S.Maria del Buon Consiglio ad Albano
“Casa di villeggiatura con oratorio privato” è la definizione attribuita alla Cappella di Santa Maria del Buon Consiglio di Albano nel XIX secolo. Stretta tra due costruzioni, di proprietà dei Boncompagni dal 1827, la chiesa è descritta dal Giorni come un “palazzo che ne riunisce due in un corpo, separati da una cappella”. Nonostante la costruzione sacra sia stata edificata tra due corpi architettonicamente omogenei, non si riscontra nessuna soluzione conforme alla preesistente. Infatti lo sviluppo dell’edificio si mostra unitario solo per quel che concerne la chiesa e l’ala destra che rispetta nelle proporzioni l’edificio sacro. L’ala sinistra divenne, invece, elemento della Villa Venosa Boncompagni nel 1857. Notizia certa della cappella è solo la data della sua consacrazione risalente al 1792 e celebrata dal cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi. Da un punto di vista architettonico la chiesa crea un rapporto con il fronte stradale grazie ad un gioco di convessità e per la presenza di aperture arcate che permettono alla luce di entrare e di illuminare anche la zona retrostante. La decorazione è ridotta a paraste tuscaniche e allo stemma raggiante che occupa il timpano. Lo spazio interno si articola intorno ad un nucleo centrale composto da piloni diagonali che determinano la disposizione di un vestibolo rettangolare e di due cappelle laterali absidate. L’edificio sacro esibisce la scelta di una conformazione tardo barocca, soprattutto nell’alleggerimento della struttura portarte reso possibile da intagli e traforature e da finestre circolari che illuminano l’ambiente sopperendo all’assenza della lanterna. Nel corso del tempo la cappella è stata oggetto di modifiche. Tra il 1840 e il 1845 risalgono i lavori per la cantoria e per l’organo, mentre del 1854 è la realizzazione della decorazione interna con i riquadri dipinti posti sotto la trabeazione e della pala d’altare con la Beata Petruccia che adora la Vergine del Buon Consiglio, attribuiti a Pietro Gagliardi.
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