San Carlo Borromeo
Le due Parrocchie, l’Amministrazione comunale e la Confraternita del SS Sacramento hanno organizzato una serie di iniziative, tra le quali un’interessante Mostra documentaria visitabile nella Parrocchia dell’Assunta e la realizzazione di un opuscolo curato dal Vescovo di Frascati Sua Ecc. Mons. Raffaello Martinelli, da Claudio Santangeli, storico e archivista, e da Carlo Maria Guarinoni, autore di un libro sulle chiese di Rocca di Papa. La pubblicazione è arricchita da preziose foto d’epoca messe a disposizione dal collezionista Angelo La Banca. Un vero flash nel passato ripercorrere quei momenti in cui il Santo Patrono, da poco salito agli onori degli altari, fu scelto dall’allora comunità parrocchiale, costituita da boscaioli e carbonai, piccoli coltivatori: dall’urna sull’altare vennero estratti tre nomi da una lista di venticinque; successivamente la mano del bimbo decretò la scelta definitiva e San Carlo Borromeo divenne da allora protettore della nostra comunità. Fu nel 1844-50 che venne commissionato al pittore concittadino Domenico Tojetti un dipinto nel quale è raffigurato il santo che comunica gli appestati sullo sfondo del Duomo di Milano, come attesta un documento trovato negli archivi storici, così pure altri atti relativi alla festa del santo protettore. Interessante una lettera inviata tre anni dopo dall’allora priore Filippo Santovetti al Presidente della Comarca di Roma nella quale si chiede di poter festeggiare il patrono nei mesi estivi e non in novembre, dati i lavori in corso per la vendemmia e la rigidità del clima. Fu così che da allora le processioni ed i festeggiamenti furono organizzati la terza domenica di luglio, durante la quale nel borgo si faceva a gara per esporre dai balconi i più ricchi ornamenti mentre la processione, durante la quale le Confraternite sfilavano con i loro gonfaloni, faceva il suo corso arrivando nella piazza allora detta dei Frati e tornava indietro nella Chiesa dell’Assunta. Racconta Carlo Guarinoni la partecipazione, oltre alla popolazione, delle numerose comunità religiose che erano presenti a Rocca di Papa, non da ultimi i seminaristi inglesi del Convento di Palazzola che spiccavano per la loro statura. Purtroppo scomparso lo stendardo raffigurante San Carlo che comunica gli appestati, riproduzione del dipinto di Tojetti, viene portata in processione la statua lignea del Santo, acquistata negli anni ’80 grazie alla donazione di un’anonima benefattrice. Curiosa la documentazione che riporta le regole dei Fratelli delle Confraternite, i quali innanzitutto dovevano essere di specchiata fede cristiana e cristallina dirittura morale, dovevano essere ammogliati, dovevano procurarsi a loro spese abito e cera per le processioni e avevano i compiti di occuparsi in particolare di visitare gli infermi, insegnare agli ignoranti e ammonire i peccatori. Condividiamo la divertente osservazione di Claudio Santangeli quando descrive in opera i Fratelli: immaginiamoli all’esterno di una osteria, dove tra il fumo delle sigarette e i fumi dell’alcool i boscaioli andavano a giocare a morra o a carte e dalle loro bocche frequentemente scappavano parole grosse … di certo era questo un compito più gravoso che portare i pesanti stendardi in processione!
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