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Società Dante Alighieri: l’italiano

Società Dante Alighieri: l’italiano
Gennaio 21
08:31 2022

La storia della lingua italiana, nelle sue fasi generali, è illustrata presso gli interni di palazzo Firenze, sede centrale della Società Dante Alighieri in Roma. “Lingua viva” che cambia, le parole seguono la cultura, la società, nascono nuove parole da associare a nuovi concetti o cose o si attribuiscono significati differenti all’esistente e poi alcune parole scompaiono dal lessico. Il “vocabolario di base” dell’italiano di oggi era già in uso nel medioevo e poi nel corso di secoli, si sono aggiunti “al nucleo originario vocaboli presi per via scritta dal latino (oggi circa il 15% del totale), voci provenienti altre lingue, tra cui il greco antico (oggi circa il 13% del totale), e soprattutto parole nuove, formate da vocaboli italiani già in uso (più del 60%) ”. L’italiano appartiene alle lingue neolatine, deriva cioè dal latino “parlato” e differente in base ai luoghi che poi si svilupperanno negli Stati nazionali. L’italiano letterario è originato dalla scuola siciliana, che si diffuse in Italia e fu adattato alla lingua del territorio toscano, per opera della corte internazionale dell’imperatore Federico II di Svevia (Giacomo da Lentini, Guido delle Colonne) che, dalla scuola provenzale, creò il sonetto e il tema principale era amoroso; mentre la grammatica italiana deriva dal fiorentino del Trecento. In questo secolo, decisivo per la lingua e letteratura  italiana le opere letterarie di Dante (Divina commedia), Petrarca (Canzoniere) e Boccaccio (Decameron): un poema, una raccolta di poesie e una raccolta di novelle. La prima grammatica italiana è del 1516: “Regole della volgar lingua” di Fortunio e poi Pietro Bembo, nel 1525 distingue “una lingua per la poesia e una lingua per la prosa e imitando precisi modelli stilistici da imitare (Petrarca in poesia; Boccaccio in prosa).” Diversi Autori come il Castiglione e l’Ariosto (Rinascimento) attuarono un’attività di adattamento delle loro opere alla “norma grammaticale” del Bembo in riferimento all’affermarsi del modello linguistico fiorentino. Nel 1612 è pubblicato il primo vocabolario linguistico, il Vocabolario della Crusca, costituito da vocaboli estratti da una selezione di testi, letterari e non, e futuro modello per scrittori. Con I Promessi Sposi del Manzoni, il testo è adattato alla lingua fiorentina non letteraria ma parlata. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, mezzi come la scuola dell’obbligo, la radio e la televisione contribuirono a rendere l’italiano lingua comune e giornaliera, invertendo il rapporto dialetto-italiano.

Foto: particolare dell’inferno di “Dante Historiato da Federigo Zuccaro” presso la sede centrale della Società Dante Alighieri in Roma. Realizzata tra il 1586-88, l’opera comprende, in totale, 89 tavole di grandi dimensioni, dove l’inferno  è stato realizzato utilizzando  matita nera e rossa.

 

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