Sistema Italia allo sbando. Il “nuovo” è già vecchio
Un Paese sempre convalescente, dove l’esasperazione sociale, il rancore e la rabbia regnano paurosamente con un’economia malata che non riesce a crescere, dall’inizio del III millennio, di almeno due punti. Un sistema Paese che preferisce tenersi tutti i suoi sprechi, gli sperperi, le sue inefficienze, dominato dalla cultura dell’alibi che produce capri espiatori in batteria. Senza considerare che abbiamo un debito pubblico stellare. Una situazione disastrosa che ci tiene ingessati e non ci consente di fare nessun passo per lo sviluppo, senza pagarne gli effetti”. A snocciolare l’impietosa analisi sul nostro Paese è Rocco Tiso, portavoce di Iniziativa Comune, gruppo di Cooperazione e Proposte, composto da “Radici”, “Confeuro” e “Soggetto giuridico”. Quali i motivi di questo complesso contesto politico-amministrativo? “O perché non siamo credibili per gli investitori, a causa di norme ballerine di un sistema fiscale aggressivo che prevede tasse da pagare, mai pagate. O ancora, perché preferiamo spingere i giovani ad andarsene, dopo averli formati, purché non si azzardino a toccare nulla, a non cambiare nulla. Tutti questi elementi certificano il fallimento delle politiche per la crescita degli ultimi 20 anni?”, continua ancora Rocco Tiso. Ciò che ha dell’incredibile, a giudizio di Iniziativa Comune, è che di tutto questo “in Italia non si parla, anche chi governa, di tutto si sta occupando tranne di prospettive e crescita. Il “futuro”, che in tanti chiamano il “nuovo” risulta definitivamente “morto”. Per questo il vecchio, che è sempre rimasto tra di noi senza mai scappare, si rifà vivo. Tirato a lucido si traveste da nuovo per impadronirsi della scena”. Il morbo del “nuovo già vecchio” – conclude preoccupato Rocco Tiso – ha fulmineamente aggredito ogni angolo dello stivale, comuni, ex province, Regioni, ovunque si contorce e radica immergendosi nell’autoreferenzionalismo”.
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