Notizie in Controluce

“Nella regione c’è grande fermento, e sui giornali e alla tv non si parla d’altro: il governo ha persino inviato messaggi sui cellulari della cittadinanza, invitando chiunque – privati cittadini e aziende – a comprare buoni del tesoro per sostenere il progetto”: lo racconta padre Juan Gonzales Nunes, missionario comboniano nella regione di Benishangul (Etiopia occidentale), dove sono in corso i lavori per la creazione della diga Millennium sul Nilo azzurro. “I giornali parlano del più grande progetto mai realizzato nel paese – aggiunge il religioso in un’intervista alla Misna – un impianto idroelettrico lungo circa 700 chilometri, da realizzarsi entro il 2014 e che produrrà oltre 5000 megawatt di potenza”.
Nella zona in cui dovrà sorgere l’impianto, da settimane transitano scavatrici, camion e operai. Addirittura 12.000 persone sarebbero state impiegate per portare a termine il progetto che ufficialmente ha avuto inizio con la posa della prima pietra da parte del presidente Meles Zenawi, lo scorso 2 aprile, ma che di fatto è in via di realizzazione già da tempo. La diga Millennium si inserisce in un delicato e quanto mai precario equilibrio di rapporti tra i paesi africani, relativo alla ripartizione delle acque del corso d’acqua regolata attualmente da accordi di epoca coloniale a tutto vantaggio dell’Egitto, che assieme al Sudan si assicura circa il 90% dell’utilizzo del cosiddetto ‘oro blu’. Già nelle scorse settimane, i quotidiani riportavano dichiarazioni stizzite di politici egiziani che riguardo al progetto Millennium avvertivano che “qualsiasi violazione degli accordi sulle acque del Nilo” comporterà “pesanti ripercussioni” sul piano delle relazioni commerciali e politiche, arrivando ad ipotizzare “una sospensione del finanziamento ai progetti di cooperazione bilaterale”. I costi della diga, secondo la italiana ‘Salini Costruttori’ a cui il governo di Addis Abeba ha appaltato la costruzione, si aggirano intorno ai 3 miliardi e mezzo di euro: circa il 95% dell’intero budget del governo per l’anno fiscale in corso. Nonostante i miglioramenti dichiarati dal governo centrale, l’economia dell’Etiopia versa in condizioni gravissime; le guerre civili e le siccità l’hanno resa uno dei paesi più poveri al mondo, con circa il 40% della popolazione al di sotto della soglia di povertà. “In queste condizioni – osserva il missionario – viene da chiedersi chi potrà sobbarcarsi, e a quale prezzo, il peso di un investimento così imponente”.