Spending Review e dipendenti pubblici tartassati
“Spending review”, o revisione della spesa pubblica. Una parte delle risorse arriverà dalle misure del commissario straordinario Enrico Bondi, con la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi. Una sforbiciata che riguarderà in parte la sanità, con tagli da 1-2 miliardi, soprattutto per la riduzione della spesa farmaceutica.
Il secondo e terzo pilastro saranno la riduzione delle Province e la scure sulle società pubbliche, alleggerendo Cda e tagliando enti strumentali, società e consorzi di Regioni, Province e Comuni. Possibili poi misure sul pubblico impiego, con interventi su buoni pasto e tredicesime, e soprattutto la riduzione dell’organico, con l’ipotesi per i dipendenti in esubero di mobilità per due anni o pensionamento con le vecchie regole (derogando alla riforma Fornero) per i sessantenni. Obiettivo: evitare l’aumento autunnale dell’Iva. Nessun taglio alle 100mila pensioni d’oro che ogni anno costano 13 miliardi. Sì invece a quello dei buoni pasto per 450mila dipendenti pubblici che fa risparmiare solo 10 milioni. E, ciliegina sulla torta, un pasticcio sulle gare d’appalto che potrebbe costare allo Stato 1,2 miliardi, corretto oggi in commissione grazie a un emendamento passato contro le intenzioni del governo. Prende insomma una curiosa piega la prima spending review del governo Monti. ”Si vuole fare cassa sulla pelle dei lavoratori. Si cerchino risorse abolendo le Provincie e gli sprechi”, dichiara Antonio Di Pietro, leader dell’Idv. Giusto. Infatti il Governo deve capire che non si può più tagliare dove si è già tagliato, e cioè sul pubblico impiego. Si spara sempre a zero sui soliti dipendenti pubblici che intanto hanno contratti bloccati di fatto per 4 anni e di certo non si arricchiscono…
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento