Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

SPIE E RESISTENZA A FRASCATI

SPIE E RESISTENZA A FRASCATI
Aprile 24
10:53 2023

Frascati – Sabato 15 aprile, presso la Sala Conferenze Duca di York ex Seminario, dalle ore 17.30, è stato presentato un nuovo volume dedicato alla storia di Frascati (ma non solo) dal titolo “Spie e Resistenza a Frascati”, curato da Roberto Eroli e pubblicato dall’Associazione Tuscolana Amici di Frascati. E proprio l’autore, ottimo ex sindaco di Frascati, è stato da Controluce intervistato. Lo ringraziamo per la piena disponibilità.

“Dott. Eroli, prima di affrontare questo nuovo lavoro storico sul territorio locale, vogliamo ricordare ai nostri lettori le sue ultime pubblicazioni di vasta eco e successo?” 

Tra il 2015 ed oggi possiamo ricordare: 8943 Frascati vittima di uno sporco affare; il Supplemento 1, con lo stesso titolo; I gemelli di Frascati, monografia sui due super cannoni ferroviari tedeschi Krupp E 5, Leopold e Robert, e la Storia dell’ospedale di Frascati, in occasione del suo cinquecentenario.

“Possiamo definire il suo nuovo libro “Spie e Resistenza a Frascati” come una naturale conseguenza dei precedenti?” 

Ovviamente si! È un approfondimento necessario sviluppato su una delle parti meno note e studiate delle vicende frascatane durante la seconda Guerra Mondiale, come pure sono le poco note marocchinate o le vicende degli ebrei locali. 

“Come si articolava e muoveva la Resistenza a Frascati, ma non solo?” 

Le spaccature e le lotte interne tra le formazioni dei diversi partiti che hanno partecipato alla lotta di liberazione presentano anche a Frascati le cicatrici e le loro sfaccettature confliggenti, come pure invece le collaborazioni tra squadre dei vari comuni limitrofi;  con una divisione netta tra l’area dei Castelli e quella Prenestina. La lotta clandestina, per definizione, era un mordi e fuggi con la differenza che nelle aree della provincia di Roma si ebbero disponibili le armi catturate al nemico da utilizzare, mentre a Roma i GAP si espressero con maggiore successo attraverso la stampa clandestina e la diffusione di volantini, presentando il movimento antinazifascista più belligerante culturalmente, essendo quei gruppi attivati maggiormente da componenti universitarie e con minore presenza di militanti combattenti ed armi disponibili. Poi c’era Bandiera Rossa, un partito che spaccava la sinistra con le sue preferenze rivoluzionarie trotskiste, più gradite in periferia dove era la loro maggiore forza e radicamento. Inoltre anche la componente socialista mostrava di non gradire di essere inquadrata nello schema dei partiti aderenti al CLN, per varie ragioni, ma soprattutto perché la parte combattente era guidata dal PCI.

“E le spie? Tra buoni e cattivi?” 

A mio avviso è ancora da approfondire meglio questa parte. Comunque dopo lo schiaffo degli inglesi al Vaticano, di fine novembre 1941, che ridimensiona la conduzione tenuta fino ad allora per la difesa di Roma dai bombardamenti dall’inizio del conflitto, entrarono in gioco le forze spionistiche più sofisticate, con metodi anche semplici ma efficaci. Dalla Massoneria, ai servizi di controspionaggio italiani si arriva ai complottisti del calibro di Olivetti, Bottai e Mattei, poi bloccati e obbligati a fermarsi quando il Re invia il generale Castellano a Lisbona a trattare la resa avviando di fatto la condanna di Frascati al sacrificio.   

“Perché solo adesso si è potuto apprendere della presenza di una componente di questa Resistenza? Perché decenni di silenzio? La storia mostra una nuova faccia?” 

Per troppo tempo il comprensibile silenzio dei frascatani ha prevalso su ogni tentativo di approfondimento. La situazione politica nazionale si è aggiunta, nel dopo guerra, a supporto delle ben addomesticate verità dei vincitori, nelle parti “rognose” con astuzia e, Frascati aveva troppo bisogno delle risorse e gli aiuti americani per la sua ricostruzione che giunsero in vero copiosi: meglio tacere, dimenticare e ed essere aiutati. Dal punto di vista storiografico invece ha fatto scuola, e comodo, ed è stato preso a base sempre e solo il diario di Padre Giuseppe Alvarez, edito con mirata rapidità, quasi fretta, nel 1944 e, preso come elemento base e fondamentale fino agli anni ‘2000. La sua rilettura, più attenta, infatti, ha destato i primi sospetti e poi mostrato quei buchi, non giustificabili in un diario, che manifestano un’emendazione eccessiva. Quattro mesi di silenzio, divisi in due parti sui nove complessivi di racconto, sono sospetti, e quindi anche il suo libretto, uscito così presto, non era chiaro cosa volesse significare. Certamente appare tagliato o ridimensionato! Perché? La curiosità nella ricerca è la molla maggiore che sostiene chi la fa e queste domande mi hanno spinto ad effettuare tantissime interviste. È da esse che sono scaturiti i primi dubbi concreti, le conferme ai sospetti e la necessità di cercare prove. La desecretazione degli archivi dei servizi segreti alleati, poi, sta facendo il resto, ossia completa e testimonia verità mai considerate prima, o convalida quelle sospettate che ora, man mano, ci vengono rivelate. I perché sono ovvi: la verità da tenere in piedi era politica ed era quella che faceva comodo al compromesso storico, per dirla con una certa leggerezza e quindi quella era la conseguenza, non scritta, degli accordi di Yalta e di quanto è accaduto politicamente dopo, con la guerra fredda, la situazione drammatica dell’Italia De Gasperiana  fino alle intuizioni pericolose di Moro. Non è una nuova faccia quella che la storia mostra, perché in vero era già nota ai più attenti e meno al popolo ovviamente ma, a Frascati certamente sconosciuta. Gli stessi responsabili dell’ANPI locale hanno sempre sostenuto che a Frascati era accaduto poco o niente. Occorreva invece collegare le storie apprese e ordinarle, seguendo un filo logico.       

