piene di bulbi di tulipano. Della fiaba c’è anche il tema “dell’attesa”, la lunga attesa del Re prima dello sbocciare dei fiori e anche quello della “mancanza”. Mancanza di cosa? Il Re non lo sa, ma sa che i suoi tulipani, pur bellissimi, non riescono a renderlo felice. E allora ecco il “viaggio” alla ricerca di ciò che può colmare la sua mancanza. Un viaggio che è come un sogno, su rotte nuove e sconosciute al Re, che dura solo un giorno e una notte ma che sembra racchiudere il tempo di una vita.
Nella luce del mattino il Re sente una voce sottile provenire da un fiore di tulipano appena dischiuso che ripete “sono qui, sono qui…”. Davanti a una piccola principessa il re pieno di meraviglia si chiede “E’ forse lei che ho tanto a lungo cercato?”.
Come in ogni fiaba che si rispetti non manca nemmeno il “e vissero tutti felici e contenti” e questo ci fa pensare che sì, era proprio lei che il Re aveva tanto a lungo desiderato.

Il piccolo Re dei Fiori è anche una storia che racconta di due giovani che abitano uno di fronte all’altra. Così vicini eppure così lontani da non aver mai incrociato i loro sguardi. Una mattina però lei lo vede, tutto malinconico, prendersi cura di una piccola aiuola davanti alle loro case, con quell’attenzione che si rivolge solo ai desideri più profondi. È così, osservandolo di nascosto, che inizia a scrivere per lui, su dei piccoli biglietti, la fiaba che li condurrà al loro felice incontro.
Il piccolo Re dei Fiori è uno spettacolo in cui il tema della ricerca della felicità è reso con leggerezza e poesia, grazie a una trama semplice ed essenziale e un immaginario esuberante e fantasioso. Con il contrappunto di poche ma importanti parole, il racconto prende forma scenica grazie a un ricco tessuto musicale che accompagna e sostiene le spettacolari immagini d’ombra di Teatro Gioco Vita, tratte dalle splendide illustrazioni di Květa Pacovská, e gli espressivi gesti dei due danzatori-interpreti del Balletto di Roma, frutto delle originali coreografie di Valerio Longo.
Il potere di una fiaba è racchiuso nella sua capacità di essere incredibilmente lontana e allo stesso tempo vicina al nostro vivere quotidiano. Quello che ci viene richiesto per accedere a una fiaba è di accettare di farci piccoli, piccolissimi, passare attraverso ingressi magici e inaspettati, saper attendere e, nell’attesa, prestare attenzione a ogni parola, a ogni gesto, a ogni ombra per poter essere dalla fiaba stessa meravigliati. Così dunque è anche per noi.
In questa fiaba, quasi archetipica, un Re, un giardino incantato, l’attesa, un desiderio sconosciuto, un viaggio, un ritrovarsi nella felicità, si animano nelle ombre attraverso la musica e la danza, e permettono ai sentimenti di ognuno di rivelarsi in essa. Così, come ogni fiaba, parola dopo parola, anima i desideri di coloro che la ascoltano, così la vita, inaspettatamente, li conduce a realizzarli.

Prezzo posto unico €10 info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com

Acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/il-piccolo-re-dei-fiori/160363

 

 

Dal 7 ottobre al 16 dicembre tutti i giovedì ore 18,00 (sala mosaico)

CURIOSITA’ LETTERARIE

racconti brevi – poesie – aneddoti – epistolari – aforismi

a cura di Manuela Kustermann

IL filo rosso che unirà  questi appuntamenti del giovedì pomeriggio chiamati Curiosità Letterarie sarà la Parola, essenza dell’azione teatrale, creatrice di pensiero e di cose. Noi celebreremo la parola, attraverso i racconti, le poesie, le lettere, i diari, la parola che  ci farà scoprire autori inediti, figure interessanti della nostra nuova drammaturgia, ci farà riscoprire autori del passato ingiustamente dimenticati, le poesie della nostra infanzia e giovinezza  e quelle più recenti  di poeti contemporanei. La parola che ci  trasporterà in mondi terribilmente sconosciuti e affascinanti. Saranno appuntamenti informali all’insegna del divertimento, della curiosità e della scoperta di “chi è l’altro in questo gioco”.

Vi aspetto dunque tutti i giovedì alle h 18 nella sala Mosaico del Teatro Vascello e per chi vorrà a seguire un delizioso aperitivo servito nel Bar del Teatro. Manuela Kustermann

Prezzo posto unico €10 info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

 

 

