Rosso, di Cinzia Tani
Il saluto di fine luglio organizzato dalla Giulio Perrone Editore è stato un piacevole happening prossimo alla spiaggia, con tanto di piscina e comunque vittima della fagocitante calura estiva. Un evento che ribadiva un target giovanile (nella media trent’anni) ed un’apparente voglia di esserci e coinvolgersi in tanti in nome della lettura. È in questa occasione che ho avuto modo di avvicinarmi tanto al libro quanto all’autrice correlata all’occasione. Cinzia Tani, scrittrice, già conduttrice televisiva e collaboratrice d’importanti testate giornalistiche femminili nonché docente, incontra quest’editore attraverso Racconti d’autore, una ben curata collana tascabile contenuta nel prezzo e nelle pagine. Rosso, il titolo della raccolta comprendente sette racconti, vuole essere un filo conduttore, attraverso il dettaglio, nel ritrovare corrispondenze e percorsi nello scorrere delle narrazioni. Di rosso è tinto un cammino seguito, e con rilevanza, dall’autrice. Esordendo come scrittrice con Sognando California, un romanzo di formazione, hai poi avviato con la Mondadori una serie di pubblicazioni dedicandosi al noir femminile. Assassine inaugura un appassionato ciclo rivolto alla cronaca nera e che la porteranno anche a tenere corsi di Storia del Delitto all’Università di Roma. Indagare nelle menti permettendo al lettore di accedervi gradualmente, attraverso quei dettagli che ne rendono tangibile l’esistenza stessa, è un percorso strutturale che permane nella sua narrativa breve. Sono brandelli di vita che si dischiudono nei pensieri dei protagonisti, sofferenze celate e speranze di rinnovamento che, a parte qualche innocuo e malandato maniaco del virtuale o un omicidio con tanto di ricatto erotico spiato, sembrerebbero piuttosto raffigurazioni esistenziali. Rosso è il colore di una maglietta che si accavalla al tradimento e poi fuoriesce in un improvviso sguardo ghermito da un balcone: ‘capacità del vero amore è quella di rendere intenso ogni momento come fosse l’ultimo’. I segreti delle donne, un suo più recente libro che rivela un intimo meno patologico ed inquietante, quello di una condizione femminile comunque soggetta ad una rigidità morale, dove anticonformismo ed eccentricità trovano antico rifugio nelle segrete stanze della mente, è, probabilmente, molto più facilmente accostabile agli argomenti di quante vicende si rasentano in Rosso. Rosso è lo sfondo, quello di ‘tende rosso vivo’ e del golf di lui, ‘rosso sui jeans azzurri’. Forte è il retaggio giornalistico e professionale, soprattutto nel racconto introduttivo e di chiusura. Bambine, l’episodio più intimistico e ricco di trasversali memorie, ci trasporta, con la sua bicicletta rossa, nel rifugio di una Fregene pregna di riflessioni e solitario lavoro, ma anche di tanti incontri: grandi amori e quelli occasionali. Un ciondolo rinvenuto dopo tanti anni sarà l’occasione per fare una pedalata in un’altra Fregene, quella dell’infanzia, in una sovrapposizione tra la figura materna e filiale. Medio Oriente, Costa Azzurra, New York, sono altre tappe dove rincorrere un amore perduto o ritrovarlo quasi casualmente, nella conclamata insoddisfazione di un diverso percorso tracciato dalla vita. Al caso è connesso anche lui, che appare dal nulla e nel nulla scompare senza mai tradire una pavida illusione di aspettative. A lei non resta che chiedere: ‘Non credi più nella sorpresa, nel caso, nell’inatteso?’
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