“Il libro è stato presentato lo scorso 15 aprile. Quali le reazioni del pubblico?”

Si può immaginare lo stupore e l’attenzione mostrata dai presenti, nel sentire i nomi e i fatti rivelati, lo si è evinto dal silenzio che ha prevalso in tutto il tempo che è stato concesso alla mia relazione, un po’ soffocata nel finale. Ma chi è interessato si rifarà, leggendo il libro, soprattutto nelle ultime parti.   

“Se fosse Lei a dover recensire il suo libro, come o cosa direbbe per invogliarne la lettura?”

Svegliamoci e tirate fuori le carte e i documenti che avete in casa! L’esempio c’è stato proprio in sala. Alla fine della relazione, una signora mi ha consegnato i documenti di suo nonno partigiano combattente. Una eccezionale conferma di quanto raccontato. Quindi?  Come sempre la verità è mantenuta nelle case delle persone ed a Frascati la storia non è solo passata, ma si è fatta, essendoci ubicato quel comando dell’Asse presente militarmente e politicamente. Mai si è scavato come da qualche tempo accade …e con successo. Leggere quindi quello che viene scritto è fondamentale per capire che, chi fa ricerca va aiutato a farla, sia dalle istituzioni che dai cittadini! Incuriosire quindi vuol dire informare! 

“E… quegli “inviti” ad abbandonare la ricerca?”

È l’argomento che evidentemente suscita ed ha ancora un interesse specifico perché è evidente che rivelare che alcuni documenti di Mussolini, di cui racconta il partigiano Felice Napoli, per i quali coinvolge Padre Alvarez a guerra terminata a Frascati, è un elemento certamente da far allertare ben oltre la normale curiosità. Sapere che alcuni di essi, originali e foto, vennero consegnati dal personaggio, poi agente OSS, al sacerdote, solletica chi ancora li cerca, o per distruggerli, se non è già stato fatto da don Giuseppe, o per impossessarsene. Quindi ritengo gli inviti solo modesti stimoli ad abbandonare il lavoro da chi o è troppo di parte o teme qualche coinvolgimento fastidioso e si allarma eccessivamente. Difficile capire, ora, che fine abbiano veramente fatto quei fogli, che il prete non restituì mai. 

“Progetti per il futuro?”

Naturalmente non ci fermiamo. Ora manca il clou, ossia la dimostrazione che Frascati è stata non solo una “vittima sacrificale”, o di uno “sporco affare”, ma “vittima designata per ragion di Stato”. Con il, Prof. Raimondo Del Nero, da buoni compagni di banco, stiamo completando un nuovo lavoro che porterà riflessioni e prove a conferma dei sospetti ormai legittimi. Non manca il concorso della popolazione in verità, ma quello amministrativo. Il Comune, in dissesto finanziario, orienta le sue scelte diversamente da quelle che una rivalutazione di quel periodo di storia meriterebbe. E c’è anche il distacco generazionale, che si percepisce come elemento fortemente ostativo per la poca e diversa sensibilizzazione presente nei tantissimi immigrati i quali, avendo altri interessi e radici, fanno scemare ed allontanano, anche i frascatani, da quelli sulla nostra storia. Mancano le strutture dove il ricordo e la memoria diventino parte attiva nel mantenerle e il raccordo per fare cultura, mentre si manifesta forte, dall’esterno, la domanda di come sia possibile che non siano mai state pensate e realizzate strutture di raccolta e studio degli argomenti di quel periodo, considerando che è qui che avvenne tutto, non rendendosi conto che è questo il luogo che divenne il perno centrale di tutta quella parte del conflitto mondiale combattuta nel Teatro di guerra del Mediterraneo. E poi dalla resa di Roma, l’avvio della Resistenza con la conferma della liberazione di Roma avviata con lo sbarco in Sicilia il 9 luglio 1943.

 

Tags
Condividi

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Luglio 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”