Sfumature di giallo: Imma Tataranni da Matera
(Serena Grizi) I libri di Mariolina Venezia sono diventati fiction televisive protagonista Imma Tataranni sostituto procuratore.
La fiction (ormai si dice così anche se esiste la parola italiana sceneggiato) Imma Tataranni sostituto procuratore, in onda su Rai 1, ha riscosso subito un gran successo grazie alla veracità del personaggio che non disdegna né la puntigliosità sul lavoro né l’interessarsi con vera umanità e umiltà alle storie che le ruotano attorno, né il rendersi partecipe in molte discussioni familiari, (una figlia unica adolescente, una suocera di carattere, un marito, Pietro, (Massimiliano Gallo) piuttosto arrendevole ma presente, territorio comune a molte famiglie comuni.
Mariolina Venezia non ama la retorica: neppure dopo aver ambientato le sue storie in Basilicata, pur nella bella Matera quest’anno protagonista della cultura, immagina il territorio ‘lirico’ che sapeva con grande maestria e poesia mettere in scena Andrea Camilleri nella sua Sicilia, così anche nelle inquadrature della fiction appaiono all’orizzonte le enormi pale dei generatori eolici. Imma (l’attrice Vanessa Scalera) non ama il giovanilismo sparso su tutta la società e dà a vedere di sapere che non c’è nulla di facile. Sdrammatizza il personaggio tutto d’un pezzo una bella, consapevole, femminilità fatta di vestiti colorati e sfiziosi, ricci rossi al vento, tacchi alti ma sempre con una certa, simpatica, grinta. Anche Imma ha le sue debolezze e accanto all’amato marito immagina, ogni tanto, di essere travolta dalla passione del giovane e bell’appuntato Ippazio Calogiuri, interpretato da Alessio Apice.
Il successo di pubblico televisivo è giustificato anche da quella fetta di telespettatori che ama il giallo e che s’è trovata ‘orfana’ dei veri e propri film tratti dalle opere dello scrittore Andrea Camilleri da poco scomparso. Eppure Salvo Montalbano (Luca Zingaretti) non ha molte cose in Comune con la sostituto procuratore. Imma, rientrando a casa, mette in atto la sua seconda vita: come molte donne lavora fuori casa e in casa, ma soprattutto sembra amare la cucina, preparando qualche buon piatto elaborato per la cena, non tanto per questioni di ruolo, ma per soddisfare la necessità di fare anche qualcosa di diverso e vedere unita la sua famiglia in occasione del pasto serale. Niente di più lontano dalle abitudini di Montalbano che preferisce trovare le delizie cucinate da Adelina che andrà a scaldare in forno, pensando soltanto a ‘conzare’ la tavola: il caffè però se lo prepara da solo sorseggiandolo ‘a cicaronate’. Salvo non ama il lavoro d’ufficio, le pratiche; la Tataranni tartassa l’archivio della procura sempre in cerca di pratiche. Pretende che la sua fidata assistente, nonché amica, in pubblico le dia del ‘lei’ e la chiami ‘dottoressa’, lontano una vita dall’informalità di Montalbano che con la sua squadra intrattiene una certa confidenza, pur rispettando autonomia e ruoli dei suoi uomini.
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