Schegge di filosofia della scienza – 9
La percezione significativa nella nuova immagine della Scienza
Uno dei nuovi punti di partenza della nuova filosofia della scienza è l’attacco alla teoria empirista della percezione: non ci offre solo dei duri fatti, ma le conoscenze, le credenze che già possediamo svolgono un ruolo fondamentale nel determinare ciò che percepiamo. La percezione a cui si fa riferimento è quella visuale: affinché si possa identificare e percepire un oggetto che incontro è necessario disporre di informazioni; questa percezione la chiameremo ‘percezione significativa’. Ciò che apprendiamo osservando non è determinato solo da ciò che guardiamo, ma anche da ciò che l’osservatore già conosce.
Scrive Hanson: “Se così fosse due scienziati che osservano lo stesso oggetto potrebbero percepire cose differenti”. Per esempio, l’oscillazione gestaltica, nel caso di figure come anatra/coniglio, appare ad uno stesso osservatore in uno o più modi.
Queste immagini furono inizialmente usate dagli psicologi-gestaltici contro l’ipotesi della costanza, ossia contro l’affermazione che ciò che vediamo è determinato dalla nostra immagine retinica.
Il valore suggestivo dice che, nel caso sopra menzionato, mi rendo conto di vedere due figure, ma guardare la stessa immagine e non sapere quale descrizione fra anatra/coniglio è quella corretta. Kuhn, discutendo la figura anatra/coniglio, afferma che l’osservatore cosciente dirigerà la sua attenzione alle linee tracciate sulla carta, senza vedere le due figure e può dire che sono le linee ciò che realmente vede, ma alternativamente come anatra e come coniglio. Distingue quindi due forme di vedere: il semplice ‘vedere’ e il ‘vedere come’.
Nel caso in cui io soggetto vedo un oggetto come qualcosa ho un caso di ‘percezione significante’: la spiegazione è allora impregnata di teoria e di concetto.
Qualora togliamo l’identificazione non abbiamo più un vedere come, ma un vedere e in tal modo riusciamo ad osservare l’oggetto stesso.
‘Vedere come’ significa, percezione di oggetti identificati, percezione significativa e anche un caso speciale di vedere che.
‘Vedere che’ è il modo in cui si riconoscono non solo gli oggetti, ma anche le situazioni relative agli oggetti, ossia ciascun caso in cui in seguito al vedere acquisto informazioni di cose che stanno in un certo modo.
Secondo Hanson la conoscenza è importante, ma l’osservazione può esserci data solo dai propri sensi fisici.
Si determina così una discussione incentrata su due casi:
1) percettori differenti apprendono informazioni differenti e gli oggetti osservati acquistano significati differenti per i diversi osservatori (gli oggetti della percezione significativa sono significati);
2) osservatore privo di conoscenza rilevante non impara niente e gli oggetti sono privi di significato.
Per esempio, leggere un testo significa diventare consapevoli del suo significato e se non possiedo l’informazione rilevante non posso essere consapevole di un testo. L’oggetto della nostra attenzione mentre leggiamo è un complesso di significati, non sono tuttavia i significati ciò che noi vediamo.
Contro questa osservazione vi sono due obiezioni:
1) quale che siano le cose che realmente vediamo quando leggiamo è solo il significato di ciò che vediamo che viene a far parte della nostra conoscenza;
2) possiamo però affermare effettivamente che non sono i significati che vediamo, cercando allora di mettere in chiaro ciò che vediamo.
In questa obiezione viene sottolineata la distinzione fra il significato di cui diveniamo consapevoli e il mero osservabile che affermiamo di vedere.
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