San Camillo, il divieto di fumo diventa un optional
Numerose indicazioni e un servizio apposito ma le varie norme sono ripetutamente ignorate
“Fatta la legge trovato l’inganno. Non troviamo proverbio più appropriato da utilizzare per il San Camillo, ospedale in cui da anni si dovrebbero seguire prescrizioni antifumo che, al contrario, vengono totalmente ignorate, sia dai dipendenti che dai visitatori”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “Sebbene il nosocomio sia ricco di cartelli con l’indicazione della legge e dei responsabili di reparto preposti all’osservanza del divieto, il tabagismo è un’abitudine difficile da sradicare nei locali di uno dei più grandi ospedali di Roma. Ci sono perfino limiti impressi sull’asfalto in prossimità dei reparti ma ciò che abbiamo visto in un nostro sopralluogo è sconcertante. Addirittura – precisa Maritato – all’interno di molti padiglioni e, in particolare nella piastra dei servizi al centro della struttura, è possibile scorgere i segni di cicche spente sulle pareti. Un’abitudine inconcepibile che neanche i responsabili dell’apposito ambulatorio, istituito anni fa per il controllo e la prevenzione, sono riusciti ad abbattere. A tale proposito, chiediamo al direttore generale come mai un servizio di prevenzione, che dovrebbe far capo alla Asl territoriale, si trovi tra le unità operative gestite dall’Azienda ospedaliera. Non sussisterà un vago conflitto?”, chiosa il presidente
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