Saper perdere
Saper perdere
David Trueba
9788807722981
Feltrinelli
€ 10,00 e-book disponibile NO
Copertina:
Nel sapiente script di David Trueba (Madrid 1969, regista, scrittore e sceneggiatore) si dipanano per quasi 500 pagine le storie intrecciate di almeno cinque individui. Il desiderio mai sopito induce Leandro, nonno di Sylvia, a frequentare un moderno bordello incontrandosi carnalmente e culturalmente con l’Africa di Osembe mentre in casa è alle prese con la decadenza della vita di coppia con Aurora (meglio individuata nella grave malattia che Aurora
cela a tutti). Il desiderio induce Lorenzo, padre di Sylvia a cercarsi una nuova compagnia, frequentando una giovane, religiosissima, immigrata ecuadoriana, mentre porta sulla coscienza l’omicidio dell’ex socio che lo ha derubato. Il caso vede la sedicenne Sylvia innamorarsi di Ariel, giovane stella del calcio con un ‘nome da detersivo’ che… l’ha investita. L’autore scrive un solido ‘racconto sentimentale’, seppure sui generis: per farlo prima sorprende i propri personaggi assorti nelle loro solitudini colme di desideri inespressi e poi comincia a farli muovere nell’intreccio romanzato. Niente è come sembra, tutti godranno il loro momento ma lo pagheranno, più o meno, a caro prezzo (anche economico); l’intelligente complessità dei personaggi, così realistica, fa venire in mente un verso di Lucio Dalla: «siamo angeli, con le rughe un po’ feroci sugli zigomi». Trueba utilizza dialoghi immersi nella narrazione senza uso di virgolettati, il passaggio al flusso solitario delle coscienze è automatico come il loro riaprirsi al mondo. Il fuori e il dentro, osmotici, raccontano anche ciò che ogni romanziere accorto trova per strada: il cambiamento continuo di senso, nel caso lo si rintracciasse in una metropoli spagnola come in qualsiasi altra, lo smarrimento individuale. Un adesso in cui i problemi di un occidentale ‘in casa propria’ non contano di più di quelli dell’immigrato della porta accanto, il quale si porta dietro una carica speculare di nuova moralità e immoralità nuove. Anzi, senza immigrati, poveri o di lusso, questa storia neppure esisterebbe. L’autore bilancia il rosa tenue di molte pagine, tutti cercano l’amore, con i toni più scuri di una società decadente e complessa e con i coloriti dialoghi dello spogliatoio di Ariel, specchio di nuovi modelli sociali vincenti (ricchi ‘principi’ calciatori con annesse ‘principesse’ muniti di grandi portafogli e, quasi, zero cultura e/o valori). Divertente e scritto magistralmente, se poi vi incuriosisse sapere cosa significa il titolo…(Serena Grizi)
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