Seduttore…ma pur sempre un villano!
Narcisisti, manipolatori, egocentrici, bugiardi e indomabili. Corrono in direzione contraria e molte donne li trovano attraenti; alcune arrivano a sentirsi come eroine disposte a soffrire, nella sfida che un amore impossibile e violento sa dare. Può l’attrazione essere tanto poderosa, fino ad arrivare per alcune di loro anche alla cecità sugli abusi subiti? Sembra di sì. In base ad alcune teorie, dietro questi romanzi malsani, c’è la perpetuazione della specie, altri assicurano che la cultura dell’amore romantico viene man mano rimpiazzata da quella dell’abuso, dove il comportamento aggressivo, abituale nel rituale d’accoppiamento del regno animale, va guadagnando terreno anche in quello umano. Il pittore d’origini andaluse Pablo Ruiz Picasso è un chiaro esempio di personalità convertita. Difficile, smisurato e crudele è stato accompagnato da molte donne durante la sua lunga vita, tutte naturalmente da lui ritratte. Era un ombroso tiranno, taccagno e sfiduciato, ma il suo misterioso magnetismo fece sì che tante donne impazzirono per lui. All’inizio le idolatrava, presto però le disprezzò, fino a coerciderle nel fisico e nella mente. Questi sentimenti, quando la vita di coppia si trasformava in un inferno, apparivano riflessi nelle sue pitture, i ritratti iniziavano a trasferire una terribile crudeltà. “Le donne sono veicoli di sofferenza – dichiarò il pittore -. Per amarne qualcuna mi è stata sufficiente un’ora, a volte un minuto, ma è molto più esteso e difficile l’abbandono”. Le donne di Picasso subirono l’aridità, il disprezzo e le ingiustizie del genio che s’ ispirava agli amori proibiti. Tutte erano giovani e belle e la maggior parte servizievoli e silenziose, ma nessuna di loro uscì indenne dalla convivenza con il pittore. Fernande Oliver, la sua prima compagna ufficiale, racconta nel suo libro di memorie “Picasso e sus amigos”, che era paranoico a tal punto da tenerla chiusa nel suo studio non permettendole di uscire sola in strada, fino a nasconderle le scarpe per non farla scappare. Picasso la lasciò per Eva Gouel, suo primo grande amore e compagna fedele negli anni della miseria, ma che non aveva saputo esserlo negli anni della prosperità; però, mentre lei agonizzava in ospedale a causa di un cancro, il genio era già l’amante di Gaby Depreye. “Era tale la sua necessità di sedurre, che anche quand’era innamorato di una donna, non poteva limitarsi a lei”, afferma Paula Izquierdo in “Picasso y las mujeres”. Dopo poco tempo apparve la ballerina russa Olga Loklova, bella, fragile, ambiziosa, elegante e sensuale. Conobbe Picasso quando era ricco e famoso ed, astutamente, conseguì solo quello che lei e Jaqueline Roque raggiunsero: il matrimonio con il pittore. Ebbero un figlio, Paulo, che morì alcolizzato a 54 anni. La tormentosa relazione durò dodici anni, piena di lotte e aggressioni e tutto terminò quando Marie-Therese Walter, amante del pittore, si dichiarò incinta nel 1934. Picasso la incontrava di nascosto, lei aveva trenta anni in meno e durante i sette anni d’incontri, il genio disegnava centinaia di ritratti pieni di sensualità ed erotismo, ma tutto cambiò quando nacque Maya. La abbandonò così per Dora Maar, una fotografa dal carattere forte e intelligente, un’avventuriera con un’importante legenda erotica alle sue spalle. Era stata l’amante di vari surrealisti e diceva che Pablo la vampirizzava, ma anche lei venne sostituita, da Francoise Gilot, vent’anni più giovane. Nella sua biografia raccontava che senza Picasso non aveva più nulla, dopo Picasso desiderava solo incontrarsi con Dio. Lasciò le sue attività e si convertì in una carmelitana. “Io non fui l’amante di Picasso – disse – lui solo fu il mio amore”. Così ancora avanti e avanti ancora, sempre, fino alla sua morte, Picasso uccideva tutti quelli che lo amavano. Vero e triste è l’ultimo sentimento espresso da Marie- Therese, raccolto da Maya, la figlia di entrambi dopo la morte: “Mamma credeva che doveva sempre guidare papà, incluso dopo morto, non poteva sopportare il pensiero che lui era solo, con la sua tomba circondata di gente che non poteva dargli quello che lei gli aveva dato”.
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