Sciamè, racconto di un artista in mostra
Nelle sei sale del palazzo, inondate di luce e con meravigliosi affacci sul lago, vi è una simbolica strada fatta di un moderno agglomerato di lana di legno lungo la quale si snodano i cicli – Medea, Donne sole, Bradisismi, Finzioni di rossi silenzi, Nelle stanze della memoria, Il Gattopardo, I fiori del lago, I giorni dell’amore, La luna nel Caos … – accompagnati da disegni, bozzetti , schizzi. Una emozionante passeggiata tra sentimento e narrazione sempre attaccata alla figura, ma sorretta ed elevata da un afflato simbolico che trasfigura quasi naturalmente nell’etico e sollecita e illumina la mente dello spettatore, mentre lo lascia appagato della luminosità sconvolgente dei rossi e della perfezione dei simboli stessi: che siano perle o conchiglie, melograni o fiori, uovo o corda, cappelli senza testa (ma potrebbero essere centomila) o alberi piegati dal vento, indumenti abbandonati … Una potenza espressiva diremmo sottile e calma per raggiungere l’obiettivo senza inutili chiassi o strizzate d’occhio. Il racconto di un artista che testimonia con le nozze d’oro il suo amore per l’arte e che, con la sua ‘classicità moderna’, sta sempre in prima linea, mentre molti si arrabattano tra avanguardia e retroguardia, perdendo di vista la meta. Ma Vincenzo Sciamè, oltre ad essere un grande artista, è anche una nobile e gradevole persona e questo ha fatto sì che l’inaugurazione sia stata ‘assaltata’ da amici, oltre che da esperti d’arte, provenienti da vicino e lontano; tra questi i noti pittori Ernesto Lombardo, Lillo Messina, Rita Piangerelli, Turi Sottile, Lino Tardia, insieme ai quali e ad altri, tra cui Piero Guccione ed Ennio Calabria, il Nostro esporrà anche dal 26 maggio al 4 giugno nella mostra “Visioni dall’arte contemporanea” presso il Complesso dei Dioscuri al Quirinale. Va sottolineato che la grande retrospettiva allestita qui a Genzano, e che si protrarrà fino all’8 giugno, è completata da due lodevoli e preziosi progetti didattici e di laboratorio, uno dedicato alle scuole dal titolo s/oggettivamente, ed uno chiamato parco sforza cesarini incontra vincenzo sciamè con una suggestiva ambientazione di grandi foto di quadri nel parco degradante verso le acque, come una scivolata nella pomice per tornare ad immergersi nel caldo mare di Sicilia.
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