Scuola digitale
L’innovazione forse più gradita dagli studenti, in particolare quelli della scuola primaria e secondaria di primo grado, è la Lim, la lavagna interattiva multimediale, che consente di accrescere le prestazioni della lavagna tradizionale (scrivere, disegnare, fare calcoli ecc. su una superficie ampia) con le possibilità offerte dalla tecnologia digitale e multimediale: applicare o colorare immagini, evidenziare, ascoltare suoni e testi, catturare foto e informazioni da internet, elaborare velocemente compiti complessi e così via.
Il tutto secondo modalità talmente semplici da essere alla portata già di qualunque alunno di 5 o 6 anni. Il ministero ha sostenuto in passato l’utilizzo delle Lim nelle aule scolastiche, ma i fondi a disposizione non sono stati sufficienti a garantire la diffusione capillare di questi strumenti, ciascuno dei quali costa oltre 2000 euro e che oltretutto devono essere connessi a internet per ben funzionare; per cui al momento la mancanza di nuove risorse economiche relega queste lavagne al regno dei sogni irrealizzabili.
Altrettanto poco diffuso rispetto a quanto sarebbe auspicabile è l’uso dei tablet e dei computer portatili. Anche in questo caso l’impedimento maggiore è rappresentato dai costi, che questa volta dovrebbero però sostenere le famiglie, mentre alla scuola spetterebbe garantire la connessione alla Rete. Ma in una condizione in cui già le spese ordinarie per i libri e il corredo scolastico sono quasi insostenibili (malgrado gli editori abbiano ridotto i prezzi dei testi su carta e approntato edizioni elettroniche meno costose, più utilizzabili se ci fossero più tablet in uso), pensare che tutti possano permettersi dispositivi del genere è pura illusione. In un territorio come quello dei Castelli Romani, tanto eterogeneo dal punto di vista della composizione sociale ed economica, e così ricco di ‘nuove presenze’ di immigrati e trasferiti, l’introduzione del digitale sembra ancora molto lontana.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento