SALA TEATRO VITTORIA – MARINO – “L’ORA MARIA DOLENTE” – DOMENICA 10 APRILE
Sala Teatro Vittoria Parco Villa Desideri – Marino
Domenica 10 Aprile ore 18,00
“L’ORA MARIA DOLENTE”
Compagnia “La Paranza” A.P.S in collaborazione con Artemista E.T.S. presentano
Voci delle Passioni tra Sacro e Popolare
Le ultime ore del Cristo nelle Laudi come nello Stabat, le tradizioni che si fondono al suono di fiati, voci e tamburi che scandiscono l’orologio della Passione accompagnandoci a passo lento nel Mistero del Venerdì Santo.
Info/prenotazioni: salateatrovilladesideri@gmail.com Tel:335412007
Ingresso € 10
Interpreti
VOCI
Gabriella Aiello & Ensemble Cori a Cori – Nando Citarella & Ensemble Equivox
MUSICI
Violino Claudia Pédico-Chitarra Salvatore Rotunno- Ghironda Stefano Pogelli
Ensemble Cymbalus Lab.Voci e Tamburi
Voce Recitante : Sabina Barzilai
Costumi a cura di Nathalie Leclerc Messa in scena di Nando Citarella
Una produzione Compagnia “La Paranza” Associazione Culturale A.P.S.
Sinossi “L’Ora Maria Dolente”
«In quasi tutti i paesi meridionali, – scrive Lombardi Satriani in “Il silenzio, la memoria e lo sguardo ”la visita al “Sepolcro”, la veglia in Chiesa, la processione con la croce al Calvario, quella con il Cristo deposto dalla Croce, raffigurato con le piaghe sanguinanti, si svolgono contrassegnate da antichi canti popolari o chiesastici popolareggianti, nei quali si afferma la pro- pria colpa, la propria condizione di peccatori e, quindi la propria corresponsabilità nei patimenti e nella morte del Cristo; e in Lui si piange la morte, quale ognuno ha sperimentato nel dolore per la perdita delle persone care. Nel quadro di questa religione popolare, solcata decisamente dall’ideologia della colpa, della penitenza, della necessità della sofferenza e del sacrificio per il supera- mento del male e della propria condizione di peccatori e, quindi, di portatori puntuali del male, ogni anno la cultura folklorica presentifica un modello di Dolore e Riscatto». Uscire in strada a cantare la penitenziale è un’emozione che non si può dire, «un modo unico per stare con Cristo sofferente e racco- gliersi in preghiera».
C’è un rapporto fortissimo, come una perdizione che viene dall’anima, che lega da sempre gli uomini e le donne a questo rituale. è qualcosa che ha a che fare certo con la tradizione, ma non solo. C’entra anche un senso vero di appartenenza alle proprie radici, alla propria terra, per cui sono in tanti per esempio quelli che pur vivendo lontano non possono fare a meno di tornare nel periodo della settimana santa, e uscire a cantare nei giorni e le notti del giovedì e del venerdì santo. E una volta tornati basta un niente per riconoscersi dentro l’atmosfera densa dei riti e delle mille cose da fare. Per ritrovarsi in pieno dentro la tradizione, ai giorni della Pasqua e dei battenti. Basta, per esempio, sentire il suono micidiale “della trocola” o della tofa o ancora del tamburo muto che sostituiscono le campane a lutto, e in un attimo tutto sem- bra ricominciare. I rituali della Settimana Santa sono in ultima sintesi una rappresentazione della passione e morte di Cristo.
Una rappresentazione pubblica, teatralizzata e musicata. Con questo nostro appuntamento in un luogo qual’è la Sala teatro Vittoria a Marino vogliamo portare e raccontare con Gesto-Parola-Canto e Musica le ultime ore del Cristo nelle Laudi come nello Stabat (colto e popolare), per così fondere le tradizioni al suono di fiati, voci e tamburi che scandiscono l’orologio della Passione accompagnandoci a passo lento nel Mistero del Venerdì Santo.
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