Spazio – Da Rosetta le immagini della cometa pongono ulteriori domande
Sono arrivate anche le congratulazioni dal governo degli Stati Uniti, per “il successo odierno dell’atterraggio di una sonda spaziale sulla Cometa 67P/ Churyumov-Gerasimenko”. La Missione Rosetta aiuterà gli scienziati a capire maggiormente il ruolo che le comete hanno avuto nell’origine ed evoluzione del nostro sistema solare. “Questa è una grande conquista per la scienza e l’esplorazione spaziale. Gli Stati Uniti sono orgogliosi della nostra NASA e della collaborazione con l’ESA in questa Missione, – conclude Jen Psaki, dal Dipartimento di Stato a Washington – un esempio storico e di successo della cooperazione internazionale della scienza e della diplomazia scientifica”.
Dopo il distacco dalla sonda spaziale Rosetta, rimasta in orbita, la sonda Philae ha inviato immagini alla Terra per circa sette ore nella sua lenta discesa verso la cometa, di cui ha rilevato immagini ravvicinate della superficie frastagliata e accidentata, con rocce e burroni. La sonda, atterrata alle 16:03 (GMT) sulla superficie della Cometa 67P/, è già al lavoro con il braccio robotico e il laboratorio di analisi, entrambi di tecnologia italiana, a perforare il suolo della cometa – fino a 23 cm di profondità – e reperire sassi, granuli e polvere cometaria per fornire agli scienziati le risposte tanto attese da un corpo antico come una cometa: le origini del sistema solare e della vita stessa. Dalle prime analisi remote di Rosetta, gli scienziati hanno esaminato dallo spettro la presenza di formaldeide e metano, semplici complessi molecolari di tipo organico, ma si aspettano materia prebiotica, che si ritiene sia giunta in quantità sulla Terra dalle scie delle comete, o prevedono di trovare finalmente una spiegazione della presenza di acqua sulla Terra, come possibile origine di fenomeni violenti di impatti cometari, così come l’enorme vapore acqueo sprigionatosi dall’impatto della cometa Shoemaker-Levy contro il pianeta Giove nel 1994, rilevato da una ricerca del nostro CNR di Bologna. “Cosa avviene nelle comete?” è stata la domanda rimbalzata anche ieri nel Centro ESOC dell’ESA a Darmstadt in Germania. La batteria primaria della sonda Philae è in perfetta funzione per il braccio robotico di raccolta del materiale in superficie. L’inaspettata ed eccessiva presenza di granuli e particelle e polvere, che si evidenziano dalle prime immagini della cometa, fa sorgere ulteriori domande. La scienza attende che un corpo quasi del tutto invisibile si trasformi in una apparizione proprio straordinaria.
Foto:cortesia ESA – la sonda Philae ben ancorata su uno spiazzo ripresa da una doppia foto da Rosetta
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