“Salomé” di O.Wilde al Teatro di Documenti di Roma
Salomé
Di Oscar Wilde
Da giovedì 17 a sabato 19 giugno 2021 alle ore 20,
domenica 20 giugno alle ore 17.30
Teatro di Documenti
Via Nicola Zabaglia 42 Roma
Con Mauro Toscanelli (Erode), Caroline Pagani (Erodiade), Viola Carinci (Salomè), Bruno Petrosino (Jokanaan), Vincenzo Galluzzo (Giovane capitano siriano), Orazio Rotolo Schifone (Paggio), Marco Di Campli San Vito (Primo soldato), Massimiliano Mursia (Secondo soldato)
Coreografie di Roberta Lutrario
Costumi di Carla Ceravolo
Traduzione e regia di Paolo Orlandelli
Ingresso ϵ 12, tessera associativa ϵ 3, informazioni e prenotazioni 328.8475891
Note
“Salomé” è una sperimentazione di Wilde nel genere della tragedia. Dopo i drammi romantici “Vera o i nichilisti” e “La Duchessa di Padova”, e prima delle quattro “commedie triviali per persone serie” che lo renderanno famoso nel mondo, Wilde si cimenta nella narrazione di un episodio biblico privilegiandone la componente psicologica. Si tratta in effetti di un’opera sul potere, sul controllo e sul possesso. Erode vuole a tutti i costi che la bella e selvaggia Salomè danzi per lui, Salomè vuole sedurre il profeta Jokanaaan distogliendolo dal suo amore per Dio, Erodiade vuole far tacere il profeta che la ingiuria e impedire a Erode di interessarsi a Salomè. Raggiungeranno il loro scopo a carissimo prezzo:Salomé pagando con la vita, Erode sacrificando il profeta, Erodiade perdendo sua figlia. In secondo piano, il giovane capitano siriano muore per amore di Salomè, spezzando il cuore del paggio innamorato di lui. L’angelo della morte volteggia sopra il palazzo di Erode velando la luna con macabri presagi.Tutti i personaggi sono inquieti e insoddisfatti, squilibrati. Il lato oscuro che Wilde dipinge in ognisuo scritto, in “Salomé” diventa protagonista edeforma i caratteri in modo grottesco e angosciante: Erode è capriccioso e infantile, Salomé è ambiziosa e inaccessibile, Erodiade è impotente e frustrata, Jokanaan è invasato, la somma di queste aberrazioni produce una cacofonia di suoni stridenti espossanti, uno snervante e martellante vilipendio. Solo la morte metterà fine a questa gragnuola di colpi che puntualmente mancano il bersaglio.
Paolo Orlandelli
Regista votato all’attualità, si dedica a spettacoli di denuncia e impegno civile, quali: “Processo Dell’Utri, storia d’Italia dagli anni ’70 a oggi” (2015); “Emanuele Scieri, Vittima della Folgore” di Isabella Guarino e Corrado Scieri (2014); “Davide contro Golia, cronache del G8 di Genova” (2011), di cui è anche autore e interprete e che vanta il patrocinio di Amnesty International; “Il Cardinal Mia Cara” (2012), “Vite Violate, Crimini sessuali nella Chiesa Cattolica” (2009) e “04-05-’98: Strage in Vaticano” (2008), tutti di Fabio Croce. Di teatro contemporaneo allestisce tra gli altri “Una coppia aperta, anzi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame (2013), “Il Letto” di Giuseppe Manfridi (2010), e “Antonietta Pirandello, nata Portolano” di Marina Argenziano (2001). Sul versante letterario, adatta per la scena “Alexis, o della lotta vana” di Marguerite Yourcenar (2014), “L’invenzione di Morel” di Adolfo Bioy Casares (2013), “Una frase, un rigo appena” di Manuel Puig (2009) e “Regina contro Queensberry, il primo processo di Oscar Wilde” (2008).
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