Salute: ENEA coordina progetto da 1,3 milioni per studio sviluppo tumori da radiazioni
La formazione dei tumori da radiazioni è classicamente attribuita a danni al DNA, non riparati o riparati erroneamente. Ma dati recenti suggeriscono anche un contributo del microambiente cellulare, mettendo in discussione la teoria convenzionale (target theory) della radiobiologia.
“Per questo progetto utilizzeremo sistemi biologici di diversa complessità e approcci altamente innovativi[3] che ci permetteranno di comprendere come le diverse tipologie cellulari che compongono il cervelletto[4] reagiscono a dosi moderate e basse di radiazioni, contribuendo alla formazione del tumore”, spiega la coordinatrice del progetto Simonetta Pazzaglia, responsabile del Laboratorio ENEA Biotecnologie RED.
Con i partner del progetto, ENEA punterà a comprendere i meccanismi che portano allo sviluppo del cancro con una particolare attenzione al ruolo svolto dal microambiente cellulare che comprende, ad esempio, le cellule stromali[5], i vasi sanguigni, le citochine e tante altre molecole circolanti che possono influenzare il comportamento di quelle tumorali e, di conseguenza, il processo di sviluppo del cancro.
“Quindi, non solo il danneggiamento diretto del DNA da radiazioni potrebbe essere all’origine del cancro, ma anche le interazioni tra le cellule tumorali e il loro ambiente circostante potrebbero contribuire allo sviluppo del tumore. E la comprensione di questi meccanismi potrebbe portare a nuove strategie per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento del cancro causato dalle radiazioni”, conclude Pazzaglia.
Il progetto DISCOVER è stato finanziato nell’ambito della prima call di PIANOFORTE, la nuova coalizione europea per la ricerca sulla radioprotezione che ha l’obiettivo di migliorare la protezione dei cittadini e dell’ambiente dall’esposizione naturale, professionale e medica alle radiazioni ionizzanti. Coordinata dall’Istituto francese per la protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare (IRSN), la coalizione riunisce 58 partner in rappresentanza di 22 Paesi dell’Unione europea, Regno Unito e Norvegia e sei piattaforme di ricerca Ue in materia di radioprotezione e ha un budget di 46 milioni di euro, di cui il 65% finanziato dal programma Euratom dell’Unione europea e il resto dagli Stati membri.
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