6-7-8 dicembre h 21 sala mosaico

L’IMPORTANTE È CHE CI SIA QUALCUNO: VADUCCIA

Una storia da Yehoshua

adattamento drammaturgico di Marco Isidori

da “L’amante” di Abraham B.Yehoshua

interprete Maria Luisa Abate

regia di Marco Isidori

produzione Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa 2021

La storia della novantasettenne ebrea che nell’ultimo, estremo scorcio della sua vita, “risvegliandosi” ella da una malattia che le aveva tolto ogni consapevolezza vitale, rendendola pressoché un vegetale, anzi addirittura un minerale (una “pietra” dice di sé medesima, infatti), si trova a dover condividere il quotidiano con un ragazzo arabo piovuto quasi dal cielo, e che, dopo un’iniziale reciproco sospetto, riesce, lei, Vaduccia, vecchia stravagante, piena di pregiudizi, carica degli intoppi emotivi di tutta un’ esistenza, non solo a relazionarsi col suo giovanissimo “nemico”, ma a giungere persino alla gioiosa scoperta di provare per lui un sentimento amoroso. Questa vicenda, dicevo, la lingua soprattutto con la quale viene tramata (lingua vorticosamente ritmica, lingua puntualmente oggettiva e nello stesso tempo diabolicamente simbolica,) ci ha portato verso la realizzazione di uno spettacolo dove la performance dell’attrice (una straordinaria Maria Luisa Abate) s’avvita con fatale inesorabilità, in un parossismo non solo interpretativo, ma anche “fonico”, andando verso quella “compiutezza” teatrale, che è stata, e che ancora vogliamo continui ad essere, uno dei cardini della ricerca scenica dei Marcido; e qui per “compiutezza” intendo con grande semplicità, soltanto l’immersione totale, senza scampo, senza vie di fuga, nell’estremo “dolore” del doversi confrontare da una parte con la propria inadeguatezza, e dall’altra, con la necessità invece di riuscire a superarsi per regalare al pubblico non già un banale momento di comunicazione narrativa, bensì un forte, caratterizzato momento di comunione sentimentale, come, secondo noi, unicamente l’arte teatrale con la sua canonica, può e deve saper fare. In questo difficile frangente temporale poi, proprio “tale” preciso compito per la Scena è ineludibile, e il Teatro lo deve fortissimamente e assolutamente assolvere, pena… Marco Isidori.

Prezzo posto unico €10 info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com 

 

10 ottobre – 28 novembre – 19 dicembre ogni domenica mattina h 11

CLASSICA SENZA LIMITI – STEFANO MANNA – VASCELLO IN MUSICA

10 ottobre domenica mattina h 11 – pianoforte/violino e ensemble d’archi Novi Toni Comites

  1. S. Bach: Concerto BWV 1056
  2. Vivaldi: Quattro Stagioni
  3. I. Tchaikovsky:Valse Scherzo op. 23 (arr.per archi di S. Mhanna) acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/classica-senza-limiti/160462

 

28 novembre domenica mattina h 11 – duo violino e pianoforte (Stefano Mhanna e Alberto Galletti)

  1. Van Beethoven: Sonata n. 5 per pianoforte e violino

S Prokofiev: Sonata op. 94-bis per violino e pianoforte

  1. Ravel: Tzigane per violino e pianoforte

 

19 dicembre ogni domenica mattina h 11 – pianoforte solo

  1. S. Bach: Präludium und Fuge BWV 544 (arr. F. Liszt, S.462)
  2. Van Beethoven: Sonata n. 12, op. 26
  3. Chopin: Polonaise, Op. 53
  4. Chopin: Scherzo n. 2 in B flat minor, Op. 31
  5. Chopin: Fantasia Improvviso, Op. 66
  6. S. Bach: Nun komm der Heiden Heiland BWV 659 (arr. F. Busoni)

 

Stefano Mhanna (violinista, violista, pianista, organista, direttore d’orchestra e compositore)
Nato a Roma l’11 luglio 1995.
Formazione universitaria e accademica:
-laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza;
-diplomi accademici in violino, viola, pianoforte, organo e composizione organistica.
Formazione postuniversitaria:

diploma di perfezionamento negli studi in diritto civile, commerciale e di volontaria giurisdizione, tirocinio didattico biennale in violino e triennale in organo e composizione organistica.
premi e riconoscimenti:
premio Siae, Rotary per la sezione archi, via Vittoria di Roma, Nuove Carriere Cidim, Pressenda, MAE, 5 concorsi nazionali e 2 internazionali, menzione dalla Società Umanitaria di Milano, riconoscimento Aiarp, dal Governatorato Stato Città del Vaticano.
Organista titolare/onorario presso:
-basilica Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio, chiesa s. Dorotea in Trastevere (Roma)
-direttore dell’orchestra “Novi Toni Comites”

prezzo biglietti: Prezzi posto unico €15 info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com   Acquista i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/classica-senza-limiti/160461

 

Abbonamenti Card Love: due ingressi 30 euro cumulabili acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/card-love/162890

e  Card Love plus : 4 ingressi 50 euro cumulabili acquista on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/card-love-plus/162891

le card comprendono i seguenti spettacoli e su tutte le repliche dei medesimi:

Peng Echo ChamberSpellbound 25 Dancing PartnersUna cosa enormeAntichi maestriTavola tavola, chiodo chiodoPorteAstor

 

Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78

Cap 00152 Monteverde Roma

06 5881021 – 06 5898031 – www.teatrovascello.it

botteghino@teatrovascello.it  promozioneteatrovascello@gmail.com

 

 

Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello

 

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