Soldi: Italia? Europa?
Personalmente, credo di essere un europeista sin dal giorno che ho preso contatto con la politica ed i problemi sociali, era la fine degli anni ’60. Il concetto di una Europa senza confini e con gli stessi obiettivi, mi prospettava la libertà di movimento e di obiettivi più ampi che non gli indirizzi di ogni singola nazione, molto spesso in contrapposizione, di cui ne beneficiavano le grandi nazioni presenti sulla terra. Le idee dei padri fondatori si trovarono consenzienti, nonostante l’appartenenza a nazioni diverse. Le guerre che avevano sconvolto l’Europa ed il mondo intero, reclamavano accordi ed un rapporto diverso tra le varie nazioni.
Per quel che mi riguarda, girando per l’Italia ed i paesi confinanti, mi sono sempre chiesto se i fiumi che scorrevano, cambiassero la lingua attraversando nazioni diverse. Attraversando i monti l’erba del vicino è perfettamente identica alla stessa che sto calpestando. Un’Aquila passa sopra noi, chissà di quale nazione ha il passaporto. Le uniche diversità le ho trovate nelle persone, ovvero noi, la nostra presunzione di possedere, di essere migliori di colui che riteniamo ‘straniero’. Un’Europa unita con gli stessi obiettivi politici, sociali e territoriali, mi hanno coinvolto sino ad oggi.
È negli ultimi anni che ci si è cominciato a domandare: quale Europa vogliamo? È questo l’obiettivo dei “Padri Fondatori”? È possibile considerare l’unione solo un fattore economico?
La UE ha abolito i confini doganali, non ha tolto i ‘confini nazionali’, fattore primario di differenziazione. Ha coniato una ‘moneta unica’, non ha prodotto un ‘controllo fiscale omogeneo’ per tutte le nazioni. Ogni nazione agisce fiscalmente come vuole, creando paradisi fiscali per “RUBARE” imposte alle altre nazioni.
Uno di questi è certamente l’Olanda, paradiso fiscale del riciclaggio e delle società fantasma, incassando oltre “10 miliardi di dollari” di imposte all’anno sottratti agli altri partner dell’UE, ritengo di classificarlo come “azione Mafiosa” europea. Non sono da meno nazioni come, Lussemburgo, Malta, Bulgaria, e molte altre, in particolare dell’est Europa. Ci sono nazioni dalla doppia morale, gli Olandesi, appoggiati dalla Germania e le nazioni del nord. I tedeschi hanno dimenticato i soldi di cui hanno beneficiato per i danni di guerra (e non sono pochi) e per riunificare est ed ovest. Altrettanto è di quei paesi dove la ‘corta’ mano sinistra offre, e la ‘lunga’ mano destra prende. Bisogna anche tener conto di una situazione di debito pubblico che, non tenuto sotto controllo da qualche nazione, debba ricadere sull’economia di tutta la comunità. In pratica un debito acquisito allegramente o erroneamente da qualche nazione, può essere aiutato da terzi con idonei strumenti di solidarietà, di cui la nazione che ne usufruisce deve essere attivo collaboratore.
Altro assurdo documento, e mai portato a risoluzione, è la responsabilità delle nazioni dove si verifica lo sbarco dei migranti extra europei. Per diritto internazionale una nave è considerata “territorio giurisdizionale della nazione di autorizzazione alla navigazione”, in considerazione di questo trattato, la nazione di primo contatto è da considerarsi la nave con la bandiera di appartenenza.
Nel corso degli anni si possono verificare situazioni particolari di emergenza, quanto più questo può riguardare l’intera comunità. È il caso del Covid 19, una pandemia che oltre all’Europa coinvolge il mondo intero. È essenziale che il contrasto a ciò sia unanime e condiviso, dove è necessario muoversi tutti nella stessa direzione, sia dal punto principale sanitario che successivamente economico. Ebbene, l’Europa ha dimostrato, in entrambi i casi, di essere un’unione disgregata, dove ogni nazione ha “INVENTATO” un suo modo di agire, ed un percorso socio-economico disgregato. L’Europa non è stata in grado di percepire l’obiettivo del contendere, la navigazione a vista a generato uno scontro tra nazioni, di cui domani avremo come risultato soltanto le macerie. Gli interventi tardivi, deliberati a macchia di Leopardo, hanno compromesso la fragile stabilità del “sistema Europa”. Gli interessi nazionali, portati avanti da forze politiche populiste, e governi contrari all’unione, sono occlusi da paraocchi dove le macerie non saranno visibili come case distrutte dai bombardamenti, bensì macerie di convivenza sociale invisibile, ma di contrasto alla stessa esistenza di una unione Europea.
In questo contesto ricadono i provvedimenti intrapresi dalle singole nazioni. Vorrei soffermarmi su un’idea di casa nostra.
Nel nostro Parlamento alcuni rappresentanti di sinistra, hanno espresso un parere: chi fosse benestante o con redditi milionari, potrebbe per due, tre anni contribuire al risanamento economico della nazione, con contributi contenuti nella valutazione generale, si parla di un contributo graduale con un massimo dell’8% su un milione di euro. Un coro di proteste arriva dalle opposizioni, parlando di patrimoniale e di ruberie sui conti correnti dei cittadini. Anche i signori M5s si trovano estranei a questa proposta, va bene ridurre gli stipendi dei parlamentari (proposta M5s), ma si sappia che vale circa 60 milioni anno.
Vorrei capire una cosa, queste stesse persone stanno chiedendo alle nazioni europee di contrarre dei debiti condivisi, i famosi “Coronabond”.
Ora vorrei capire perché una nazione diversa dalla mia (questa è l’amara realtà dell’Europa) deve farsi carico di un’azione debitoria, quando ai benestanti e ricchi della mia nazione non chiedo di contribuire, a tempo determinato, per risollevare le sorti della nazione?
A Napoli dai balconi sono scesi i canestri solidali, una lezione universale per tutte le persone: “CHI PUO’ METTA, CHI NON PUO’ PRENDA…”
Di cosa vogliamo parlare?
Gelsino Martini
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