“Scrivere, che passione!” UNITRE – PREMIO GIURIA ad Aldo Coloprisco
Un riconoscimento davvero meritato nella XII edizione del Premio “Scrivere, che passione!”, Sabato scorso a Tropea è andato al regista, scrittore, poeta e drammaturgo Aldo Coloprisco. L’Università Della Terza Eta’, Unitre Sezione di Tropea, che ha organizzato il Concorso con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale, presieduto dall’instancabile giornalista e scrittrice Professoressa Vittoria Saccà, ha conferito al calabrese Coloprisco, professore in pensione, una targa Premio Giuria, edizione 2022, per il racconto “L’uomo della notte”, opera che si esprime attraverso termini e frasi scelte con l’intento di far riflettere il lettore, sia che si tratti di figli, sia che si tratti di genitori, proprio perché narra di rapporti filiali, di costumi, o meglio di educazione, in un oggi cambiato sì, ma se ci guardiamo intorno risulta sempre carente e smarrito. Il racconto sarà inserito in un’antologia consegnata agli autori unitamente all’ attestato di merito nella cerimonia dove era presente anche lo scrittore ormai adottato dalla città di Frascati, ma che puntualmente ritorna nella sua amata terra di Calabria, non appena vi è l’occasione.
Il Premio di Scrittura in lingua italiana che cresce di anno in anno a tropea, dichiara la presidente Saccà “… persegue l’obiettivo di incentivare e sostenere la passione di esprimere, attraverso composizioni scritte, sensazioni ed emozioni legate alle varie esperienze di vita individuali, di cui si vuol rendere partecipe la comunità dei lettori con il più classico mezzo di comunicazione, del quale si sta lentamente perdendo l’abitudine culturale”. Ma lasciamo parlare la Pergamena- Attestato di Merito – consegnata allo scrittore con la motivazione per il suo racconto: “ Gli uomini della notte si isolano nel proprio mondo di sentimenti forse anche per una giovinezza sofferta, costipata, impedita da pregiudizi comportamentali di genitori, di madri in particolare, che ne condizionano la libertà di esprimere sentimenti e pulsioni: traumi vissuti nella riservatezza delle loro passioni che portano magari ad innamorarsi e non esprimersi, a rendere normale il bacio dato di nascosto alla ragazza amata, dopo morta dentro la sua bara, per poi annullarsi da qualsiasi altro stimolo d’amore per tutta la vita. Il buio è il loro conforto, ma intorno al buio c’è tanta vita, tanti ricordi, tante chimere. Vorrebbero essere normali, sereni, felici, come i tanti “allattati con latte d’asina”, ma il destino ha loro inculcato riservatezza, timidezza e solitudine. Un racconto non usuale di forti persistenze in un contesto a cui non siamo più abituati, dove l’educazione dei figli è ancora guidata dal pregiudizio, in un ambiente apparentemente ovattato dove la misura è affidata al microcosmo di altri tempi in cui anche il parroco ha un suo ruolo educativo. Una trama a volte eterea, in fondo piena di tristezza che invita ad essere solidali anche con persone che vivono ai margini della società, partecipandone il dolore per la loro scelta di vivere nella solitudine e nell’emarginazione sociale: la notte è corollario occasionale per riflettere sui più idonei valori della quotidianità vivibile”.
Aldo Coloprisco, autore anche di romanzi, non ha mai smesso dunque la sua attività di educatore, scrittore e regista; egli continua a scrivere con grande approvazione da parte dei lettori, ma anche di un pubblico che segue le sue commedie portate avanti dalla Compagnia teatrale di cui è regista: i Capocotti, gruppo di attori di ogni età, giovani e meno giovani, che egli non ha mai smesso di motivare e mantenere uniti e nuovamente porterà in scena, nel periodo natalizio, con il suo “Presepe”.
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