Salutare un poeta… Basilio Ventura
Si sono svolti oggi a Vermicino i funerali di questo amico scrittore e poeta di Frascati. Aveva mille interessi, lo so, tra politica, botanica, volontariato, storia, letteratura… non voglio aggiungere altre notizie già note, ma fissarlo così come ho avuto modo di conoscerlo, scrittore e poeta.
Se n’è andato quasi all’improvviso. Sapevo che stava male, ma sapevo anche che era tenace e ottimista e che giocava a rimpiattino con la malattia, sapeva trovare il modo per non pensarci, tra le tante occupazioni che erano il suo vivere quotidiano. La nostra non è stata una frequentazione assidua: ci si vedeva nelle occasioni letterarie, pur essendo entrambi soci fondatori dell’Associazione Di Terra e di Parole, insieme a Matilde Ventura e altre figure.
Ricordo l’occasione che ci fece incontrare: era stata da poco lanciata l’iniziativa Castelli di Scrittori ideata da Rosanna Massi, direttrice frascatana del Basc e in quel periodo, si svolgevano incontri letterari a ripetizione: buona parte di noi scrittori partecipavamo alle presentazioni in compagnia di amici poeti e narratori.
Con Basilio avevamo poi collaborato in alcune iniziative letterarie, sotto l’egida della nostra Associazione, ma soprattutto nella gestione e presentazione dell’evento poetico Carpe diem. Era un appuntamento annuale, al quale si partecipava sia come giurati che come coordinatori della serata finale: una condivisione collaborativa che regalava emozioni, grazie anche e soprattutto alla grande forza trainante di Matilde, alla quale, con un sorriso lui lasciava fare, forte di un grande affetto parentale e di fiducia.
Mi piaceva di Basilio il riserbo, ma anche il sorriso: incoraggiava, apprezzava, in alcuni casi dimostrava grande altruismo e bonarietà. Gli piaceva molto il dialetto e quello rocchegiano lo divertiva tanto: in particolare suscitava in lui tanta ilarità, il sonetto – aneddoto realmente accaduto – di un’anziana rocchegiana che aveva messo in fuga dei soldati tedeschi, grazie alla sua scarsissima avvenenza: mi chiedeva sempre di recitarglielo e rideva prima ancora io cominciassi a declamare.
Era divertente scambiarsi le rime e in più di qualche occasione abbiamo recitato davanti a una bella pizza, condividendo i nostri scritti insieme a un bel gruppo di amici poeti, trascinando anche sua moglie Elena nella declamazione del dialetto frascatano.
La convivialità era un filo conduttore della nostra amicizia: accoglieva gli amici nella sua Tenuta a Colle Pizzuto della quale era molto orgoglioso.
Se n’è andato in punta di piedi, Basilio: lascia il suo ricordo come una preziosa miniatura nel cuore di tutti noi che lo abbiamo conosciuto e che abbiamo avuto il privilegio della sua amicizia. Sarà invisibile presenza, ne sono certa, nella sua campagna, tra i suoi vigneti che amava teneramente e nel vento, nel fruscio delle foglie, reciterà versi d’amore alla sua Elena, ai suoi figli, ai suoi nipoti, in un sussurro immortale come la sua poesia.
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