Scuola: Save the Children, quasi un bambino su 10 nel mondo è colpito da conflitti
Scuola: Save the Children, quasi un bambino su 10 nel mondo è colpito da conflitti, cambiamenti climatici e conseguenze del COVID-19, che mettono a rischio il diritto all’istruzione di 222 milioni di minori in età scolare
La conferenza di alto livello dei donatori raccoglie circa la metà dell’obiettivo di rifinanziamento del Fondo Education Cannot Wait fissato a 1,5 miliardi di dollari per promuovere l’istruzione nelle emergenze. I bambini chiedono ai leader mondiali di intensificare la risposta e investire nel loro futuro. L’Organizzazione esprime soddisfazione per la prima dichiarazione pubblica dell’Italia di un finanziamento di 2 milioni di euro al Fondo ECW per sostenere l’educazione in contesti umanitari
I bambini chiedono ai leader mondiali di intensificare e investire nel loro futuro dopo che la conferenza dei donatori di oggi ha raccolto poco più della metà dell’obiettivo di 1,5 miliardi di dollari necessari per aumentare l’accesso all’istruzione in alcune delle peggiori crisi umanitarie del mondo. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
I Paesi donatori hanno promesso circa 826 milioni di dollari nell’ambito della conferenza di alto livello di Ginevra per il finanziamento del Fondo “Education Cannot Wait”. Anche l’Italia ha dichiarato pubblicamente il suo primo impegno a sostenere il Fondo con 2 milioni di euro entrando così a far parte dei donatori di ECW.
I minori presenti alla conferenza hanno detto a Save the Children che i leader devono ascoltare i bambini nelle aree di crisi e dare priorità ai finanziamenti per garantire a tutti l’accesso a un’istruzione sicura e di qualità.
“La scuola è la nostra seconda casa ed è uno dei luoghi in cui trascorriamo la maggior parte del tempo, quindi i leader devono assicurarsi che sia uno spazio sicuro per ogni bambino”, ha affermato Ana Sofía*, 14 anni, dalla Colombia[1], uno dei posti più pericolosi dove andare a scuola. “Se avessimo più risorse, ci sentiremmo più sicuri e non ci sarebbero così tanti abbandoni scolastici perché non avremmo paura di andare in aula”.
Quando i bambini non vanno a scuola, perdono l’opportunità di un futuro luminoso. Per i minori in situazioni di emergenza, l’istruzione è spesso un’ancora di salvezza e dà loro un senso di normalità e sicurezza.
I terribili terremoti della scorsa settimana in Turchia e in Siria hanno bloccato l’educazione di milioni di bambini. Migliaia di edifici sono stati danneggiati e distrutti, comprese case e scuole. L’istruzione in Siria è stata già duramente colpita da 12 anni di conflitto, sono oltre due milioni i minori che non hanno frequentato la scuola dall’inizio di quest’anno. Il Fondo “Education Cannot Wait” annuncia lo stanziamento di 7 milioni di dollari per finanziare interventi di sostegno all’istruzione come risposta all’emergenza terremoto in Siria e chiede ai Leader mondiali di stanziare le risorse necessarie alla risposta educativa. Gli annunci raccolti oggi devono servire da sprone per coinvolgere altri donatori ma anche come punto di partenza per aumentare gli impegni esistenti ed evitare che milioni di bambini e bambine che vivono in alcuni dei contesti di crisi più pesanti e complessi, come quello siriano in cui al protrarsi del conflitto si sommano gli impatti devastanti del recente terremoto, continuino a pagarne il prezzo dell’inazione e a vedersi negato il diritto all’istruzione.
Nel Sud-Est della Turchia, i bambini rifugiati siriani che già sperimentavano alti tassi di abbandono scolastico e mancanza di un’istruzione di qualità, in assenza di finanziamenti tempestivi corrono il rischio di non tornare più in classe[2].
I conflitti, i cambiamenti climatici e le conseguenze del COVID-19 stanno compromettendo l’istruzione di 222 milioni di bambini in età scolare in tutto il mondo. Tuttavia, i minori stessi identificano all’unanimità l’opportunità di andare a scuola e imparare in tempi di crisi come la loro massima priorità.
Nafisa*, 17 anni, dalla Nigeria[3], ha detto a Save the Children che i maggiori problemi dei minori potrebbero essere affrontati se i leader mondiali ascoltassero davvero ciò che i bambini hanno da dire. “I minori hanno il diritto ad essere ascoltati. Quando parlano e affrontano i loro problemi, questi possono essere risolti” ha affermato Nafisa. “L’istruzione è molto importante per tutti i bambini poiché sono i leader di domani”.
