Siria: orrore infinito
1) – Decine di giovani donne tunisine, alcune poco più che adolescenti, manipolate da politici senza scrupolo, che con la promessa di chissà quale futuro, vengono mandate in Siria come “donne di conforto” per onorare il “jihad ennikah”, cioè il matrimonio con coloro che fanno la guerra santa. Significa cioè, che queste ragazze vengono introdotte clandestinamente in Siria per soddisfare i bisogni sessuali dei combattenti. Donne ridotte a schiave del sesso con la scusa della religione. La denuncia viene da un certo Abou Koussay, salafita tunisino, che ha combattuto ad Aleppo e una volta tornato in patria ha rilasciato una intervista al quotidiano tunisino Assarith (http://www.newsoftunisia.com), dove oltre a descrivere l’atrocità della guerra siriana racconta il triste destino di queste giovani ragazze.
2) – Quindici dollari, circa 11 euro, bastano per mangiare una settimana a Nahr al Bared, campo profughi palestinese vicino a Tripoli-Libano del nord, zona poverissima; e 11 euro bastano per convincere un ragazzo di 15/16 anni a lanciare bombe a mano. Anni fa contro l’esercito libanese, oggi contro l’esercito di Assad. A denunciarlo è Save the Children nel rapporto Childhood under fire (Ragazzi sotto tiro), pubblicato in occasione del terzo anniversario dell’inizio della guerra in Siria. Le tecniche del reclutamento sono simili a quelle della peggiore criminalità di tutto il mondo, ammantata però da valori ideologici che sviluppa nei ragazzi un forte senso di affiliazione. Convincere gli adolescenti a imbracciare le armi è facile quando si soffre fame e miseria e l’indottrinamento religioso poi, fa il resto. I giovani libanesi partono da Tripoli o da Arsal città sul confine siriano, e riforniscono i combattenti di “ciò di cui hanno bisogno”. Ovviamente i rischi sono enormi, ma quando si vive in un container in tredici e il capo famiglia, quando lavora guadagna al massimo 150 euro al mese, 11 euro in più non sono pochi!
3) – Nello stesso rapporto Save the Children denuncia che i bambini, ovviamente, sono quelli che pagano un prezzo più caro in caso di guerra. I bambini vengono impiegati come sentinelle, informatori, combattenti e in alcuni casi anche come scudi umani. Nello studio viene anche sottolineato come la malnutrizione e le malattie siano ormai rischi costanti per i giovani siriani e tra le vittime «dimenticate e innocenti» ci siano anche le ragazzine costrette a matrimoni precoci. Circa 2 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza in Siria, e i due anni di conflitto hanno sconvolto ogni aspetto della loro vita. Molti non hanno accesso alle strutture sanitarie e vivono in condizioni igieniche degradate. Faticano a trovare il cibo, a decine di migliaia sono costretti a vivere nascosti in fienili, parchi o grotte, senza servizi igienici e senza scuola, perché la gran parte degli insegnati sono fuggiti. Nel Paese il 90% dei bambini andava a scuola (la percentuale più elevata del Medio Oriente); ora più di 2 mila scuole sono state distrutte o danneggiate, altre vengono utilizzate come rifugio mentre in alcune zone, con il prezzo del combustibile salito del 500%, i giorni più freddi dell’inverno hanno costretto gli sfollati a bruciare i banchi per potersi scaldare. Un circolo vizioso che toglie anche in questo modo il futuro ai bambini; per non parlare poi di quelli feriti o colpiti da malattie, come la diarrea – che si diffondono rapidamente a causa delle scarse condizioni igieniche – che spesso non trovano le cure indispensabili perché la metà degli ospedali nel Paese sono danneggiati, un terzo sono inservibili e molti medici sono sfollati o rifugiati. È ora di dire basta tutto questo!
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