Schegge di filosofia della scienza – 11 – I presupposti nella scienza normale.
Con le leggi del moto planetario, le leggi dei corpi in caduta libera, del moto dei proiettili e le variazioni delle maree, Newton pose le fondamenta di un modo di pensare intorno alla realtà fisica. Reichenbach scrive che la verità che Newton cercava nelle sue leggi era la conferma mediante una verifica delle conseguenze tramite un metodo matematico: il calcolo differenziale, poiché cercava la conferma quantitativa dell’osservazione. Anziché cominciare dai dati osservativi alcuni scienziati hanno cominciato da una teoria accettata, che abbia guidato la loro ricerca e determinato il modo con cui trattare i fenomeni osservati; dunque le scoperte osservative, da controesempi divennero problemi di ricerca da risolvere tramite uno sviluppo della teoria, come la scienza normale di Kuhn, ossia la ricerca scientifica condotta in accordo con un paradigma o teoria accettata da un’intera comunità scientifica. Kuhn ha tracciato una distinzione fra paradigmi come risultati concreti intorno ai quali si struttura una ricerca e quelli intesi come le credenze della comunità scientifica.
Il primo è proprio dell’empirismo logico; il secondo prende il nome di matrice disciplinare ed è suddiviso in senso 1) epistemico e 2) sociologico. Epistemico, ossia in riferimento agli affidamenti condivisi dalla comunità scientifica; sociologico, ossia in riferimento al ruolo svolto dalle teorie che guidano la ricerca sia del singolo che della comunità.
La teoria determina il significato degli eventi osservati, fornendo le basi di quali osservazioni sono rilevanti, quali problemi pongono, quali devono essere approvati e quale è la soluzione adeguata.
Il metodo scientifico consiste nel sospendere i preconcetti: Galilei per ricavare le risposte alle sue questioni fece affidamento ai suoi sensi ed esperimenti; Bacone costruì una serie di storie naturali attaccando i falsi idoli e fornendo a tutti i casi concreti in cui un dato fenomeno si verifica, una base per scoprire le leggi di natura.
Per poter eseguire una ricerca scientifica abbiamo bisogno di un problema che la ricerca pone e per risolverlo abbiamo bisogno di una base da cui partire: le teorie accettate o le proposizioni paradigmatiche.
Per Kant la conoscenza è possibile solo in quanto noi ne abbiamo e ne facciamo esperienza. È necessario per questo distinguere fra esperienza e sensazione e prima ancora fra forma e contenuto. Per Kant l’esperienza è il contenuto fornito dalla sensazione e la forma fornita dalla mente. Quest’ultima fornisce la forma in due modi: 1) mediante le forme delle sensazione, 2) mediante i concetti dell’intelletto.
Le forme sono date dallo spazio e dal tempo relative alla struttura della nostra mente. Grazie allo spazio e al tempo forniti dall’esperienza noi possiamo conoscere tutti gli oggetti della nostra esperienza e attraverso i sensi saranno posti nello spazio e nel tempo. Kant distingue però anche fra un senso interno e uno esterno: attraverso questa distinzione noi possiamo
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