Roth scatenato, una biografia
Roth scatenato. Uno scrittore e i suoi libri
Claudia Roth Pierpont
Traduttore/i: Anna Rusconi
9788806217945
Einaudi
€ 22,00 anno 2015 e-book disponibile € 9,99
Biografia professionale ‘autorizzata’ e notevolmente intrecciata con la vita privata dell’autore, di cui non può ormai rivelare aspetti che non siano già stati scandagliati approfonditamente (in queste pagine il segno di quanto Roth desti curiosità per tutto il ‘non detto’ che circonda la sua figura), non è agevolmente leggibile se non si conosce l’opera di Roth, almeno in parte.
Questo, in qualche modo, il suo pregio e il suo difetto. L’esposizione della Roth Pierpont mantiene una finestra sempre aperta sugli scritti, opera d’un ‘monumento vivente’ della letteratura contemporanea americana. Proprio per questo motivo, per l’intreccio di alter ego, specchi e alias e vicende storico politiche ancora in fase d’assestamento, s’immagina difficile un approccio al saggio quale lettura a sé o meramente introduttiva alla conoscenza dell’autore. Il fluire delle opere è stato autobiografico, almeno nello spunto, al passo con una originale ricerca esistenziale e letteraria, così come i fatti sono accaduti e si sono evoluti. La Roth Pierpont, scrittrice e giornalista per il ‘New Yorker’, il lavoro nasce da dieci anni di amicizia e colloqui, appare decisa a smontare la fastidiosa ipotesi di un Roth misogino, oltre quella d’un Roth scrittore caratterizzato dal suo essere ebreo-americano, per questa ultima argomentazione quasi ad una voce sola con l’autore che nel 1997 dichiarò: «Per me l’epiteto “scrittore ebreo americano” non ha alcun senso». Il lettore riesce ad avere in un unico volume tutto quel che vorrebbe sapere sul proprio autore ‘feticcio’: stare con lui in mezzo al ‘cantiere’ dei libri, saperne la genesi, come direbbero i ben parlanti; conoscere, insomma, quanta carne viva è stata messa sulla graticola. Si ‘va a casa’ di Lonoff oltre gli aceri imponenti fra le piste di neve di Lo scrittore fantasma, negli appartamenti newyorkesi di Zuckerman scatenato; nel capanno ‘creativo’ in Connecticut dove scrive, stanco del mondo. Lo stile della Pierpont accetta di essere dentro ciò che racconta con grande abilità: sfilano così ininterrotti personaggi, titoli, la famiglia d’origine, matrimoni e amanti rothiane, qualche combinazione politica, lo sfondo sociale, amicizie e contratti di stima protrattisi negli anni, per esempio con Bellow e Updike. La Pierpont ci stupisce anche con l’analisi profonda delle figure femminili: dalla Drenka de Il teatro di Sabbath, alla Brenda di Good bye Columbus, alla Marry di Pastorale americana che raccontano meglio di tanta malmostosa critica femminista (?) l’idea del femminile dell’autore. Probabilmente occorre saper guardare per vedere meglio la ricchezza che Roth decide per ogni suo personaggio, compresi quelli femminili, e forse la continuazione di questo pensiero è stimare fino in fondo un’amica giornalista per consegnarle, non tanto la chiave del proprio essere uomo ma quella dell’essere scrittore che, è quasi possibile affermare, a Roth interessi molto di più. Il libro crea un filo continuo nella produzione romanzesca; dopo una serie di capolavori, che si potrebbero definire giovanili, Roth ha cercato, trovandola, nuova linfa vitale inventando una seconda giovinezza artistica. È anche approdato al cinema, uno dei non così rari casi in cui l’autore non si ritrova del tutto nelle immagini nate dalle proprie pagine: accetta il compromesso ed apre al lettore altre porte sulla complessità. (Serena Grizi)
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