Ruanda: il genocidio del 1994
Il 6 aprile 1994, viene abbattuto l’aereo su cui viaggiavano il presidente rwandese Habyarimana e il suo omologo burundese Ntaryamira: è la scintilla che dà inizio a cento giorni di atrocità, uccisioni e massacri tra tutsi e hutu, in cui perdono la vita quasi un milione di tutsi.
“Donne, bambini, vecchi, persino malati nei letti d’ospedale. Cento giorni di massacri durante i quali fummo perseguitati dai nostri assassini e dal silenzio del mondo. Eravamo come una piccola isola nel mezzo di un oceano in cui infuriava la tempesta. Nessuno venne in nostro soccorso. E quando il mondo cominciò appena a provare vergogna, i nostri morti già superavano il milione” (Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio).
Vent’anni fa iniziava il genocidio in cui le potenze occidentali hanno mostrato la loro indifferenza giustificando i massacri come una guerra tribale, e, ancor peggio, si sono resi complici, in alcuni gravi casi, fornendo armi e aiuti agli hutu.
Con il libro Rwanda, la cattiva memoria (Infinito edizioni) Daniele Scaglione, un occidentale che al tempo “non aveva capito niente” e Françoise Kankindi, rwandese che nel 1994 vedeva dall’Italia il suo popolo nel sangue, sono riusciti a far emergere la verità.
In modo che gli occhi dell’Occidente siano aperti e non si chiudano mai più davanti a un genocidio ignorato.
“Il libro ricostruisce con grande precisione e chiarezza l’opera di disinformazione messa in atto. E proprio così, mostrando le contraddizioni della verità ‘ufficiale’ e della ‘cattiva memoria’ che l’accompagna – memoria che resta in superficie, che non distingue, che ha fretta di ‘celebrare’ per meglio dimenticare – restituisce dignità alle vittime e coraggio a chi, sopravvissuto, sentendosi morto ‘dentro’ ha preferito rimuovere”. (Luigi Ciotti)
Gli autori
Daniele Scaglione (Torino, 1967), è direttore scientifico dell’associazione Certosa 1515, che si occupa di formazione e promozione di giustizia sociale e diritti umani. Ha lavorato per ActionAid ed è stato presidente di Amnesty International. Ha pubblicato per AdnKronos, Ega ed e/o. Per Infinito edizioni ha scritto La bicicletta che salverà il mondo (2011) e Rwanda. Istruzioni per un genocidio (2010).
Françoise Kankindi è presidente dell’associazione Bene Rwanda, che ha fondato nel 2006. Nata già profuga in Burundi, nel 1992 si è trasferita in Italia dove tutt’oggi vive.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento