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Sta cambiando l’impianto politico-economico dell’Italia?

Sta cambiando l’impianto politico-economico dell’Italia?
Novembre 17
16:03 2014

14-A-non-condividoMolti italiani hanno sognato che la ‘rottamazione’, lanciata alla Leopolda da Matteo Renzi, finalmente avrebbe cambiato – in aggiunta alle persone impegnate e compromesse dalla politica degli ultimi decenni – anche quel modo di fare politica in interconnessione con una parte del mondo dell’economia speculativa e dell’imprenditoria che da essa si alimentano (e viceversa). Molti hanno pensato che, in un batter di ciglio, sarebbe stato possibile cambiare un impianto politico-economico responsabile della più grave crisi mai subita a partire dalla seconda guerra mondiale e di una condizione generale nella quale il sistema sembra non sia più capace di dare vita a nuovo benessere.

Ma da una prima lettura del benvenuto Decreto-Legge Sblocca Italia emergono, insieme a numerosi auspicati interventi positivi, anche alcuni punti che fanno capire quanto sia difficile ‘rovesciare la frittata’.

14-B-Sblocca-Italia-1Disposizioni per la semplificazione burocratica
Ecco alcuni stralci del Decreto-Legge: «In caso di motivato dissenso espresso da un’amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità, la questione […] è rimessa alla decisione del Commissario, che si pronuncia entro quindici giorni, previa intesa con la Regione […] e gli enti locali interessati […]. Se l’intesa non è raggiunta entro sette giorni, la decisione del Commissario può essere comunque adottata.»
In merito all’utilizzo dei fondi europei: «In caso di accertato inadempimento, inerzia o ritardo nell’attuazione degli interventi, il Presidente del Consiglio dei Ministri esercita i poteri sostitutivi.»
In merito alle opere sul patrimonio culturale: «Decorsi inutilmente sessanta giorni dalla ricezione degli atti da parte del soprintendente senza che questi abbia reso il prescritto parere, l’amministrazione competente provvede comunque sulla domanda di autorizzazione.»
Bonifica ambientale e rigenerazione urbana delle aree di rilevante interesse nazionale: «Se la Conferenza non raggiunge un accordo entro il termine predetto, provvede il Consiglio dei Ministri anche in deroga alle vigenti previsioni di legge.»
È vero che la burocrazia rappresenta un elemento della catena organizzativa che rallenta gravemente le azioni necessarie allo sviluppo. È vero che è necessario superare questo immenso ostacolo, ma occorre operare per rendere l’apparato più efficiente con nuovi strumenti e colpendo i dirigenti che ‘remano contro’ (che invece sono ‘intoccabili’), non scavalcarlo con una legge che usa la regola del ‘silenzio-assenso’ – vera manna per coloro che non vogliono assumersi responsabilità – o istituisce commissari in caso di ritardi nelle procedure. Così facendo non avremo mai una burocrazia efficiente. Avremo, invece, personaggi autorizzati a non rispettare le leggi esistenti.
La regola del ‘silenzio-assenso’ rappresenta, in generale, un grave pericolo per un territorio ormai fin troppo oltraggiato dagli speculatori senza scrupoli i quali, dopo aver atteso alcune settimane l’esito dell’analisi di un progetto che deturpa il paesaggio, potrebbero trovare la strada spianata perché qualche ufficio ‘non ha fatto in tempo’ a elaborare la pratica (o non ha voluto?). Io non voglio assolutamente che queste ‘cordate’ possano oltraggiare la bellezza del territorio in cui vivo e, con essa, anche la mia dignità.

La Legge n. 443 del 2001 (Legge Obiettivo) rimane immutata
Gli effetti del Decreto si rifletteranno anche sulla Legge Obiettivo favorendone l’applicazione attraverso la semplificazione burocratica. Tale Legge – modificata, ma non nella sostanza, dal Governo Renzi – punta, tra altro, a finanziare le ‘grandi opere’: 2000 chilometri di autostrade (180 miliardi di euro), ferrovie alta velocità (145 miliardi di euro), metropolitane (25 miliardi di euro). Poco o niente è previsto per finanziare le opere veramente necessarie alla comunità. L’alta velocità su rotaia è utilizzata da poco più di 100mila persone, mentre tre milioni di pendolari usano le ferrovie extra-urbane e decine di milioni potrebbero usare meglio i collegamenti urbani quali metropolitane e altri trasporti pubblici urbani. Gli sforzi del Governo dovrebbero orientarsi a riequilibrare i finanziamenti previsti da tale legge e accelerare l’apertura dei cantieri, non continuare a favorire grandi opere che genererebbero ulteriori grandi problemi quali traffico, inquinamento, cementificazione, ecc.

La ‘svendita’ del patrimonio inutilizzato
Non bisogna fare leggi che facilitano la ‘svendita’ del patrimonio inutilizzato (caserme, immobili di enti pubblici, ecc.), ma utilizzare questo patrimonio per attrezzarlo e usarlo adeguatamente in modo da trasferire gli uffici pubblici, che attualmente sono appoggiati in immobili di privati che incassano elevatissimi affitti. Si calcola che questi affitti ammontino a circa 1,5 miliardi di euro ogni anno, considerando solo gli uffici statali ed escludendo quelli in affitto agli enti locali!
…e intanto non si fa nulla per eliminare la legge che ha annullato il falso in bilancio!

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