Scandalo Ardeatina, due chilometri di degrado senza legge né dignità
La via Ardeatina, comune di Pomezia, nel tratto dove si trovano due note multinazionali, una farmaceutica e una di prodotti per la cura della casa e della persona, è diventata incrocio dei molti mali della decadenza del Paese a cui si assiste ormai quotidianamente, con caduta ancora in basso se possibile. In un tratto di strada di poco più di due chilometri prospiciente, ormai, un’altra borgata (come definire villette e condomini ancora in mezzo alla campagna senza nessun collante abitativo se non quello speculativo di chi costruisce con l’intento di far parcheggiare auto e ‘rifugiarsi’ a casa?), s’incrociano: notevoli discariche a cielo aperto; buche annose ma schivabili nelle quali dopo le recenti nevicate può entrarci un’intera utilitaria (chiusa dalla rotatoria anche la strada che porta a Pomezia e Torvajanica perché troppo pericolosa anche a causa delle alberature di pino poco curate che aggettano sulle carreggiate!!); totale abbandono d’ogni forma di controllo: in pieno pomeriggio ragazze nude e seminude s’aggirano per la strada vendendosi in quel penoso connubio immondizia/prostituzione che caratterizza gli angoli d’abbandono, come se senza un male non potesse esistere l’altro, in uno scenario che finisce di perdere ogni contorno umano. Addentrandosi nei nuovi quartieri che caratterizzano l’area, una volta d’aperta campagna appena fuori l’abitato di Pavona, la musica non cambia di molto: ancora incroci di strade anonime, divani sfondati, elettrodomestici abbandonati. ‘L’isola ecologica’ sta appena fuori, pochi metri fuori per l’esattezza, questo piccolo inferno d’incuria che arriva fino alla svolta per via di Cancelliera e dove, immaginiamo, tutti facciano finta di non vedere. Un tratto di Comune di Pomezia ‘selvaggio west’ senza andare a scomodare cavalli e cappelli a tese larghe. Chiediamo al sindaco Fucci perché lì si fa finta di non vedere, proprio in un luogo solo pochi anni fa così bello tra pinete, prati, fossi, piccole fattorie, una parrocchia che ora sembra sopravvivere muta in mezzo a tanto caos…eppure se anche dall’area fosse fuggito qualche gigante industriale, ora ci sono molti cittadini, e se anche la responsabilità dell’attuale situazione ricadesse in parte sul Comune di Roma o di Albano, un sindaco con più senso del dovere degli altri (è un pentastellato o no?), dovrebbe richiamare ad un minimo d’ordine e dignità. Pur non aspirando alla santità si può aspirare alla normalità che in quel breve tratto di strada è completamente perduta. Per non parlare poi delle parallele che scendono ancora verso il mare, dove restano gli scheletri industriali delle speculazioni della Cassa del Mezzogiorno, fattorie e campi abbandonati, ancora discariche e prostituzione, purtroppo, nella totale incapacità di tutelare anche chi ancora fa impresa nella vitivinicoltura od ospitalità in una campagna così prossima alle spiagge e dove, sotto i raggi del sole, risplende ancora una qualche bellezza e risuona il mito dell’antico sbarco di Enea. (Serena Grizi) (Il Castello Borghese presso l’antico Borgo di Pratica di mare – immagine web)
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