Siccita’, M5s: “stop gestione selvaggia della risorsa. Martedi’ risoluzione in commissione”
Roma, 23 giugno 2017 – «Abbiamo sfruttato oltremodo la risorsa idrica, abbiamo migliaia di chilometri di reti di acquedotti colabrodo, la manutenzione è assente, gli investimenti inesistenti. Questo è il contesto da tenere presente quando parliamo di allarme siccità. Gli effetti che vediamo sono le ordinanze comunali che limitano l’uso di questo bene primario e indispensabile. Ma dietro questo effetto visibile ci sono decenni di cattiva gestione e un approccio non sistemico alla vicenda. Certo, abbiamo inanellato troppi giorni senza pioggia, i cambiamenti climatici non sono certo una scoperta di oggi, ma se l’acqua scarseggia guardiamo a come stiamo sfruttando questa indispensabile risorsa»: è la denuncia dei deputati della Commissione Ambiente del M5S.
Martedì in Commissione inizierà la discussione di una risoluzione che porta come prima firma quella di Federica Daga.
«Negli ultimi vent’anni la gestione è passata nelle mani di privati, spesso multinazionali. Conseguenze? Bollette aumentate, investimenti pressoché azzerati, i profitti alle stelle e le reti idriche un colabrodo. E l’emergenza siccità – dice Federica Daga – viene utilizzata dalle società provate per battere cassa e occupare tutte le fonti d’acqua residue».
«Con la nostra risoluzione impegniamo il governo a proteggere le aree e le fonti dalle quali i gestori prelevano l’acqua che arriva alle nostre case anche creando un tavolo di crisi congiunto tra i ministeri Ministeri dell’ambiente, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e delle politiche agricole; a promuovere politiche volte al risparmio idrico; a controllare l’operato dei gestori sulla base di quanto previsto dalle convenzioni che hanno firmato con i Comuni dove gestiscono le reti; a fare in modo che i gestori stessi impegnino una parte degli utili derivanti dalla gestione dell’acqua ad investimento nelle reti. L’acqua è un bene finito, il nostro compito è quello di tutelare la quantità e la qualità delle acque per garantirle alle generazioni future», conclude la Daga
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