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significativamente l’autrice lo definisce ‘un libro aperto’ ed invita i lettori a ‘rifinirlo’. Pregevole e chiara, come al solito, l’introduzione alla serata da parte di Filippo Ferrara, che come sociologo navigava nelle sue acque, e come coordinatore ha ‘dipinto’ gli altri partecipanti alla presentazione con tratti arguti e precisi. Quindi Luca Nicotra, giornalista e pubblicista, qui anche nella veste di direttore editoriale della Universitalia per la sezione “Scienza & Cultura”, si è addentrato nel senso profondo del lavoro della Lanciotti sottolineando come abbia saputo destreggiarsi negli eventi cogliendo con incisività le pietre miliari di una umanità in cammino, con riferimento particolare ai fatti, ai pensieri e alle emozioni degli italiani. Sapiente la scelta dei brani di intermezzo, effettuata dalla regista e traduttrice Christine Hamp anche da precedenti opere della scrittrice. Sono stati ‘interpretati’ con professionalità, simpatia e vivacità da Massimo Albanesi, Teresa Mitilino e Adele Passerini quasi a formare quadri paradigmatici ‘viventi’ dei fatti storici e umani del periodo. Maria Lanciotti infine ha voluto ringraziare tutti, ha dato conto con passione della genesi del lavoro, ed ha aperto un interessante dibattito con la partecipazione dell’attento pubblico. Fin qui la sintetica cronaca specifica. Poi, complice occasionale la serata piovosa, le cose, zitte zitte, apparentemente banali, hanno preso il sopravvento e sono diventate esse stesse maestre, il libro si è ‘impersonato’, ha acquistato vita in esse. Queste cose erano gli ombrelli, depositati copiosi negli appositi contenitori. Il caso ha voluto che i primi ad uscire sbagliassero ombrello (capita, ma tanto più capita ai ‘pensatori’) e quindi a catena ognuno ha preso, tra l’allegria generale, l’ombrello di un altro, magari soddisfatto del guadagno, se era migliore, oppure dispiaciuto nel caso contrario; ma tutti alla fine hanno avuto di che coprirsi. Ecco si è verificata dal basso, molto dal basso, una rivoluzione: la rivoluzione degli ombrelli, una speciale edizione di ‘ombrello equo e solidale’. Alla prova dei fatti si è capito come conti più la funzione che la proprietà. Un finale quasi suggerito dal bel libro della Lanciotti. Ogni accadimento e ogni moto umano è importante e spiega la grandezza della ruota della vita, capace di incepparsi per un granello o di scorrere per una piccola goccia di olio.