Soltanto indignati?
Molto si è parlato, discusso, vivisezionato, circa l’esplosione di brutale e incivile violenza scoppiata durante la manifestazione dei cosiddetti indignados il 15 ottobre scorso a Roma. Fra le decine di aspetti e argomenti che sono stati trattati ritengo che ve ne sia uno che prevale forse su tutti. Non mi preoccupo della violenza in sé: sempre c’è stata e sempre ci sarà. Tuttavia, se i facinorosi sono stati poche centinaia, mi preoccupano molto ma molto di più le svariate migliaia che hanno funzionato da “zona grigia”: una nebulosa fascia di confine fatta di complicità, compiacenza, tolleranza, indifferenza, fino al più malinteso ideale di libertà visto nella sua forma estrema di arbitrio assoluto. E contiguità fa rima con ambiguità.
Possibile che centomila (dicono) manifestanti si siano fatti mettere sotto scacco da un manipolo di criminali? E perché il corteo “sano” non li ha espulsi come corpi estranei? Perché la maggioranza dei “buoni” – accecata da lampi di pur giustificato furore sociale – ha forse pensato che in fin dei conti quelli, i “cattivi”, non avevano tutti i torti a devastare, a rivoltarsi contro un “sistema” che emargina e opprime. Insomma, anche i “buoni” più convinti cominciano a cedere alla raccapricciante suggestione di pensare che – in fondo – ad essere buoni ci si rimette sempre e che forse è meglio essere un po’ più violenti per farsi ascoltare da qualcuno e “pesare” maggiormente sulla politica nazionale. Non è un buon segno.
In una certa birreria di Monaco, nel 1933, un gruppo di patrioti si riunì per bere un boccale e discutere sul fatto che le potenze vincitrici della Grande Guerra avevano infierito sulla Germania, togliendole ingiustamente potere, prestigio e autonomia decisionale. La pesante crisi economica era dunque dovuta all’azione delle lobbies internazionali, ai potentati esteri d’ogni tipo; non sarebbe stato male mostrare un po’ di sani muscoli nazionali. Una buona bevuta, però, rallegrò gli animi e tutto rimase confinato nelle quattro mura della birreria. Ma laggiù, in un angolo, un oscuro imbianchino di origine austriaca aveva ascoltato tutto e pensò di cavalcare lo scontento……..
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