Venerdì 5 Febbraio, pieno successo di pubblico e critica: I Belli “tempi”. Che spettacolo!!!
”. L’Associazione ha potuto offrire l’evento grazie allo spirito volontario e alla generosità degli artisti, Paolo Valentino ed Enrico Iannuzzi; e grazie all’ospitalità del Bar Mameli 11B che ci ha riservato lo spazio espositivo. Un grazie ai soci che hanno diffuso e organizzato l’appuntamento e un auspicio affinchè anche le prossime iniziative in cantiere ricevano lo stesso accoglimento dai concittadini”.
La serata, con puntualità insolita per il tipo di proposta popolare, ha immediatamente creato feeling tra i protagonisti che si esibivano ed il pubblico, composto da giovani e “diversamente giovani” alla pari. Per la nutrita partecipazione, l’organizzazione ha dovuto ricorrere a procurare sedie aggiuntive a quelle già disponibili in ogni angolo del Bar. Ombretta Roma e Maurizio Aversa hanno fatto gli onori di casa e subito liberata la scena per essere pienamente occupata da Enrico Iannuzzi e da Paolo Valentino che hanno proposto otto sonetti del Belli, due fuoriprogramma, un sonetto di Cesare Pascarella, e note canzoni popolari romanesche magnificamente interpretate da Paolo. Infiniti gli applausi a scena aperta e come tratteggio continuo della performance dell’originale “duo”. Il finale è stato occupato dal “pigiama” offerto come momento artistico riassuntivo, svolto per congedarsi dal pubblico e che, sulle note di “Gastone” è stato arricchito da gag, stralci autobiografici o beffardamente e furbescamente tali. Insomma a 125 anni dalla nascita di Giuseppe Gioacchino Belli, un angolo di “romani de Roma” ora permanentemente cittadini marinesi, si sono ritrovati a Trastevere e Testaccio. Mentre quelli che hanno marcata la loro origine ciociara o marchigiana, se non siciliana o abruzzese, si sono tuffati come graditi ospiti proprio in quella Roma popolare, popolana; cinica ma generosa; menefreghista ma capace di slanci altruisti degni della compassione e della misericordia indicati da Papa Francesco come segno di questo Giubileo. Ma, naturalmente, “tra ‘na fresca e n’artra, manco er papa s’e sarvato”. La serata rigida, l’umidità presente, sotto il pergolato dello spazio espositivo, seppur argomento iniziale dell’avvio, col passare dei minuti e per tutta la durata, sono come svaniti. Al contrario, ogni commento finale è stato proprio improntato alla bontà della proposta ludico-culturale-popolare che l’Associazione ha avuto il merito di ideare, proporre e organizzare.
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