Sabato 7/12 Liu Zhenyun a “Più libri più liberi” con “Una frase ne vale diecimila”
Roma – Liu Zhenyun, uno degli scrittori cinesi più amati, arriva a Roma per incontrare i lettori e presentare Una frase ne vale diecimila, il romanzo definito il “cent’anni di solitudine cinese”. L’opera ha venduto in Cina oltre 4 milioni di copie e ottenuto il Premio Mao Dun nel 2011, massimo riconoscimento cinese per il romanzo, oltre a numerosi altri premi. La trama segue le vicende di due personaggi, Yang Baishun e Niu Aiguo, rispettivamente prima e dopo la nascita della Nuova Cina (1949). Uomini di poche parole e ancor meno amici, le loro esistenze condividono la solitudine che è alla base della condizione umana. Dal romanzo sono state tratte anche una serie televisiva, un film e un’opera teatrale. Il libro è pubblicato in Italia da L’Erma di Bretschneider.
L’autore incontrerà il pubblico sabato 7 dicembre, alle 18.30 a “Più libri più liberi – Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria” (La Nuvola, Sala Nettuno, Viale Asia, 40/44). Nell’evento, intitolato “La parola e il dialogo”, Liu Zhenyun converserà con Patrizia Liberati, traduttrice italiana dei suoi libri. L’appuntamento in fiera sarà preceduto da un incontro in programma venerdì 6 dicembre, alle 14.00, all’università di Roma La Sapienza, nella sede di via Scalo San Lorenzo 82 (Sala coreana, Biblioteca di Studi Orientali – Edificio Marco Polo). Intervengono Patrizia Liberati e l’editor della casa editrice Changjiang Wenyi Chubanshe, Zhang Wei. Modera la direttrice dell’Istituto Confucio di Sapienza Università di Roma, Wei Yi.
In una narrazione delle storie di tutti i giorni, in Una frase ne vale diecimila l’autore ci ricorda l’importanza del dialogo e dell’ascolto, della comunicazione e dell’empatia, valori che sottendono ogni comunità, anche e soprattutto quella cinese. Con grande umorismo e sensibilità, e una profonda conoscenza della società cinese in tutte le sue sfaccettature, Liu Zhenyun ci offre un affresco di mille personaggi e una panoramica dell’animo umano. Il libro è una testimonianza della sua filosofia di vita espressa con parole semplici e attraverso una struttura narrativa complessa ma immediata. Queste caratteristiche lo hanno reso uno dei beniamini del pubblico cinese, ma non solo: il libro è stato infatti tradotto in oltre 12 lingue. Tra queste inglese, francese, spagnolo, svedese, russo, arabo, farsi, giapponese, coreano e vietnamita. Una frase ne vale diecimila è il terzo volume della nuova collana de L’Erma di Bretschneider dedicata alla letteratura cinese, che già annovera tra i suoi titoli I mangiatori di anguria, dello stesso Liu Zhenyun (2023), e Colorature di Li Er (2023).
Liu Zhenyun (1958) dopo la laurea alla Facoltà di Lettere dell’Università di Pechino milita per cinque anni nell’Esercito Popolare di Liberazione. Inizia a scrivere nel 1982. È lo scrittore cinese che riesce a trasmettere nel modo più efficace gli aspetti contrastanti della società moderna e della cultura metropolitana e rurale della Cina, con grande umorismo e tagliente sarcasmo. Ad oggi, in Cina, sono state vendute oltre 15 milioni di copie delle sue opere e la maggior parte dei suoi romanzi sono stati adattati per lo schermo. Liu scrive inoltre personalmente le sceneggiature per tutti gli adattamenti delle sue opere.
Riceve i primi riconoscimenti negli anni Novanta per i suoi racconti brevi. Tra le sue opere si ricordano: Telefono cellulare, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Feng Xiaogang nel 2003), Unità di lavoro, 1942. Diverse sue opere sono state già tradotte in italiano: Oggetti smarriti (trad. Patrizia Liberati, 2015), Divorzio alla cinese (trad. Maria Gottardo e Monica Morzenti, 2016), Un giorno, tre autunni (trad. Patrizia Liberati, 2024). Dello stesso autore “L’Erma” di Bretschneider ha già pubblicato I mangiatori di anguria (trad. Patrizia Liberati, 2023). Oltre che in italiano, le sue opere sono state tradotte in numerose lingue tra cui inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, svedese, olandese, russo, ceco, ungherese, rumeno, serbo, ebraico, persiano, arabo, turco, giapponese, coreano, vietnamita, tailandese, kazako, lingua uigura e altre lingue.
Le tappe del tour italiano Il viaggio di Liu Zhenyun in Italia è organizzato in collaborazione con la casa editrice L’Erma di Bretschneider e gli Istituti Confucio di Torino, Milano, Bologna e Roma, il Museo d’Arte Orientale di Torino, le Università di Torino, Milano Bicocca, Bologna e Roma La Sapienza. L’incontro a “Più libri più liberi” è la tappa conclusiva del tour. Questi gli altri appuntamenti del suo viaggio italiano, che hanno fatto registrare una grande risposta del pubblico, con posti esauriti sia a Torino che a Milano: 27 novembre, Museo d’Arte Orientale di Torino; 28 novembre, Auditorium Aldo Moro di Torino; 2 dicembre, Università Milano Bicocca; 4 dicembre, Università di Bologna; 5 dicembre, Prato; 6 dicembre, Università di Roma La Sapienza.
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