Nafisa ha iniziato a sostenere l’educazione per le ragazze in Nigeria dopo aver visto come il conflitto in corso nel Nord-Est del Paese avesse un impatto negativo sui minori, in particolare sulle ragazze. “Le giovani costrette al matrimonio precoce hanno il diritto di essere istruite, ma questo diritto è negato. Meritano di essere istruite perché abbiamo bisogno di modelli che rendano realtà i nostri sogni” ha aggiunto.
“L’istruzione è un diritto fondamentale per ogni bambino e tale diritto non si esaurisce in tempi di emergenza. L’annuncio odierno di 826 milioni di dollari stanziati per “Education Cannot Wait” è un tassello fondamentale per assicurare il diritto all’educazione in emergenze, ma siamo delusi dal fatto che poco più della metà di ciò che è necessario sia stato promesso. Quasi un bambino su 10 nel mondo è colpito da conflitti, cambiamenti climatici e COVID-19. Questi bambini hanno bisogno che i leader mondiali si facciano avanti e investano nel loro futuro, invece troppi donatori non soddisfano le aspettative e la portata dell’urgenza richiesta. L’importo promesso oggi deve essere utilizzato come trampolino di lancio per coinvolgere più donatori e integrare gli impegni esistenti. Altrimenti, milioni di bambini che vivono in alcune delle aree di crisi più dure e complesse alla fine ne pagheranno il prezzo e continueranno a perdere l’istruzione” ha dichiarato Birgitte Lange, CEO di Save the Children Norvegia e rappresentante di Save the Children alla conferenza.
Save the Children chiede ai leader di ascoltare le richieste dei bambini e di intensificare la risposta con urgenza per raggiungere l’obiettivo di 1,5 miliardi di dollari. Rimane infatti ancora aperto il percorso verso il finanziamento completo di “Education Cannot Wait”. Tuttavia, l’Organizzazione esprime soddisfazione per il fatto che l’Italia abbia dichiarato pubblicamente il suo primo impegno a sostenere l’ECW con un finanziamento di 2 milioni di euro, entrando così a far parte dei donatori del Fondo. Nel ringraziare l’Italia per aver attenzionato il Fondo Education Cannot Wait, sottolinea altresì l’importanza di prevedere un incremento dell’impegno dichiarato così da arrivare ad un contributo di almeno 15 milioni di euro per sostenere l’educazione in emergenza.
Save the Children gestisce programmi educativi in tutto il mondo per garantire che i bambini continuino a imparare, qualunque cosa accada.
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[1] In Colombia più di 90.000 bambini, insegnanti e operatori sanitari sono stati sostenuti da Save the Children per un ritorno a scuola sicuro. I “Catch-up Clubs” di Save the Children in Colombia aiutano i bambini a recuperare il ritardo nell’apprendimento, l’81% di ragazzi e ragazze ha raggiunto il livello più alto di capacità di lettura e scrittura. La Colombia è uno dei posti più pericolosi dove andare a scuola, gli attacchi agli istituti sono aumentati durante la pandemia. L’accesso all’istruzione è particolarmente difficile per i bambini fuggiti in Colombia, il 29% dei minori rifugiati e migranti venezuelani non hanno frequentato la scuola nel 2022. Tre quarti dei rifugiati e dei migranti venezuelani lottano per accedere ai servizi di base in America Latina e nei Caraibi
[2] Negli ultimi tre anni, Save the Children ha sostenuto più di 3.000 rifugiati siriani a Hatay, in Turchia, con attività educative per evitare che abbandonino la scuola. In Siria Save the Children ha sostenuto più di 55.800 bambini attraverso attività educative nel 2022.
[3] In Nigeria Save the Children svolge un ruolo chiave nel migliorare l’accesso all’istruzione di bambini, adolescenti, ragazze, ragazzi e bambini con disabilità vulnerabili ed emarginati che non vanno a scuola. Nel Nord-Est sta consentendo ai bambini colpiti dal conflitto di accedere a opportunità di apprendimento sicure fornendo spazi di apprendimento temporanei, sostenendo la reiscrizione di coloro che non vanno a scuola e rafforzando il sistema educativo in ripresa attraverso la formazione degli insegnanti.
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