Sabato 13 luglio a Frascati: “Storia del Comitato Promotore per il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani”, una mostra e un blog!
La storia conta, ce lo ricordano i partecipanti allo storico Comitato Promotore per il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani: il parco non si è fatto da sé, non nasce da burocrati ma dalla capacità di comuni cittadini e studiosi; era il 1975 (quasi cinquant’anni fa!) quando cominciarono a pensarlo…
Frascati – Sabato 13 luglio sarà allestita per l’intera giornata nella centralissima Piazza San Pietro, la mostra Storia del Comitato Promotore per il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani, ideata e realizzata da Anna Maria Duranti, Giancarlo Giombetti, Giordano Raponi e Agnese Molinari. La mostra, che nell’intento dei realizzatori dovrebbe divenire itinerante, è dedicata a Stefano De Felici, entomologo scomparso recentemente, compagno di vita della ex professoressa e biologa Duranti e molto conosciuto sul territorio per le sue competenze in materia d’insetti e per la passione con cui ha guardato agli aspetti naturalistici dei Castelli Romani. Premessa d’eccellenza alla mostra quella del professor Paolo Bassani, esperto botanico e storico coordinatore del Comitato, con un articolo datato 1999 “Sinite florere – lasciateli fiorire!” che, ieri come oggi, rappresenta l’appello di chi ama questo territorio nel quale, tra ‘sebbene’ e ‘nonostante’, la natura resta ancora generosissima: l’articolo, per altro, è un vero omaggio alla festa di forme e colori di fiori e piante che è possibile rintracciare nei boschi e nei prati, appena lasciati alle spalle i centri cittadini del territorio. Il Parco non è nato dall’idea di burocrati ma da cittadini che per motivi di lavoro e studio lo attraversavano e continuano ad attraversarlo, notandone bellezza, imponenza, biodiversità.
La Mostra, di cui qui pubblichiamo una tavola di cronistoria di avvicinamento alla costituzione del Parco, per intenderci sui tempi, (questa ed altri documenti saranno consultabili sul blog in via di completamento), ripropone tutti i passaggi ‘gestazionali’ che portarono alla ‘nascita’ del Parco, un figlioletto tutto da educare voluto da ragazzi, ragazze, uomini e donne, studiosi, molti confluiti in associazioni ambientaliste e circoli ARCI, per la cittadinanza tutta: un Parco con cui la cittadinanza, anche a causa di una comunicazione volutamente orientata agli aspetti negativi della sua costituzione, ha avuto un rapporto di interesse/disinteresse, fatto di alti e bassi. Quegli oltre 14.000 ettari di territorio da tutelare inclusi nella famosa area a ‘testa di Ezechiele Lupo’ (cercare nelle tavole della mostra per credere: ovvero 9267 ettari estesi, in seguito, dalla CTS (Commissione scientifica del Parco) e ratificati dal commissario Ravaldini a circa 14000 ettari), molti amministratori hanno continuato a pensarli, secondo i richiami della varie ‘sirene politiche’ legate ad interessi economici tra i più svariati, come area edificabile e solo a volte ne hanno riconosciuto l’alta valenza naturalistica ed i pregi per il tempo libero individuati anzitempo da tutti coloro che il Parco lo hanno fortemente voluto e che per questo hanno speso tempo, competenze, risorse e molte speranze che in quella occasione, in parte, non rimasero deluse, anche se le delusioni non sono poi mancate nel prosieguo.
Il 25 ottobre 1984 sul BURL viene ratificata la nascita del Parco nella forma che si diceva sopra: ‘strana’ nella sua concezione poiché puntava a tenere fuori dall’area maggiormente protetta zone appetibili all’edificazione, risultato? Quel che oggi resta tra boschi, prati, sponde lacustri, piccoli pantani, è conseguenza di quella scelta, di quel cammino, senza i quali, con tutta probabilità, il territorio sarebbe ancora più edificato e molto molto meno verde di com’è, pur con le molte criticità che si conoscono.
Il 10 aprile 1985, alla istituzione del Parco Regionale dei Castelli Romani il Comitato si scioglie. La mostra, il blog ad essa collegato, è il racconto di quel che accadde in mezzo, fra la prima idea di Parco Regionale, a cominciare da una certa marcia da Frascati al Tuscolo (5 febbraio 1977) per dire no alle molte mire predatorie sul magnifico patrimonio di flora e fauna, bellezza, paesaggi che è ancora la forza dell’area dei Castelli Romani (vedi come esempio il borgo di Nemi) e l’istituzione. E che ora è storia, impossibile da dimenticare, pronta per essere consegnata a chiunque la vorrà conoscere. (Serena Grizi)
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